ATTUALITA'

UN “GRAZIE” IN POESIA FESTA DEL BEATO GIUSEPPE ALLAMANO

In occasione della festa del beato Giuseppe Allamano, il 16 febbraio 2005, nella cappella delle Missionarie della Consolata, a Merlo (Argentina), il padre Alberto Minora IMC ha condiviso alcune riflessioni, esprimendole in forma poetica.

Sono un inno di lode e di ringraziamento alla Trinità e alla Consolata per il dono del nostro Fondatore e, nello stesso tempo, sono una sintesi del progetto di santità da lui realizzato e proposto ai suoi figli e figlie.

Anche se la celebrazione risale ad alcuni mesi fa, pubblichiamo questi pensieri, perché sono intensi e attuali, traducendoli dalla lingua spagnola.


Con il cuore ricolmo di gioia
uniamo le menti ed i cuori
ai nostri fratelli sparsi nel mondo
che oggi elevano a Dio
un inno di lode.

Ti siano rese grazie,
Padre del Cielo,
fonte di vita,
creatore del mondo e dell’uomo
il quale in ogni momento e senza soste
è in ricerca di una agognata felicità.
Grazie per il dono
del beato Giuseppe Allamano
sacerdote della Nuova Alleanza,
appassionato della santa Eucaristia,
servo devoto della Chiesa e del Papa,
figlio affettuoso di Maria Consolata.
Ti siano rese grazie, Cristo Gesù
che sei l’Inviato di Dio,
Salvatore del mondo e dell’uomo
il quale sogna un mondo nuovo e diverso,
in cui la fraternità e l’amore
non siano illusioni,
ma radiosa realtà.

Grazie Gesù,
per il beato Giuseppe Allamano,
sacerdote ricco di zelo missionario.
padre e guida di famiglie missionarie,
maestro e discepolo dei suoi missionari.

Sono missionario per annunciare Cristo,
sono missionario per realizzare il Regno,
sono missionario per unire i popoli,
sono missionario e…,
anche se ho sbagliato,
mi incoraggia ascoltare la tua voce
che ripete:
“Coraggio, avanti sempre”.

Al Santo Spirito si elevi lode e gloria.
Il nostro inno di gratitudine giunga a Te
che sei lo Spirito del Padre,
Spirito di vita e di santità,
che tutto penetra e invade
per rinnovare la faccia dell’umanità.

Grazie, Santo Spirito,
per Giuseppe Allamano
sacerdote in costante ricerca della santità,
tenace nel compiere la volontà di Dio,
padre della nostra vita
consacrata alla missione,
che ci addita un ideale di radicalità
“prima santi, poi missionari”,
per vivere come Cristo la povertà,
per vivere come Cristo l’obbedienza,
per vivere come Cristo la castità.

Perché l’annuncio sia anche consolazione,
bisogna accostare tutti con umiltà e amore.
Non basta fare il bene,
ma bisogna farlo bene e con costanza.
Con lo spirito di famiglia
il mio cammino sarà più spedito.

Non si ferma qui il nostro grazie,
si fonde con il tuo inno di lode,
Vergine Maria,
madre di Dio e degli uomini
ai quali doni il tuo Figlio Cristo Gesù,
la consolazione vera e grande.

Sì, Dio ha fatto grandi cose
nel suo figlio Giuseppe Allamano,
uomo energico e laborioso.
Fin da piccolo imparai ad amarlo,
il suo volto sereno mi è familiare,
a lui apro il cuore.

Sono Missionario della Consolata,
mio nuovo nome e cognome,
impegno di vita ed anche desiderio,
da realizzarsi non in qualsiasi modo,
ma solo come hai indicato Tu.

Padre, così vuoi che ti chiami,
perché essere padre non è solo biologia,
perché essere padre è un compito.

Guarda, Padre, i tuoi figli e figlie
che ovunque vogliono rassomigliarti.
Guarda, Padre, i tuoi istituti,
che sono nostri,
che intendono percorrere i tuoi cammini.
Guarda, Padre, i superiori, i fratelli infermi,
le nostre famiglie, i benefattori…
a nessuno manchi mai la tua protezione.
Guarda, Padre, le opere che i tuoi figli
intendono realizzare con amore e zelo.
Guarda me, Padre, guardami
e cura le mie ferite.

Alzo i miei occhi a te, Padre,
e con il tuo sguardo amorevole mi dici: “figlio”.
Questo mi basta
per annunciare ancora al mondo
la gloria del Signore.


UNA STATUA DELL’ALLAMANO IN DONO AL CARD. SEVERINO POLETTO
Il 31 maggio 2005, la nostra comunità di Roma ha voluto festeggiare i 25 anni di Episcopato del Card. Severino Paletto, Arcivescovo di Torino. Alla concelebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso Cardinale, oltre ai suoi due Vescovi Ausiliari, abbiamo partecipato una trentina di missionari, assieme alle suore della casa e ad un buon gruppo di seminaristi. Ha fatto seguito un pranzo molto familiare, al termine della quale il P. Pietro Trabucco, Superiore Generale emerito, ha formulato al Cardinale gli auguri e le felicitazioni a nome di tutto l’Istituto.

