LA SANTITÀ

8 settembre 1918

 

XIV. 1.2

Ritornati da S. Ignazio v’nvito a ripensare alla grazia che avete ricevuta, e come vi abbiate corrisposto. In tempi cosi tristi, di tanta penuria, il buon Dio ha concesso a voi un mese di campagna, in luogo da tanti invidiato ... ; e nulla vi lasciò mancare la Div. Provvidenza. Fosse pure stata eguale la vostra riconoscenza e corrispondenza! Io spero che Gesù Sacramentato, la SS. Vergine - Refugium peccatorum e S. Ignazio siano stati contenti della vostra condotta in quel tempo; e S. Ignazio sia stato dolente della vostra partenza. Sarà così? Ad ogni modo facendo il ritiro mensile avrete chiesto perdono della vostra infedeltà. Ed ora ritornati al caro nido dell'istituto è necessario che ripensiate al giorno del vostro primo ingresso, e meditiate le parole di S. Bernardo: Ad quid venisti... Così scuoterete la polvere degli anni passati, e direte con tutta volontà: Nunc coepi. A che fine siete venuti in questa casa? Per farvi santi missionari della Consolata. In pratica ciò importa non solamente che vi asteniate dai peccati, ma che anche operiate il bene ed il maggior bene: Declina a malo et fac bonum. S. Tommaso: la santità amovet a malo, facit operari bonum et disponit ad perfectius (P. Bruno - Conf. P. 3).

 

Non fare peccati mortali, ciò è evidente, ma anche astenersi dai peccati veniali deliberati; ed anche diminuire il numero e la deliberazione sulle quotidiane imperfezioni ed infedeltà alla grazia di Dio. Che dire quindi di colui che ha sempre gli stessi difetti; corretto dai superiori non ne fa caso, e deve essere sempre ricorretto. Costui non si farà mai santo, e non corrisponde al fine della vocazione. E’ meglio per lui che esca e non occupi un posto fatto pei veri desiderosi di farsi santi: ut quid terram occupat?

 

Oltre la fuga dei peccati e dei difetti si richiede in voi la santità positiva. Una santità superiore a quella dei cristiani, che pure devono farsi santi; santità superiore a quella dei semplici religiosi, superiore alla santità dei sacerdoti secolari. La santità dei missionarii dev'essere speciale, anche eroica, ed all'occasione straordinaria da fare miracoli.

 

(vedi quad. IX, p. 13). Continuatori ecc. (ivi). Non sarà d'attribuirsi (ivi). Il Ven. Libermann (ivi p. 12). Raccomandiamoci oggi, Solennità della nascita di Maria SS. che ci faccia rinascere ad una vita di fervore; che partecipi come missionarii dell'uffizio, della potenza e della felicità della gran madre (V. La- selve - Nat. M. SS.) incominciamo colla stessa volontà e costanza la via della nostra santità.

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

Domani è S. Pietro Claver; siete solo voi che fate questa festa, dovete ringraziare il Signore.

... Siete tante signore... tante principesse... Ci sono tanti ricconi, tanti principi (incominciando dal Cardinale), che non sono usciti da Toríno. E le principine... Qua c'è tutto: da mangiare, da bere, si respira aria pura, proprio come fanno i signoroni. E già, bisogna ringraziare il Signore. Io lo ringrazio sempre; quando eravate via lo dicevo sempre al Signore che siete trattate con lo zucchero, mentre lo zucchero non c'è più. Con tante miserie che ci sono, aver ancor da vivere... non siete ancora morte!... Adesso si mangia non per vivere, ma per star vivi, come disse il Cardinale, per non morire. E’ bella quest'espressione, sapete! Sì, dobbiamo ringraziare il Signore di quello che ha fatto. Il Signore, se fa delle grazie spirituali, ed anche materiali, ne chiederà poi conto. Non c'è grazia di cui non si debba render conto.

