La ricorrenza dell'anniversario della mia nascita e del mio Battesimo, che
cadde nella passata settimana, mi dà occasione di intrattenervi sulla bella usanza di festeggiare
gli Anniversarii. Ne vedremo l'importanza ed il modo di
farlo.
Nel mondo si usa commemorare
il centenario degli avvenimenti straordinarii, come di Cristoforo Colombo e della scoperta dell'America; della
nascita o della morte di uomini illustri, come in
quest'anno della nascita del Ven. D. Bosco. Anche coram Ecclesia si celebrano centenarii, come quello dell'Invenzione della Immagine della
nostra Consolata e della Cattività del Papa Pio VII in quest 'anno. Si celebrano pure cinquantenarii, venticinquennii, ed anche
decennii di Istituzioni, di lavoro parrocchiale o sacerdotale. Ognuno poi
ricorda e festeggia ogni anno il proprio onomastico...
E noi lasciando ai nostri successori il celebrare il centenario, se Dio vorrà del nostro
Istituto..., commemoriamo fin d'ora gli anniversarii dei punti più
salienti della nostra vita. Come cristiani il giorno della nostra nascita, del S. Battesimo, della S. Cresima, della
prima Comunione; — come religiosi quello della entrata
nell'istituto, della vestizione religiosa; ed ancora, al presente od in avvenire, il giorno della prima e seconda
Professione; — come sacerdoti il giorno che ricevemmo la S. Tonsura, gli Ordini Minori, il S.
Suddiaconato, il Diaconato ed il Presbiterato; — come
missionari il giorno della partenza ed entrata in Missione. Ognuno
aggiunga il giorno di qualche fatto proprio degno di memoria.
Ma perché e come commemorarli?
In ciascuno di questi casi si tratta di una grazia ricevuta
da Dio, dicui Lo si vuol ringraziare; e quindi rinnovare
in noi l'impressione, e lo spirito e le virtù, che la grazia deve produrre (Gaduel: gli
anniv.).
Considerate uno di questi
fatti, p. es. il giorno della Ordinazione Sacerdotale; quale festa in quel giorno e più quale spirito... Ricevute
queste grazie segnalate, (e per la nascita e Battesimo non ebbimo cognizione e non potemmo comprenderne
l'eccellenza), coll'animo tutto ripieno di affetto e di riconoscenza a Dio, promettemmo di ben adempirne le
obbligazioni a costo di qualsiasi sacrifizio. Ma sbollito il primo entusiasmo, l'abitudine ci assalse, ci
raffreddammo e la nostra corrispondenza se ne partì... A rialzare lo spirito e ritornarlo al primo fervore
vengono i S. Sp. Esercizi, i Ritiri mensili e tante altre pratiche in Comunità; ma se questi mezzi servono ad
infervorarci in generale sul nostro obbligo di santificarci, non ci ricordano i singoli doveri assunti, e quindi il
bisogno di rinnovarci nelle speciali grazie ricevute. S. Paolo
ricordava specialmente al suo Timoteo di risuscitare in sé la grazia della S. Ordinazione: admoneo te ut resuscites gratiam quae...
Veniamo alla pratica: 1) Notiamo sul libretto che ognuno deve avere, delle memorie spirituali,
tutti i nostri anniversarii come occorrono durante l'anno, quasi in un
calendario. - 2) La sera precedente prepariamoci con un Veni Creator e
pensiamoci andando a letto. 3) Subito alzandoci indirizziamo la giornata secondo lo spirito dell'anniversario
specialmente la S. Meditazione e la S. Comunione. - 4) Possibilmente a' piedi di Gesù Sacramentato consideriamo la
grazia ricevuta, e perciò portiamoci in spirito a quell'anno, giorno, ora, ... leggendo anche ciò che sta
scritto nel Pontificale, nel Rituale, o nel formolario dei religiosi;
ringraziamo, pentiamoci e preghiamo per quei che
assistettero o cooperarono a quella grazia, come i genitori, i padrini, il Vescovo, il superiore ecc. - 5)
Terminiamo la giornata con fermi propositi di meglio trafficare il donum
dei.
Che bei giorni, questi così
passati! Saranno tanti sproni alla santità, al rinnovamento del
nostro spirito: renovamini spiritu mentis vestrae. Pei dettagli V. Gaduel:
Gli Anniversarii del Sem. e del Prete.
P.P. Albertone, quad. VI, 46-50
24 Gennaio
Il Papa ha prescritto che il giorno di sessagesima si faccia
una funzione riparativa per la pace. E così la faremo anche noi; ha fatto lui stesso una bella
preghiera, e canterete il Miserere, le Litanie dei Santi, ecc. Egli ha prescritto
questa funzione per tutto il mondo, ma siccome non si potrà farlo sapere subito dovunque per la
difficoltà delle comunicazioni ha prescritto che per il Regno d'Italia si facesse la Domenica di sessagesima
e altrove ha prescritto un altro giorno. Pare sempre che siamo alla vigilia della pace e poi ... preghiamo fin d'ora
e sempre con l'intenzione della pace.
