FESTA DELL'IMMACOLATA — VESTIZIONE CHIERICALE

8 dicembre 1915
Quad. XI, 15-16
Immacolata Concezione
(8 Die. 1915)
Vestizione di quindici Chierichetti
Cari miei chierichetti, voi oggi ci recate una grande consolazione;
voi venite a riempire una profonda lacuna nel nostro cuore e nell'istitu­to. Or son pochi mesi, e come un uragano passò su questa casa, e schiantò una buona parte delle piante del nostro giardino; sacerdoti, chierici e coadiutori in gran numero dovettero lasciarci per correre alla milizia; lasciare questo luogo di pace per portarsi in mezzo al turbinio del mondo. Quanto dolore in quei giorni, ne restammo come intontiti. E quasi questa terribile prova non bastasse, or son pochi giorni altri no­stri cari ci vennero ancora strappati. Come riempire questi vuoti? Il so­lo loro ritorno lo potrà fare.
Ma frattanto a compensarci alquanto della loro mancanza, e quasi ad illuderci della loro assenza, siete voi oggi vestiti della S. divisa di chierici. Così vedendovi per la casa ci parrà ritornato il bel numero an­tico di fratelli maggiori. E vi siete quindici, che dopo la prova di due o tre anni i superiori vi stimano degni del S. Abito di chierici.
Voi sapete che la parola Chierico significa un individuo tutto di Dio, e che Dio è tutto per lui, come dice S. Gerolamo. Siete voi tali, od almeno intendete di esserlo d'ora in poi? Quali chierici voi fate un bel passo verso il S. Sacerdozio, divenite più vicini ai S. Altare, e già parte­cipate un poco ai Sacri Ministeri. - Come nefaste tanto desiderosi, sti­mate la vostra nuova condizione, e portate con santo orgoglio la S. Di­visa. - Dovete in tre modi corrispondere alla grazia che il Signore vi fece quest'oggi: colla preghiera, colla maggiore esattezza al Regolamento e col buon esempio. 1) Se finora avete pregato, d'ora in poi pregherete più bene e molto di più. Siete di Dio e Dio è tutto di voi, come vi dissi;
quindi unione con Lui giorno e notte, vivere pel Signore, e tutto indiriz­zare a Lui. - Di speciale essendo voi quindici reciterete ogni giorno l'in­tiero S. Rosario; un mistero caduno col Pater e le dieci Ave Maria cor­rispondenti. Sceglietevi il mistero per ordine di anzianità e di lettera. Questa preghiera recitatela privatamente ogni giorno; e sia per ottenere la cessazione della guerra, la pace; e quindi il presto ritorno dei nostri cari. I Sommi Pontefici confidano tanto nella devozione del Rosario per ottenere la fine della guerra. Vedete la vittoria di Lepanto... Adun­que questa sia la vostra preghiera comune.
2) Viene l'osservanza del Regolamento. Se finora la coscienza vi rimprovera di non essere stati sempre diligenti agli Esercizi della Comu­nità; allo studio, al silenzio...; da quest'oggi proponete di...
3) Così sarete di esempio ai vostri fratelli minori, che vedranno in voi col cambiamento dell'abito tanti modelli di virtù...
Ponete questi tre proponimenti nelle mani di Maria SS. Immacola­ta. Essa li benedirà e vi darà costanza di praticarli.
Sulla Concezione
L'odierna solennità ci pone davanti i quattro privilegi, di cui Ma­ria SS. venne donata da Dio nella Sua Concezione: 1) l'esenzione dal peccato originale... e 2) dal fomite della concupiscenza - fomes peccati dai Teologi. - 3) Conferma in grazia... 4) Riempita di grazia sopra tutte le creature: Ave gratia plena: Fundamenta Ejus in montibus sanctis (V. da Ponte P. II M.3) Siniscalchi.
Pratica: 1) Rallegrarci tanto colla nostra gran Madre: Tota pulcra [sic] es... Sia benedetta... Tu gloria Jerusalem ... 2) Pregarla che ci par­tecipi dei 4 privilegi.
