MORTIFICAZIONE

1° febbraio 1914

 

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Non solo le mortificazioni dello spirito ma anche quelle del corpo sono necessarie per farci sante. S. Luigi diceva di fare una cosa e non lasciare l'altra. Lasciamo che i Superiori ci mortifichino in pubblico, ci taglino l'amor proprio fino alla radice. Ma cosa dico mortificare; se guardiamo tutte quelle mancanze di carità, quelle pagliuzze che vediamo negli occhi degli altri mentre non vediamo la trave che abbiamo nei nostri.

 

... Non vi rincresca alzarvi subito al mattino e il non poter contentare la voglia di dormire, ma al primo tocco della campana balziamo dal letto come se in quello ci fossero dei carboni accesi, così non daremo neppure un minuto al demonio; ma subito: Ecce venio - rispondiamo a Dio mentre in fretta ci prepariamo per andare in chiesa a riceverlo nella S. Comunione. Sentiamo il Signore che ci dice: Festina - cioè, fa' presto a salire o scendere la scala, fa' presto a venire da me.

 

... Sì, proprio in questo mese dovete esercitarvi nelle mortificazioni, e maggiormente in quest'epoca del carnevale, ché fuori si fa tanto male... tanto male. (E dopo un sospiro) Vorrei dirvi una parola ma non ve la dirò. Non si va in Paradiso in carrozza mie care, e perciò come già vi dissi, non solo mortificazioni di spirito ma anche del corpo; non è solo lo spirito che pecca, ma anche il corpo. Un santo che viveva nel deserto, una notte che nevicava molto uscì fuori a pregare, e la neve aveva già quasi coperto il nostro sant'uomo ed esso quasi non se ne accorgeva: solo di tanto in tanto sentiva un brivido di freddo che lo prendeva ed allora diceva: perdonami corpo mio se ora ti faccio tanto patire; tu ora non capisci il bene che ti faccio, ma mi ringrazierai in Paradiso per tutta l'eternità. Un giorno un religioso mi disse: Nella mia comunità non manca pane e minestra, ma poi nulla più. Io gli risposi: Mio fratello, ogni giorno do- mandi a Dio il pane e non la carne; contentati dunque che dandoti Iddio la minestra te la dà già di soprappiù e non è obbligato a tanto.

 

In conclusione bisogna fare penitenza per noi e per tanti peccatori. Se ora che stiamo bene non siamo capaci di stare un minuto senza parlare, che sarà di noi quando saremo ammalate? Se non siamo -capaci di stare unite con Dio da sane, da ammalate che sarà? allora avremo da pensare al male e vorremo che tutti ci compatiscano. Il Ven. Cafasso non voleva nessuno accanto al letto per servirlo e diceva a Don Bosco: Non sai che ogni parola detta inutilmente si ruba a Dio?

 

Concludo: fate penitenza per voi e per le missioni; se una missionaria non è persona di penitenza, darà qualche battesimo e nulla più... Gesù rimane continuamente prigioniero d'amore per ciascuna di voi in particolare e ognuna può dire: Gesù rimane nel tabernacolo per amor mio; poi date un'occhiata a voi stesse e tagliate, tagliate. Sarò una chiacchierona? Tagliate. Sarò un ficcanaso? Tagliate, e così via.