La
Festa di tutti i Santi è il complesso di tutte le feste dell'anno.
La S. Chiesa dopo aver festeggiato la SS. Trinità, N.S. Gesù
Cristo in tutti i tratti della Sua vita mortale, e lo Spirito Santo; quindi
la SS. Vergine con tante pie devozioni, onorò pure molti santi nei giorni della loro nascita o piuttosto della
morte. Ma sono poche tante feste a proporzione dei milioni di
Angeli e Santi che sono in Paradiso, che pure non c'è luogo nell'anno a festeggiarli. S. Giovanni li vide in Cielo: turbam magnam, quam dinumerare nemo poterat. La S. Chiesa perciò prima che
finisca l'anno stabilì una solennità per tutti gli Angeli e Santi insieme, nella quale fossero da noi
onorati non solo i Santi conosciuti, dalla Chiesa canonizzati e beatificati, o compresi nel Martirologio, ma ancora i
molti che, morti in grazia di Dio, passati o no pel Purgatorio, ora sono in
Paradiso; veri Santi pure essi; tra loro i nostri compatrioti, parenti
e tanti che conobbimo invita: magnus illic carorum numerus, parentum,
fratrum. (S. Cipriano). Di tutti che sono in Paradiso la S. Chiesa solennizza la festa. Ed in questo numero siamo in
certo modo anche noi: in qua scripti sumus, et cives decreti (S. Beda); cioè ci sono là già
preparati i nostri posti, e nessuno ce li usurpa. Così in quei seggi si festeggia pure il nostro futuro Paradiso.
Vedete magnificenza della Solennità d'Ognissanti!
Come prepararci a celebrarla degnamente? Con una fervorosa novena, nella quale ci rallegriamo
cogli Angeli e Santi, li onoriamo ed imploriamo il loro patrocinio.
L'inno che si canterà alla Benedizione esprime bene questi fini; meditiamolo.
In particolare invochiamo ogni giorno un Coro degli
Angeli ed una classe di Santi, incominciando dagli infimi, Angeli e Sante
non Vergini. E domandiamo una virtù ed una grazia di cui abbisognarne. Vi sonoprotettori per tutto, specialmente nei Santi sconosciuti, i quali non mai invocati saranno contenti di
esaudirci. Invochiamo i Santi ch'ebbero le nostre stesse difficoltà, i difetti, e si vinsero, ed ora
felici.
P.P. Albertone,
quad. VI, 8-9
23 ottobre
(In istudio a tutti)
Oggi è cominciata la novena di tutti i santi. È una grande novena; e che sia grande
si vede dalla festa. Questa è una gran festa e la Chiesa la celebra con tutta la solennità. E perché
questo? Perché vedete, la Chiesa lungo l'anno onora questo o quel santo in
particolare, ma poi arriva alla fine dell'anno e s'accorge che ce ne sono ancora, e perciò fa una festa
complessiva di tutti. L'importanza adunque si desume dalla moltitudine di santi di cui si celebra la festa. E di quali
Santi si celebra la festa? 1° di N.S.G.C. e poi della Madonna... E poi tutta la corte celeste, tutti i canonizzati
dalla Chiesa, tutti che sono nel martirologio; poi tutti quelli che non sappiamo; né il nome; né le
virtù, né altro; per essere Santi basta morire in grazia di Dio. Ce ne sono tanti che S. Giovanni
nell'Apocalisse dice: una turba magna; turbam magnam; un numero strepitoso, straordinario, immenso. Ed è giusto:
perché quanto pochi sono i canonizzati! Dunque vi saranno tanto pochi in Paradiso? O no! Quante buone vecchie, madri e padri!
Onoriamo i nostri
amici e conoscenti che sono già là. Questa è una festa di famiglia ed è anche la nostra festa,
perché in Paradiso c'è anche il nostro posto. Né credere di
essere gli ultimi perché più tardi in paragone. Perché lassù vi sono tante sedie; una per
tutti: chi ha una poltrona, — non pei poltroni — chi un gran seggiolone, chi solo una sedia, chi solo una
scranna. Secondo i nostri meriti andremo più o meno su: vicino ad un Serafino od anche alla Madonna. Quindi
quest'oggi cominciamo la novena della festa anche del nostro seggiolone, che è già là.
Dunque prepariamoci con una buona novena: e che cosa
dobbiamo fare in questa novena? Tenere gli occhi e sollevare il cuore a Dio, al Paradiso; rallegrarci coi santi che siano arrivati lassù, e onorarli. Domandare loro aiuto; essi che sono
già tranquilli e felici lassù ci aiutano; e poi invocarli ed imitarli.
Vedete, i santi, non tutti hanno esercitato tutte le virtù, alcuni fecero li-mosine ed
altri mai; alcuni molte penitenze ed altri poche, come il B. Gabriele dell'Addolorata, alcuni non furono vergini; ma una
virtù che ebbero tutti e senza la quale non si va in Paradiso, sapete
qual'è? E l'umiltà. Dovete domandare l'umiltà; essi
possono ottenere; ne abbiamo bisogno sapete, siamo tutti superbi, tutti. E poi, uno è maligno... invochi il santo
che ha avuto più occasione di esercitarsi in questo; chi ha poco ingegno invochi chi ha dovuto faticare
per imparare.
Cominciate da quest'oggi, onorate gli angeli ed i
confessori; domani gli arcangeli e i Martiri, p.e.; e così tutti i giorni, vi sono nove cori, uno per giorno,
con una categoria di santi. Domandate l'umiltà a tutti; e poi qualche
particolare virtù a quello che l'ha praticata.
Questa sera
canterete l'inno. Quell'inno è cosi bello! cantatelo bene!