Vedete, il nostro protettore dell'anno lo invochiamo troppo poco, almeno
in pubblico; stabiliamo così: mettiamo di invocarlo dopo la meditazione;
dopo la meditazione si
dirà: «San Carlo, pregate per noi». Così sarete animati e vi ricorderete di lui, del suo
zelo, ora che leggete la sua vita. In così pochi anni explevit tempera
multa. Egli ebbe anche delle spine; ma fu sempre imperterrito anche tra le spine. E un santo che ci aiuta a
scuoterci.
Bene! ... del resto?... Voglio parlarvi di qualche cosa di
utile. Siccome questa settimana è stato l'anniversario del mio battesimo voglio parlarvi della pratica degli
anniversarii. In Francia si fa molto, ed è molto in uso. Vedete, si fa l'anniversario dei fatti, il centenario di
Dante, il centenario di D. Bosco; nascita e morti; si fa il centenario della
Consolata; il centenario delle Istituzioni, delle società; si fan i centenari
di un uomo; e poi di più si fanno i cinquantenari, il giubileo d'oro di un sacerdote, di un parroco, si fanno commemorazioni dopo 25 anni di messa; e i parrocchiani festeggiano il loro parroco, ed ora
si fanno anche i decennii, decenni delle fondazioni ecc. Queste cose si fanno nella vita civile, ma nella vita
privata ciascuno deve ricordare le date più importanti. E farne l'anniversario. Così ci sarà
l'anniversario della nascita; l'anniversario del battesimo, alcuni lo stesso giorno; poi della Cresima, della prima
comunione. Poi come Missionari, religiosi e sacerdoti, la data dell'ingresso
nell'Istituto, la data della vestizione, della professione per chi l'ha già
fatta. Così chi ha gli ordini, la data della tonsura, la data dei minori, del suddiaconato, del diaconato, la data
della prima messa, così la data dell'ingresso in Missione, la data della partenza, e poi ciascuno ne avrà
ancora altri particolari.
Tutti questi anniversari bisogna scriverli nel proprio libretto dove
ciascuno tiene le cose sue private. Dovete averlo questo libretto dove segnate quel pensiero che vi ha fatto
più impressione, bisogna tenere tutto. Non dico di essere di quelli che sono sempre in atto di scrivere, ma
quelle cose che vi fanno più impressione, qualche cosetta speciale. Vedete per esempio l'altro giorno mi ha fatto
impressione quel detto: «Judicium meum de vultu tuo prodeat». Che i miei giudizi partano di là; che nel
giudicare io parta dal tuo volto, non giudichi con giudizi umani. Giudicare alla presenza di Dio, guardare le cose di questo mondo, come le guarderebbe Nostro Signore. «Substantia mea tanquam nihilum
ante Te». Oh è tanto bella questa espressione davanti al SS. Sacramento, è così bella
davanti a N. Signore nel tabernacolo. Così quando sentiamo di questi detti conserviamoli. In questo libretto
facciamo una specie di calendario in cui mettiamo, il giorno tale nascita, il giorno tale battesimo, il giorno tale la
Cresima, la Cresima potete saperlo, se non lo sapete più chiamatelo; uno sarà a gennaio, uno a
febbraio, ecc. E quando lo avrete scritto, fatelo. Sono queste tante pietre miliari, sono tante oasi per pigliare un
po' di aria buona; dice un autore che gli esercizi spirituali sono già una buona cosa, ma che è tanto
facile di tenersi solo al complesso della buona volontà, ma non
risuscitiamo la grazia particolare di quel fatto. È dunque molto bene di fare questi anniversari che ci
ricordiamo della grazia ricevuta da Dio, che ci riportiamo a quella memoria, come se il fatto succedesse di nuovo.
Considerata la grazia ringraziarne il Signore, esaminiamo se siamo stati fedeli, preghiamo per quelli che hanno
partecipato, per i padrini, per quelli che se ne sono rallegrati, e così risuscitiamo la grazia di allora. È
tanto facile scordare i benefizi della creazione, ah, sì, pensiamoci: «In charitate perpetua dilexi te,
propter quod attraxi te miserans tui». Voi, o Signore pensavate a me da tutta l'eternità. Voi avete
stabilito da tutta l'eternità quel giorno, e mi avete fatto in luogo di tante altre creature possibili, in luogo
di tante altre creature che avrebbero fatto meglio di me, avete scelto me miserans tui. E così dopo
vent'anni, dopo trent'anni, ed io dopo 64 anni, come ho corrisposto? Ho corrisposto veramente come dovevo per voi?