 

Avete avuto pure il riposo, o meglio... l'ozio religioso, ma spero che nello spirito religioso non abbiate abbassato il termometro. Vedete, la campagna è solo per il corpo, per l'anima non c'è mai campagna. Avete fatto vacanza, ed adesso incominciamo l'anno. Incominciamo a domandare al Signore perdono di tutte le incorrispondenze alla grazia. Se ci fosse stato un santo a S. Ignazio, a Rivoli, come, con che spirito avrebbe fatto le passeggiate? Ciascuna esamini le minuzie contro la carità, l'obbedienza, il distacco dalla propria volontà, la mortificazione, l'esattezza, e via via. Bisogna interrogarsi così: Il Signore è stato contento di me nel tempo che sono stata a S. Ignazio? a Rivoli? Questa è la prima parte.

 

Adesso incominciamo, incominciamo! Per incominciare bisogna che vi facciate questa domanda: Ad quid venisti? Perché siamo venute in questa casa pochi mesi fa? qualche anno fa? Perché siamo venute a farci missionarie? per godere? Allora potevate stare nel mondo. Perché siam venute? per farci sante? Se era solo per farvi sante cristiane, potevate pure star nel mondo. Se per essere sante religiose, potevate farvi Cappuccine od andare in qualunque altra comunità. Voi siete venute per farvi sante - religiose - missionarie - Missionarie della Consolata. Adesso stiamo attenti: abbiamo già passato uno, due, tre, quattro anni in Comunità. Abbiamo proprio sempre corrisposto? Spero che nessuna sarà venuta con un fine storto. Pensate che ora siete tenute alla perfezione. E noi tendiamo a questa perfezione? Certamente non siamo ancora perfette, non siamo ancora arrivati alla perfezione del Padre Eterno... Non siete ancora il Signore! Ma, c'è stato in tutto questo tempo passato proprio il vivo desiderio di farvi perfette? Del resto, è inutile che siate venute qui. Si perde tempo se non tendiamo alla perfezione giorno per giorno, ora per ora. Tendere alla perfezione è il fine della vita religiosa. Se uno dicesse: Come ero tre, quattro anni fa, sono adesso... Male! Quando uno, dopo tanto tempo ha ancora gli stessi difetti, se ha sempre bisogno degli stessi avvertimenti, delle stesse raccomandazioni, male! Non basta dire: Non ci ho pensato, non ci ho badato. I superiori non dovrebbero mai dare avvertimenti, si sa come si deve fare. Non bisogna far ripetere tanto le stesse cose. Non ho fatto caso; ma fanne caso!...

 

Dopo un avvertimento non bisognerebbe più dare il secondo. 0 che siamo senza testa. Ma allora che missionarie siamo? E se abbiamo testa non bisogna far ripetere. Sempre dover ripetere le stesse cose! Sempre così! Vedete, si dice una cosa: tante volte si risponde: Ma sì, sì, Deo gratias! E... il giorno dopo è di nuovo così. 0 che è senza testa questa persona, ed allora non è fatta per noi... o che non ci bada, e questo neppure va.

Prima bisogna evitare il peccato mortale, poi evitare i peccati veniali apposta, deliberati. Star attente, non dire: Io non l'ho fatto apposta. Quel « non fatto apposta», una volta va bene, ma la seconda, la terza, la quarta volta, resta colpevole. Non sempre scuse. La povertà è una cosa alla quale si deve stare attenti. Non, mettere tanto condimento e poi saltar fuori col "Non ci ho badato». Eh! la prima volta va bene, ma poi è colpevole, manca alla povertà. Il puro necessario, non il superfluo. Io quest'anno in modo particolare vi vorrò parlare della povertà. Riguardo alla carità, oh! in Comunitá si dovrebbe dar la vita l'una per l'altra!

Bisogna evitare i peccati mortali, sì, ed i veniali anche. Dei peccati di sorpresa... indeliberati... pazienza; ma bisogna almeno cercare di diminuirne il numero. Star attenti su noi medesimi.

