COMPAGNIA DEL CARMINE E DELL'ABITINO CERULEO

12 dicembre 1915

 

XI. 24

Le Congregazioni religiose non possono iscriversi ai Terzi Ordini, ma solo alle Compagnie. Di queste noi tutti ci dedichiamo all'Ab. Carm. e Cer.

Col primo saremo liberati dall'inferno; e dal Purgatorio nel primo sabato. La SS. Vergine promise la prima cosa al B. Simone Stock, e la seconda al S.P. Giovanni XXII (V. Anima Santa p. 354).

Col secondo basterebbe per animarci il singolare privilegio che recitando 6 Pater, Ave e Gloria si acquistano toties quoties... (Ivi p. 622).

 

 

QUATTRO SORELLE

Padre Bruno era un po' burloso, ma buono e diceva: Vado per ístrada, comincio a dire Pater, Ave e Gloria; qualcuno mi disturba e... lascio lì; poi riprendo di nuovo. Arrivato alla fine mi par di vedere una sfúrgnà [sfornata] di anime che vanno su in Paradiso.

Bisogna che in questi giorni il Purgatorio sia pieno! Quante anime hanno appena fatto un atto di contrizione, o hanno appena ricevuto l'assoluzione; il fuoco ha da lavorare qui attorno. Io spero che voi non ci andrete in Purgatorio perché sarebbe un'ignominia, ma... ma... Io vi dico che prego sovente per i missionari che sono in Purgatorio... Non par vero che missionari e missionarie i quali vanno per acquistare il martirio si attacchino a certe storielle, a quelle piccole comodità; il letto un po' più comodo, il cibo un po' più delicato ecc. Non voglio mica dire che i nostri siano così, ma può capitare... ed io non vi credo tutte sante (detto con convinzione).

C'è dunque bisogno di pregare per le anime del Purgatorio che sono religiose. Io vorrei sbagliarmi, ma il nostro io lo portiamo con noi. E’ adesso che dobbiamo combatterlo; mettiamolo nel bucato e se è necessario facciamogli i suffumigi.

 

I veri Santi, non solo di parola, ma all'atto pratico, sono gli ultimi della comunità. Quando siete in ricreazione, invece di dire parole che non hanno né senso né coda, saltate su con un: diciamo i sei Pater? Non temete di darvi importanza. Io consiglio a tutte le mie penitenti di mettersi in questa Compagnia che non ha nessun obbligo e nello stesso tempo è così abbondante di favori.

Poi vi è la Compagnia del Carmine; in questa Compagnia ci sono quasi tutti, ed interessa perché ha il privilegio sabbatino.

 

Che favore! La Madonna verrà a liberarci il primo sabato dopo la nostra morte. Per questa Compagnia sono prescritti digiuni ed altre cosette, ma nelle Comunità non si può fare questo, ed io ho la facoltà di cambiarvele e ve le cambio nei doveri della Comunità. Queste sono le due Compagnie alle quali ci tengo di più.

La vita dei Carmelitani è vita contemplativa, di penitenza, una vita severa, e noi che non abbiamo tutte queste severità, abbiamo almeno lo spirito. Il giorno che si entra in queste Compagnie si ha l'indulgenza plenaria. Stasera chi entrerà (nelle due Compagnie) ne acquisterà due, ma tutto per le anime, voi che avete fatto l'atto eroico di carità.

 

Oggi è S. Valerico Abate. Alla Consolata vi è il suo corpo. Era un giovanotto; scappò da casa per andarsi a far frate, ma i superiori dicevano: Chi sa se resísterà! e l'hanno fatto digiunare a pane e acqua ed egli ha resistito ed ha superato tutte le difficoltà. E aveva tutte le virtù, era ammirato da tutti, faceva miracoli. Allora egli pensò che non era più il suo posto, e scappò lontano in un monastero di più stretta osservanza, dove non era conosciuto; ma dopo un po' il Signore lo minchionò, facendolo conoscere anche lì. Scappò di nuovo ed andò da S. Colombano, uomo ricco disgustato di tutto che viveva puramente per Dio, domandandogli di aver pietà di lui. S. Colombano vistolo, lo mise a coltivare l'orto, e mentre egli era contento di essere considerato per niente, il Signore lo scoperse nuovamente, facendo che tutte le cose che il Santo coltivava venissero meglio di quelle coltivate dagli altri. La sua cella poi era profumata d'un profumo celeste. Allora che cosa avvenne? Il Superiore un giorno lo chiamò e gli disse: Ti abbiamo conosciuto: tu devi essere abate. Il bravo Santo dovette accettare, ma nel cuore rimase sempre l'ultimo della comunità. Le continue penitenze gli avevano ridotto il corpo a pelle ed ossa; solo quando faceva i miracoli diventava roseo... Morto che fu si trasportò la salma ad Altacomba ed ivi rimase fin quando avvenne l'invasione dei Saraceni, nel qual tempo dai Benedettini fu trasferita a Torino nella Consolata. Ad intercessione di S. Valerico cessò la peste a Torino. Una volta la città al giorno della sua festa, veniva in corpo ad assistere alla funzione, ora manda un pacco di candele. E’ poca cosa, ma non è mica un pacco che faccia, è l'atto di ossequio. Nel quadro è rappresentato il Santo con accanto un Angelo che rimette nel fodero la spada per indicare la grazia ottenuta ed il flagello della peste cessato. E’ l'unico Santo vicino alla Consolata; e siccome tutto ciò che tocca la Consolata è roba nostra, ne dovete essere divote. Raccomandatevi a lui per ottenere l'umiltà.

 

Fortunata quella suora che non è curata e passa inosservata... Vi era una suora che in vita non appariva niente, faceva quello che le altre non volevano fare; ebbene, morì nella sua semplicità ma mentre moriva le campane la svelarono mettendosi a suonare senza venir toccate. Cosil il Signore l'aveva glorificata.

 

SR. EMILIA TEMPO

Riguardo ai sei Pater dell'Immacolata - 533 indulgenze plenarie. C'è la comunicazione dei beni anche che non si possa più entrare in altri Ordini (esempio 3 ordine). E’ un gran tesoro quello dei sei Pater dell'Immacolata. Io spero che voi non andrete in Purgatorio: per una missionaria è un'ignominia, ma... ma io penso sempre male... Ah, sì, alle volte, missionarie che vorrebbero soffrire il martirio, e poi si perdono in piccole cose: quella comodità, per quel letto un po' più comodo, quel cibo, un po' di malignità... io non vi credo ancora sante e quando sarete in Africa sarete ancora in questo mondo... Il nostro io lo portiamo con noi... Ma fatelo morir qui, fatelo bruciare là dove si brucia il caffè, dove si fa il bucato... Cacciate dei Pater... Noi non abbiamo tante austerità, almeno lo spirito...

 

S. Valerico aveva volontà di ferro; coltivava anche l'orto; ohi, voi altre che coltivate l'orto: anche S. Valerico lo faceva ed era molto contento perché era l'asu d'la comunità [l'asino della comunità]. Per necessità ha dovuto stare abate, ma nel cuore era l'ultimo, il servo. Raccomandatevi per aver l'umiltà, tutta la vita essere l'ultima: fortunata!... Come quelle suore che nascoste tutta la vita, brillano poi dopo la morte.

giuseppeallamano.consolata.org