Con parole semplici, P. Trabucco ha ricordato i motivi del nostro sincero omaggio alla persona del Card. Poletto. I suoi 25 anni di episcopato non sono stati soltanto un dono per tre Chiese piemontesi (Fossano, Asti e Torino), ma hanno pure rivelato la sua costante e fraterna vicinanza ai Missionari della Consolata. Egli, che fin da chierico aveva frequentato la comunità del nostro seminario teologico al Castello di Uviglie, da vescovo di Fossano ha favorito l’apertura di una nostra comunità in quella città. Quand’era Vescovo di Asti ha compiuto diversi viaggi nelle nostre missioni d’Africa per predicare corsi di esercizi spirituali ai missionari. Ha pure partecipato attivamente in occasione della beatificazione del Fondatore, presiedendo alle solenni celebrazioni di Castelnuovo, paese natale dell’Allamano. Ed ora, come arcivescovo di Torino, la città che costituisce la culla in cui siamo nati e che conserva i luoghi più cari al nostro Fondatore e a noi tutti suoi missionari, non lascia mai mancare il suo interessamento per la vita del nostro Istituto.

Da alcuni anni, inoltre, il Cardinale prende dimora nella nostra casa generalizia durante le sue frequenti e a volte anche prolungate permanenze in Roma. Queste, sebbene siano sempre occupate da tante incombenze e riunioni di lavoro, non gli impediscono di celebrare l’Eucaristia comunitaria e condividere i pasti con noi. La sua presenza contribuisce a farlo sentire molto vicino a tutto l’Istituto, mentre volentieri ci fa partecipi delle preoccupazioni pastorali della sua archidiocesi e di tutta la Chiesa italiana.

P. Trabucco ha voluto ricordare pure, con riconoscenza, la paterna partecipazione del Cardinal Poletto all’importante evento che l’Istituto ha vissuto nei mesi di aprile e maggio, cioè l’undecimo Capitolo Generale. Egli infatti ha inviato ai missionari capitolari un suo messaggio augurale in cui, tra l’altro, li esortava a trovare ispirazione dall’icona della Vergine Consolata, per "magnificare con Lei il Signore a motivo delle meraviglie che anche oggi Egli compie attraverso l’opera dei tanti Missionari della Consolata diffusi nei vari Continenti".

Come espressione della nostra comunione con il Pastore dell’Archidiocesi di Torino, che è la Chiesa particolare dove è nato, è vissuto ed ha operato il nostro Fondatore, P. Trabucco ha offerto al Card. S. Paletto una piccola statua dell’Allamano: "Riporti l’effigie del nostro Fondatore in quella casa che egli conosce bene, avendone, in vita, varcato la soglia tante volte, per incontrare i suoi arcivescovi". Siamo certi che l’Allamano si sentirà a suo agio nella casa dell’arcivescovo di Torino, che benedirà con particolare effusione.

UN RITIRO SPECIALE SULLO SPIRITO DELL’ALLAMANO

Nei giorni 24 – 26 giugno scorso, un gruppo di una ventina di laici di Torino e di Grugliasco si sono incontrati nella casa delle Missionarie della Consolata a Caprie (To), all’imbocco della Val Susa, per un ritiro di tre giorni sullo spirito dell’Allamano. Si tratta dell’associazione dei “Laici Missionari della Consolata”, collegati con le nostre suore, i quali si sentono chiamati a condividere il carisma del nostro Fondatore e lo stanno vivendo nel loro stato laicale. In genere si tratta di giovani, sia coppie di sposi che persone singole.

Nell’anno dell’Eucaristia, il tema scelto, volendolo esprimere con le parole dell’Allamano stesso, era: “I tre amori dell’Allamano e nostri”. Le meditazioni del ritiro, perciò, si sono svolte su questo triplice contenuto: la S. Messa: sacrificio e mistero di morte e risurrezione; la S. Comunione: pane vivo che ci nutre; il Dio con noi: la presenza reale di Cristo nel tabernacolo. Il metodo con cui sono stati proposti gli argomenti era: la fede della Chiesa sull’Eucaristia, fondata sulla Parola di Dio, interpretata dal Magistero, e vissuta secondo lo spirito dell’Allamano.

Non c’è bisogno di dire che, al termine del ritiro, tutti si sono dichiarati soddisfatti e si sono sentiti cristiani più “eucaristici”, partecipi della fisionomia spirituale propria dell’Allamano.


L’ALLAMANO NEL CENTRO DI SPIRITUALITÀ IN BRASILE

Il 16 giugno 2005, la nostra comunità di San Paolo del Brasile si è radunata attorno alla statua del Fondatore, appena giunta dall’Italia e posta nell’atrio del centro di spiritualità. Il P. Lírio Girardi, nuovo superiore regionale, ha benedetto la statua ed i presenti, prima della concelebrazione eucaristica, che ha segnato l’inizio ufficiale del suo servizio.

Questa statua è la copia fedele di quella che si trova nella casa generalizia a Roma ed è dono della Direzione Generale dell’Istituto alla Regione del Brasile, che ha generosamente ospitato l’ultimo capitolo generale.

D’ora in poi, l’Allamano accoglierà paternamente tutti i gruppi di persone, specialmente di giovani, che andranno nel Centro per ritiri spirituali o per incontri di formazione.

Il suo braccio proteso oltre i confini, solenne gesto di “invio”, ricorderà che senza la dimensione missionaria non può esserci vero rinnovamento dello spirito.