 

Non far il peccato non basta, bisogna fare anche il bene. Spassionatamente chiediamoci: Son più perfetta dinanzi a Dío? mi par di aver fatto un po' più di profitto nella virtù?... Non è mica male farci queste domande. Ma se uno dice: Mi par d'essere sempre lo stesso... Non parliamo della divozione sensibile. Quando si dice: Avevo voglia di vivere in comunità; adesso son lì, ma tutto mi annoia, tutto mi pesa... Invece di andare avanti nella perfezione si va indietro; così che alle volte si può perdere la vocazione.

 

Voi l'avete tutte la vocazione. Questa vocazione il Signore la dà a tutte quelle che la vogliono. Ma è la corrispondenza, mie care, che ci vuole, la corrispondenza quotidiana in tutte le cose. L'Imitazione dice: In quante cose devo sacrificarmi? In tutte senza eccezione.

Per incominciare l'anno bisogna mettersi in questo proposito: costi quel che vuole all'anima e al corpo, voglio attendere al mio dovere di religiosa, che è: tendere alla perfezione. La nostra santificazione è quella.

 

Come missionarie basta tendere a quella? Se si tratta di una religiosa comune basta tendere alla perfezione. Guardiamo di non rallentare mai; sempre avanti, costi quel che vuole. Ma se si tratta di una missionaria ci vuole qualche cosa di più. Il Ven. Libermann dice così: Bisogna che la santità risieda nel missionario, sia lui come sua sede, prenda radice nel suo interiore, come una pianta che deve non solo essere li, ma sollevarsi, e si riproduca nella sua condotta. - Son sue parole, e dice ancora: La conversione degli infedeli dipende dalla santificazione dei missionari. E porta tre ragioni:

l° - I peccatori, massime gli infedeli, sono allacciati dal demonio in tutti i loro sensi. Naturalmente con ogni sorta di peccati il diavolo li tiene. Ed allora solo la vita del missionario può scuotere questi peccatori. Non sono le prediche che convertono, è la vita, l'esempio. Bisogna che il missionario abbia tale condotta da essere contraria alla condotta degli infedeli, cioè di questi peccatori allacciati dal demonio.

2° - Il demonio possiede le anime e non le cederà... Da tanti secoli quelle del Kenya, del Kaffa son sue e adesso lasciarle andare?... Perché noi siamo più potenti del diavolo bisogna che siamo santi: è solo la santità che si impone al diavolo. Egli possiede quelle anime e non cederà che alla santità. Sapete il fatto del Vangelo? dove il Signore dice agli Apostoli che i demoni si scacciano solo col digiuno e con la preghiera? Vedete, la santità fa andar via il diavolo. Va a convertire Karoli se non sei santo!... Se vogliamo fare bisogna che siamo santi.

3° - Queste anime per arrivare alla conversione non hanno nessun merito; sono in disgrazia di Dio e non hanno nessun diritto alla loro conversione. E chi porterà questo? Uno che abbia diritto: un missionario od una missionaria che hanno diritto perché rappresentano il Signore e poi, perché sono perfetti. Essere missionari solo di nome non se ne parla. Mosè che faceva tanto verso il popolo che commetteva tanti peccati, diceva che era vero che avevano dei torti e si offriva lui vittima. Onia prova nell'Antico Testamento - andate a leggerlo nelle ultime pagine dell'Ecclesíastico - che il suo popolo era pieno di miserie e per la sua virtù il Signore perdonava a tutto il popolo.

 

Una missionaria che sia proprio perfetta, basta essa a convertire chi sa quanti!... Più che con le parole ottiene con la virtù. Non basta adunque essere religiose, la missionaria deve essere santa per tre motivi: l° Perché i peccatori allacciati dal demonio non cedono che all'esempio; 2° il demonio possiede queste anime da tanti anni e non cede che alla santità; 3° perché queste anime per arrivare alla conversione non hanno meriti; son in disgrazia di Dio, quindi bisogna che ci sia qualcuno che abbia questa forza verso N. Signore e lo imponga.