Così per il battesimo che ci ha fatti figli di Dio. Specialmente noi missionari dobbiamo considerare la grande grazia del battesimo, quanti muoiono senza battesimo! Non dico che vadano
nell'inferno, ma certo sono privi per tutta l'eternità della grazia della visione beatifica di Dio, non
andranno mai in Paradiso! Ed io invece, ecco il Signore ecco che mi ha fatta
questa grazia. E poi tutte le grazie inerenti al battesimo, le virtù teologali ecc. Esaminandoci bene
così sì che viene la riconoscenza ed il pentimento di non avere corrisposto alla grazia ricevuta.
Così per la cresima: il Vescovo ci dice: «Accipe Spiritum Sanctum! Dobbiamo ringraziare il Signore che ci ha
fatto soldato di Gesù Cristo; e metterci con più animo; scuoterci. Poi la prima Comunione, il fervore di
allora; il fervore a suo modo, ... e così l'entrata in questo Istituto,
quanto abbiamo pregato allora per entrare in questo istituto. Così nelle ordinazioni quando abbiamo detto:
«Dominus pars aereditatis meae et calicis mei» e ci siamo staccati dalla terra. E chi non ha ancora preso il
Diaconato vedrà quanto è terribile e insieme commovente quell'istante. Così per la prima Messa;
non c'è nessuno che la lasci.
Così il ricordo di quella
grazia concessaci in quel giorno fa rivivere in noi lo spirito di quella grazia scuotendoci anche durante
l'anno. Bisogna che ce ne ricordiamo, altrimenti ce ne dimenticheremo troppo
facilmente. E il mezzo pratico di fare questi anniversari qual è? Alla sera di
quel giorno si comincia a recitare il Veni Creator e si va a riposo con quel pensiero che il giorno dopo sia consacrato a
quella meditazione. Al mattino quando ci svegliamo ci pensiamo subito e ringraziamo
subito il Signore per quello che ha fatto per noi, e ci offriamo tutti a lui. E poi lungo la giornata trovare un
minuto, o durante messa o altrove, un po' di tempo si trova di stare davanti a
Gesù Sacramentato, e fare le considerazioni che vi ho detto. Sarebbe anche bene leggere nel rituale
Romano, come vi fu dato il Battesimo per riandare meglio. Così anche per le ordinazioni: guarderò
di mandarvi un rituale Romano e così potrete pensare intorno a quel giorno. Admoneo te ut resuscites gratiam
Dei quae est in te, quae data est tibi per impositionem manuum mearum. Così S. Paolo avverte il suo Timoteo, che risusciti la grazia che è in lui che gli è stata data per
l'imposizione delle mani. Oggi è la festa di questo Santo, pregatelo che vi dia la grazia di risuscitare in
voi le grazie di Dio, ora appunto che state studiandone le lettere. E poi alla sera fate il proposito di essere fedeli per
il futuro. Così si fanno gli anniversari, e si va ringraziando il Signore delle grazie ricevute. Abbiamo
bisogno di scuoterci. E così gli esercizi, i ritiri mensili, le novene, gli anniversarii, che devono
scuotere. Perché questi sono doni di cui Dio ci domanderà conto. «Si scires donum Dei». Che
piacere poter dire che il battesimo mi ha salvato, che gusto! Noi siamo nati in mezzo a parenti cattolici, noi che siamo stati i prediletti. Questi pensieri sono quelli che sono venuti in mente a me e che
desidero si imprimano in voi. Così farete pure per tutte le grazie insigni. Quella di essere stati riformati dal
soldato. Per me non mi han mai chiamato, una volta si dimenticavano più facilmente, ed io ho fissato un giorno
dell'anno per ringraziare il Signore.
Queste sono minuzie; ma ci aiutano, e chi è che ha la testa tanto grossa disprezzi pure queste
minuzie; ma intorno ad un soggetto tanto importante anche le minuzie sono importantissime. Guai a chi disprezza le
cose piccole. È come chi per falso amore al Signore vedete: né S. Espedito toglie alla Madonna, né
altri (sic). Ma non sono mica le persone di importanza che disprezzano le cose piccole, sono quelle che poi fanno niente.
Un prete mi scriveva l'impressione che ha fatto a lui l'entrare dai Missionari della Consolata: Dice che lo ha colpito il modo con cui facevano il segno della croce e gli inchini al nome di
Gesù, e non è mica una testa piccola, è una testa grossa. I santi non avevano la testa piccola, e D.
Cafasso dal segno della croce sapeva giudicare di un Sacerdote. E S. Carlo
Borromeo avete letto o leggerete quante minute prescrizioni dava. Chi disprezza
le cose piccole disprezza anche le grosse. Dobbiamo servirci di tutto per aiutarci nella divozione e il mezzo delle date
degli anniversari deve anche aiutarci, e per tutta la vita. Sì, renovamini in
spiritu mentis vestrae.