NOVENA DELL’IMMACOLATA UFFICIO DELLA MADONNA

27 novembre 1904

Quad. I,26-28
1. 27 Nov. 904. Novena dell’Immacolata

25 anni fa si celebrava il giubileo d’arg. della def. dell’I. C.; ed allora in Sem. come direttore, esortavo i miei cari chierici a cel.ne bene la Nov. e la Festa. - Sono passati 25 anni e per volontà di Dio nuovamente mi trovo fra chierici, e quanto diletti! per anim. al giub. d’oro... - Portiamoci all’anno 1854, quando al S.P. Pio Nono..., che entusiasmo!... (D. Caf. a S. Frane. - SS. Consolata). A Roma in quest’anno... già Papa Leone... poi il regnante... S. Alfonso aveva fatto voto di dif. e propagare la div. all’Imm.

Due cose faremo:
1) "gaudio e congratulazione" gaudium ann. un. mundo..."; godere del più bel dono della nostra madre! Il Signore non trovò di meglio; quindi: Sia bened. O Maria conc...
2) imit. nel non fare peccati deliberati... ed aumento di grazia...;
quindi regole, ecc...

2. Id. 27 Nov. 1904
sull’Uff. della Madonna

Assistei alla recita delle vostre ore, e ne godetti: Si dicono bene, non troppo adagio, non mangiando sillabe; solo badate a fare l’asterisco. - Qualcuno dirà: perché far recitare nell’istituto l’Uff. della Madonna dai giovani che non sono ancora obbligati dalla Chiesa al Div. Uff. mentre hanno tanto da studiare? - e poi non sarebbe meglio altra preghiera che capiscono e così... - Alla prima obbiezione rispondo, oltre alle disposizioni della Chiesa nei Canonici..., col fatto di due Domenicani, che al Concorso al Collegio Teol. superarono... - Alla seconda, dirò che chi così parlasse non sa che cosa si dica. L’uff. della Madonna dopo il Divino è la prima e la più eccellente sia per la sostanza.... per l’autore che si crede S. Pier. Damiani, altri S. Bonaventura...; come pure per la sua efficacia. Si legge nella vita di Teresa Comoglio, che la SS. Vergine un giorno apparsale (sic) mentre s’angustiava per far entrare un povero ammalato all’ospedale, le disse: "senti, se tu, come anche altri, desiderate qualche grazia, recitate l’ufficio della Madonna, ed otterrete" (Vita T.C. p. 122).

Il salterio, di cui essenzialmente è formato l’Uf. della M. è una raccolta di salmi, di inni, di cantici, con cui la nazione giudaica lodava Dio e tramandava ai figli la memoria dei grandi avvenimenti dei padri; in essi si concentra quanto sta scritto negli altri libri del V. T. Specialmente Davide, che è l’autore di quasi tutti i 150 salmi, quale profeta espresse in essi i caratteri del Messia ed il suo regno, la Chiesa; e vien detto dai padri: la bocca della Chiesa. La Chiesa si servì sin dal principio del salterio per celebrare le lodi di Dio (Martini - pref. salmi).

Sebbene non sia necessario che i recitanti capiscano il senso dei salmi, quindi le suore ed i laici..., perché parlano a nome e colla bocca della Chiesa; tuttavia dice S. Tommaso che chi intende, oltre il frutto del merito, ne riporta il frutto della consolazione o refezione spirituale; per cui più guadagna chi ora ed intende, che chi orando colla lingua, non sa intendere quello che dice (Mart. l.c.) - Tale conoscenza accende il fervore, e rende più facile e dolce l’obbligazione che la Chiesa impone pel bene del recitante e della stessa Chiesa. - L’anima perciò, dice S. Agostino, procuri di appropriare a se stessa i sentimenti e gli affetti del S. Profeta, e si rivesta di questi. Se il salmo geme, voi pure gemete con esso, se intona le lodi di Dio, e voi con esso cantate le lodi di Dio (Conf. e.IX). Lo stesso Santo dice che ad fovendam pietatem ciascuno può applicarseli come lo muove lo Sp. S.
Nel recitare l’Uf. della M. voi pregate per voi, per la S. Chiesa; ma in quest’atto specialmente pregate per l’istituto, quali membri del medesimo lo rappresentate davanti a Dio.
Quindi farete bene ad applicare i salmi e quanto recitate alle gioie ed ai dolori, alle speranze ed ai timori dell’istituto; e specialmente loderete il Signore a nome di tutti i vostri confratelli. Osservate come ben si applicano in questo senso i salmi: Laudate D. Benedixisti di Prima, ed Avertisti di Nona (V. Martini).

3. Aggiunta al fervorino sull’Ufficio della Madonna (30 Marzo 1906)
Quad. 1,29

Si legge nella vita di S. Brunone fondatore dei Certosini, che chiamato egli a Roma dal Papa per aiutarlo nella cura della Chiesa, i suoi primi discepoli nella Certosa di Grenoble si trovarono combattuti da varie tentazioni, specie di scoraggiamento a quella vita dura e stretta. Allora dietro il consiglio del loro priore Beato Lodovico ricorsero alla SS. Vergine con fervorose preghiere. Orbene una notte mentre stavano in Chiesa salmeggiando... (Vita S. Brun. Voi. 2, p. 35-37 id. p. 41 e pag. 93).

L’Ordine Certosino riconosce da questa pratica la sua stabilità nello spirito, di cui non mai dovette avere riforme. Anche il nostro istituto dall’Uffizio della Madonna ben recitato otterrà lo spirito per cui è fatto, otterrà tante grazie anche speciali pei benefattori; ed i chierici si prepareranno a ben recitare a suo tempo l’Ufficio Divino.

Basterebbe per amarlo questo Uffìzio della B. V., perché ci da occasione di frequenti visite in Chiesa a Gesù Sacr.to, mentre senza di esso, come in Seminario, vi si andrebbe solamente mattino e sera. - Diciamolo adunque con fervore, senza noia, non temendo di stancarci lo stomaco a recitare tutti a voce forte... e prepariamoci sin dal primo segno della campanella...

giuseppeallamano.consolata.org