SACRAMENTATO E ALLA PASSIONE

 22 Febbraio 1914
P.P. Albertone, quad. V, 218-221
22 Febbraio
(Dom. di quinquag.)
Avete fatto festa al Signore (ora d'adorazione). Dovreste stare tutto il giorno e tutta la notte in adorazione, come nella Chiesa dei SS. Martiri. Il Cardinale ha predicato dalle 9 alle 11, poi vi fu benedizione, poi predicò il Vesc. Mons. Bartolomasi fino all'una. E la chiesa era gremita d'uomini. Vi furono 700 e più comunioni; vedete che c'è ancora della brava gente. Ieri sera la Consolata era piena. Quanta gente che vogliono bene al Signore! E noi? I due nostri amori: il Crocifisso e Gesù Sacramentato. Avere un tabernacolo ed è proprio vivo come in cielo. E’ proprio una consolazione nell'Istituto avere tante cappelle dove Gesù sta giorno e notte. Alla Consolata vi è in due posti, e c'è nessuno che possa assistervi sempre: tuttavia non è ozioso: semper interpellans pro nobis. Almeno facciamo volentieri la visita, tenetela cara. Ani­marci a farla bene, andare volentieri, fare silenzio prima di entrare: «pensieri del mondo, state fuori», e vivere di fede.
Di lì Gesù ci ottiene tutte le grazie di studio, di corrispondenza alla voca­zione, ci fa più umili e casti, e se uno sa approfittare di questa fontana di gra­zie, le riceve tutte. S. Alfonso diceva che a Gesù Sacramentato doveva tutto: la vocazione al Sacerdozio, religioso, la congregazione, tutto. E mai abbastan­za grande la divozione a Gesù Sacramentato. La visita alle 11 3/4 ed alla sera deve essere un piacere... dovreste stare come con un amico, poi stare bene, con fede, con amore, fare nostre le preghiere che si recitano. Ricorderò mai abbastanza quello che diceva il Ven. Olier (sulpiziano, che hanno per iscopo di lavorare alla formazione del Clero): «Il Signore ci aveva ispirato che per fare dei buoni sacerdoti, bisogna farli devoti di Gesù Sacramentato». Lo stesso breviario dev'essere una preparazione ed un ringraziamento alla Messa. S. Al­fonso diceva: «Ma perché andiamo in tanti Santuari, terra santa, S. Giacomo ecc. ed ora a Lourdes; ogni tabernacolo ha N. Signore ed è il miglior santua­rio, c'è, c'è, c'è proprio, non solo rappresentato, «se sarete divoti di Gesù
Sacramentato non potete a meno di riuscire santi sacerdoti».
S. Francesco Saverio pregava la notte sui gradini dell'altare ai piedi di Gesù e poi dormiva un pochino lì; e voi, quel pochino che potete stare, non state svogliati; date uno sguardo al tabernacolo, come dice oggi il Vangelo, di­tegli: «Jesu, fili David, miserere mei, vedete che son cattivo, che non mi emen­do; e gridate! Cambiatemi questo carattere... come il cieco, gridate. Gli altri volevano farlo tacere, e lui: «Voglio farmi sentire!» — «Ebbene: cosa vuoi?» — «Ut videam». Voglio vedere. Gridate anche voi: «Vedete che son sempre lo stesso: miserere mei, e giù ripetiamo; ed il Signore, saltem per importunitatem, concederà. Ut videam i miei doveri, a cui ho da corrispondere, ditelo tan­te volte. Oh se comprendessimo bene la grazia di Dio e la fortuna di essere in questa casa, o si scires donum Dei! intimamente! Ed Egli ci aprirà gli occhi. Cosa ha fatto S. Paolo! Il Signore l'ha stramazzato a terra e l'ha fatto cieco, ed allora lui subito quelle parole: «Domine quid me vis tacere?»
E dite quello: ut videam! Miserere mei; se si fosse ben penetrati dei pro­prii doveri!
La volontà va dietro all'intelletto. Facciamo così. Un aumento di divo­zione a Gesù Sacramentato in questi due giorni.
Poi alla passione, in questa quaresima e fin d'ora. Il Vangelo comincia col ricordarcelo: Ecco che andiamo a Gerusalemme! Ci ricorda la passione. Si fa tanti peccati ora, che si rinnova la passione: Egli che ha fatto tanto per di­struggere il peccato! Bisogna che noi consoliamo il Signore e siamo tutti con lui. Passio D.N.J.C. sit semper, sempre e non solo nel venerdì santo, non solo nella testa ma nel cuore. Farete spesso la meditazione sulla passione, ricorda­tevi; quelle cinque o sei cosette:
Chi è che patisce. Per chi patisce. Con chi patisce. Quanto patisce ecc.
Scrivetele queste cose su un pezzettino di carta, e poi farle passare. Sup­poniamo alla coronazione di spine: chi è che fu coronato? Da chi? Per chi? Nostro Signore, e non con una corona d'oro, ma di spine. In che modo? Con piacere, perché io stessi più attento ai miei pensieri; non è necessario che que­sti punti passino tutti, ma aiutano. Dicono: Non sono capace a far la medita­zione. Non si fa quell'attenzione, in generale non si fa bene anche in comuni­tà. Poi bisogna fare atti di dolore, di contrizione, che è per causa mia che Gesù ha sofferto tanto.
Aumentare la divozione a N.S. in questa quaresima in modo che sia sem­pre nei nostri cuori.
(Lettura di alcune lettere di P. Bodino, P. Prina, ecc.).