La conclusione è questa: bisogna che siamo santi, che tendiamo alla perfezione! Chi non tende a questo è fuori posto... è come il fico sterile... e bisogna bruciarl

 

Dovete avere la perfezione come religiose, come missionarie, e come Consolatine. Avendo la grazia particolare di essere Consolatine dovete essere più perfette di tutte le altre missionarie. Quando io vi sento lodare, mi sento un po' vergognato. Non perché sia geloso di voi, no, ma perché ho poca stima di voi. Bisogna pensar sempre male, altrimenti ci si lascia imbrogliare... Una signora un giorno mi diceva: Vorrei che due Missionarie assistessero al funerale di mia sorella, perché mi pare, per le loro preghiere, che se essa è in Purgatorio, verrebbe subito liberata. Guardate che stima hanno delle Consolatine!

Dunque ricordatevi: dovete tendere alla perfezione perché siete religiose, missionarie, Consolatine.

Quando si trattava della vostra fondazione io dissi al Cardinale che mi invitava a formare un Istituto di Suore: Oh, le suore... ce ne son già tante... mi pare che non ho questa vocazione. E il Cardinale: Se non l'hai te la do io. - Allora, se è così, basta, risposi, e... vennero le suore.

 

Mons. Gastaldi quando consacrava sacerdoti diceva: Mi fa pena far dei sacerdoti, perché penso che qualcuno potrebbe non corrispondere. E dire che ce n'è già qualcuno!... Ah! se potessi raschiare il carattere sacerdotale a certuni! Che m'importa di moltiplicare il numero... quando è solo la santità che conta?...

Guardate la virtù che dovrete avere voi! Non quella dei semplici cristiani, delle semplici religiose, dei semplici sacerdoti secolari; dovrete avere una santità speciale, anche eroica ed all'occasione straordinaria. Straordinaria vuol dire far dei miracoli. Non dovete vivere così... all'occasione dovete essere straordinarie: voglio dire, miracolose!... Dovete continuare la missione di Cristo e degli Apostoli!

lo ricordo sempre quello che mi diceva un sacerdote: Come va che il mondo dopo tanti secoli non è ancora convertito? Si è che i missionarí non eran tutti come S. Francesco Zaverio... Non eran della santità degli Apostoli... ed han lasciato tanto da convertire anche a noi. S. Francesco di Sales ha convertito 72.000 eretici in poco tempo. E se noi ne convertissimo anche migliaia e migliaia?

 

Ora bisogna corrispondere e per corrispondere alla nostra vocazione bisogna prendere una risoluzione assoluta. Costi quel che vuole, voglio farmi santa, gran santa, subito santa. E perciò niente storie; non dire: - se non ci fosse quella compagna... quella superiora. .. quel- l'occasione, io mi farei santa... Tutte storie, tutte storie! Se ci perdiamo lì, ogni piccolo maluccio ci impedirà di farci santi. Anche qui non manca l'occasione di farci santi. Esercitate un grande zelo: se non potete andare là in Africa, potete far qualche cosa già qui.

Pensar sovente che il Signore è morto per noi. Assuefarci ai piccoli sacrifici, massime a quelli che dovrete poi fare laggiù. Bisogna far penitenza. Non moriamo di fame; c'è ancor tutto ... ; il Signore ci manda ancora tutto il necessario... Non bisogna fare il muso.

 

Imparare dalla Madonna la cui vita vera esterna cominciò in questo giorno, otto di settembre. Noi incominciamo anche oggi. Incominciamo con ardore, con intenzione di crescere, di aumentare nella virtù e quindi nel merito. La Madonna è arrivata alla pienezza della perfezione. Dopo N. Signore è la più santa che ci sia. Incominciamo anche noi una vita di perfezione. Maria SS. non s'è mai fermata nella via della perfezione.

Domandiamo di rinascere anche noi ad una vita nuova: vita religiosa, missionaria, Consolatina!

