Editoriale

«Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19).

Cari amici lettori,
in questi tempi, siamo bombardati da una valanga di messaggi, provenienti da tutte le parti e di tante qualità. Difficile percepire, in essi, la voce di Dio che chiama.

Saranno stati consapevoli i discepoli di Gesù, quel pugno di uomini e donne che lo seguivano, convocati dalla sua persona e dalla sua parola, che sarebbero diventati per noi icone sulle quali fissare lo sguardo? Pietro, Tommaso, Maria Maddalena, Levi, Zaccheo... e poi Paolo e tanti altri, fino ai nostri giorni: ciascuno di loro può rivelarci qualcosa di quel che significa essere convocati dalla Parola.

Ma non è su di loro che voglio fissare l’attenzione oggi, bensì su Maria, la madre di Gesù. Lei ci potrà rivelare qualcosa su cosa significa vivere convocati dalla Parola. I Padri della Chiesa, ribadivano che l’adesione alla Parola comporta la partecipazione di tutto l’uomo: corpo, anima e spirito, in ciascuna tappa della crescita personale e di quella storica, con relativa crescita misteriosa della Parola stessa nella vita di ciascuno di coloro che si nutrono di essa dopo averla generosamente accolta.

Maria, Vergine e Madre, è paradigma insuperato della vera accoglienza dinamica della Parola di Dio. Da essa deriva la consapevolezza di quel particolare primato dell’ascolto, che non può convivere affatto con le molte attività nelle quali si agita Marta, secondo il racconto del Vangelo di Luca (cf. Cap. 10). Prezioso il silenzio, l’accoglienza, la meditazione, come faceva Maria, che visse sempre alla presenza del Signore, sempre unita a Lui. In ogni istante del giorno e anche della notte poteva dire: «Il mio cuore vigila» (cf. VS, p. 710).

Lei, diretta collaboratrice dello Spirito Santo nell’Incarnazione, ha collaborato pure alla preparazione degli apostoli nel cenacolo, nell’investitura dello Spirito alla Pentecoste.

Anche il beato Allamano ha avuto il suo “cenacolo”, nel santuario della Consolata! Amava recarsi nel coretto sopra il presbiterio, donde poteva fissare lo sguardo sul quadro della Consolata. E là, tutto solo, s’intratteneva con l’amatissima madre celeste dicendo più volte, adagio, per gustare ogni parola, la sua preghiera di predilezione: «O domina mea, o mia signora, santa Maria...».

Ognuno di noi ha il suo “cenacolo”. Chiediamo a Maria di essere dei veri ascoltatori della Parola del Signore e fedeli realizzatori, nella vita quotidiana, di quanto essa ci dice. Torniamo sempre al cenacolo per stare con Maria, pregare con Maria, sentire con Maria, realizzare la missione che ci compete, con Maria.

Carissimi, la Consolata e il beato Alla-mano, intercedano per noi affinché possiamo diventare sempre più ascoltatori attenti di Dio che ci parla, in mille modi, nel nostro quotidiano.

P. Aquiléo Fiorentini, IMC
Padre Generale