 

SR. EMILIA TEMPO

[inizia come il sunto precedente, poi: ]

Dunque ricordatevi: voi dovete tendere alla perfezione perché siete religiose - missionarie - e della Consolata. Quando si trattava della vostra fondazione io dissi al Cardinale che mi invitava a fondare un Istituto di suore: Oh, le suore... ce ne sono già tante! mi pare che non ne ho la missione. Ed egli: Ebbene, gliela do io se non l'ha. Allora se è così, basta, risposi. E vennero le suore. Ah, sì, allora pensavo... purché fossero poi tutte ferventi, e si facessero veramente sante. Sì, suore ce ne sono già tante... e voi non siete mica venute su nel secolo 20' come i funghi solo per niente! No, ma per essere veramente sante. Mons. Gastaldi quando consacrava dei sacerdoti diceva: Mi fa pena far dei sacerdoti perché penso che qualcuno potrebbe non corrispondere. E dire che ce n'è già qualcuno! Ah, se potessi raschiargli il carattere! Non hai moltiplicato la gente se non hai moltiplicato la letizia.

 

Guardate la virtù che dovete avere voi! Non solo quella dei semplici cristiani, né di semplici religiose e neppure di semplici sacerdoti secolari (benché non siate sacerdoti), ma una santità speciale, anche eroica ed all'occasione straordinaria - che vuol dire far miracoli all'occasione. Non dovete solo vivere così... all'occasione dovete essere straordinarie, voglio dire miracolose; e certo poiché dovete continuare la missione del Signore e degli Apostoli!

Io ricordo sempre quello che mi diceva un sacerdote: Come va che il mondo dopo tanti secoli non è ancora convertito? Si è che i missionari non eran tutti come S. Francesco Zaverio... non erano della santità degli Apostoli. S. Francesco di Sales ha convertito 72.000 eretici in poco tempo... Ma non guardiamo se gli altri missionari non erano come questi Santi, guardiamo a noi... Ora bisogna corrispondere; per far ciò bisogna prendere una vera risoluzione. Costi quel che vuole, voglio farmi santa, gran santa e subito santa. E perciò niente storie. non dire se non ci fosse quella compagna... quella Superiora... quell'occupazione io mi farei santa... Storie! Approfittiamo di tutti i mezzi che il Signore ci dà... Se ci perdiamo lì, ogni piccolo maluccío c'impedirà di farci santi... l'impiego ecc... Sì, anche zelo per la salute delle anime; se non potete andare in Africa, potete fare qualche cosa qui con piccoli ma tanti sacrifizi, assuefarci ad essi... e contente di tutto, senza fare il muso. A Maria Bambina domandiamo la grazia di rinascere veramente a vita nuova: vita religiosa - missionaria – Consolatina.

 

La Madonna è arrivata alla pienezza della perfezione. Dopo N. Signore è la più santa che ci sia. Incominciamo anche noi una vita di perfezione. Maria SS. non si è mai fermata nella via della perfezione.

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

La santità deve risiedere nel missionario, prendervi radice e riprodursi nella condotta. Il demonio che possiede quelle anime da secoli non cederà che davanti alla santità. Quelle anime non hanno meriti né alcun diritto alla loro conversione; chi lo avrà questo diritto? Solo la vera missionaria. Basta una sola missionaria santa (non basta però la santità di una semplice religiosa) per fare chi sa quanto. Bisogna quindi che tendiate alla perfezione come religiose - come missionarie - come Consolatine. Che bisogno che nel secolo XX siate saltate fuori come funghi, se non è per farvi più sante. Dovete avere una santità eroica, all'occasione anche straordinaria, il che vuol dire miracolosa.

 

Come va che il mondo dopo tanti secoli non è ancora convertito, mentre solo 12 Apostoli fecero tanto! I missionari sono stati a migliaia ma non erano tutti dei S. Francesco Zaverio.

Non andiamo però a criticare quelli che sono stati prima di noi, ma mettiamoci sul buono; approfittiamo di quei mezzi che il Signore ci dà, non lasciamoci fermare da un'antipatia qui, da un maluccio là. Bisogna farne dei sacrifizi e desiderarne sempre di più.

Quest'oggi la Madonna cominciò la sua vita esterna, ed andò sempre crescendo nella virtù; dobbiamo rinascere anche noi.

 

giuseppeallamano.consolata.org