P.P. Albertone, quad. VII, 39-40
8 Dicembre
Veramente vi ho già fatto il predicotto (allude alle parole d'occasione det­te in Chiesa per la vestizione di 15 Studenti). Ma da parlare ne abbiamo sem­pre. Godo che voi non siete un Collegio, ma un piccolo Seminario, e il Conci­lio di Trento parlando dei Seminari grandi dei Chierici, parla anche di piccoli Seminari e vuole che si educhino quelle pianticelle da trapiantarsi poi nel vero Seminario, perciò voi siete veri Seminaristi. Finora non vi è stato dato quel nome, ma siete Seminaristi. La serra, sapete, è un piccolo semenzaio, dove si mettono i semi da trapiantarsi poi. Adesso voi siete nella serra. A suo tempo vi trapianteremo poi nell'orto, e poi verrà su una bella testa d'insalata, una bella testa di cavolo, e già, voi siete Seminaristi. Mons. Gastaldi è stato il primo che ha fatto le regole del Seminario. Era stato eletto dal Papa ad essere Arcivesco­vo di Torino, ed il Governo non ha voluto dare il suo beneplacito. Il Governo maligno non voleva riconoscerlo. Allora il Papa ha detto: Stia lo stesso. Un po' di minestra gliela darà il Seminario, il Governo dovrà per forza tagliare. Così Mons. Gastaldi venne in Seminario, perché l'Arcivescovado era chiuso, nelle mani del demanio. Faceva pranzo con noi, sentiva la lettura a tavola, e ... si che correggeva... Se qualcuno avesse detto: Il corso ecclesiastico, pro­nunziando l'O largo, diceva subito: «Sei un Corso? (di Corsica). Una volta uno ha letto: S. Guzzellino, quel tale non sapeva se doveva fare l'O stretto o largo; e Mons. Gastaldi ha detto: «Dì U dove ci va U ed O dove ci va O». E ci correggeva... e ci faceva andar via la monotonia. Una volta che uno leggeva con monotonia gli ha detto: Non sai che sei un narcotico potente? Lui intanto non mangiava, e ci correggeva. Dopo eravamo poi contenti. Ci faceva anche scuola di storia Ecclesiastica, ci correggeva i Componimenti, e con quel mez­zo, noi abbiamo imparato ad amarlo, e quando è andato via dal Seminario, perché il Governo alfine si è stuccato, il Papa aveva creduto bene di eleggere lui, piace a me, e non importa che il Governo non dia il suo placet. Dopo che ha dovuto andar via, dopo 30 e più mesi, è toccato a me fargli le condoglianze, che ci rincresceva a perdere la sua Paternità. Ed egli ha risposto: «Rincresce a voi, cari Chierici, ma rincresce molto di più a me. Se non fosse che recherei danno ai miei successori, e si capisce, tutti quei che venivan dopo ci avrebbero rimesso, ebbene se non fosse per questo, io starei qui, me la passerei bene con voi, e voi con me. Lui aveva fatto le preghiere in latino, le preghiere, e le aveva dedicate a noi, in segno di benevolenza. Lì parla del Seminario, e le aveva de­dicate a noi specialmente, ma intendeva a tutti gli altri seminari, quello di Giaveno, di Bra, ecc. Così anche il vostro è un Seminario; finora l'abbiamo sem­pre chiamato Collegio e continueremo esternamente a chiamarlo Collegio, ma sappiate che siete in Seminario. Ringraziamo il Signore. Siete un Seminario vero, e un piccolo Seminario. Questo a vostro riguardo.
Che diremo della nostra Madonna? Non bisogna che lasciamo passare questo giorno senza dire due parole: È una festa che va al cuore, piena di gioia. Dobbiamo essere contenti che la nostra Madre sia stata immacolata fin dalla sua nascita. Sapete, Maria SS. non solo è Madre di Dio, ma è anche no­stra vera Madre; ci ha partoriti là sul Calvario, quando Nostro Signore l'ha data per Madre a S. Giovanni, e in lui a tutti noi, perciò è Madre nostra. Ora il saperla immacolata è roba nostra, un figlio quando sa che la madre ha qual­che cosa, ne gode, roba della madre, roba del figlio. Oggi perciò rallegriamoci colla Madonna. Com'è bello! Sia benedetta la Santa ed Immacolata Conce­zione ... L'avete sentito nella Messa: Tota pulchra es Maria, et macula originalis non est in te! Chi non si sente tutto... non ha cuore. Mons. Galletti, Ve­scovo di Alba, una volta ci faceva la predica in Seminario e parlando della Madonna, mi ricordo che diceva: «Chi all'avvicinarsi delle feste della Madon­na, non si sente desiderio, sentimento di onorarla, costui non ha vocazione, ciò è segno contrario della, vocazione al sacerdozio». Mi ricordo che me le so­no copiate queste parole... Quindi noi godiamo quando diciamo: Ave, gratia plena!....
Sapete che il privilegio dell'Immacolata Concezione comprende quattro cose:
1° La Madonna fu concepita senza peccato originale.
2° fu concepita senza il fomite della concupiscenza.
3° fu confermata in grazia.
4° fu arricchita tanto di amor di Dio da superare gli Angeli e Santi insie­me. Noi non possiamo comprendere la grandezza di questo privilegio.
1) concepita senza peccato originale. Chi è che ebbe una tal grazia? S. Giovanni Battista ma solo prima di nascere, era già concepito. Il Concilio di Trento nel definire il peccato originale dice: tutti quando nasciamo siamo in peccato, eccetto Maria SS.. Vedete, il Signore poteva benissimo toglierglielo dopo, ma no, ha voluto subito, applicandole antecedentemente i meriti di N.S. perciò quando fu concepita, era già pura, senza macchia. «Tota pulchra es Maria, et macula originalis non est in Te». È mai stata soggetta al demonio, il Signore l'ha preservata.
2) preservata dal fomite della concupiscenza. Capite subito. Il peccato lascia dietro di sé un'inclinazione al male. È come se un padre ha fatto banca­rotta, i figli non ne possono mica niente, tuttavia sono anch'essi nella miseria, e sebbene non ne abbiamo nessuna colpa, siamo anche noi bancarottieri. Così abbiamo questa inclinazione al male, tra le altre, c'è questa. Quante volte per­ché una cosa ci è comandata, noi non abbiamo più voglia di farla. Viene un ordine, e basta quello per non volerla più. Questo è il fomite della concupi­scenza, e la Madonna non l'aveva.
3) fu confermata in grazia. Tutta la vita la Madonna non ha mai fatto un peccato, non si è mai confessata, ha mai potuto ricevere alcun Sacramento. E se voi non faceste mai nessun peccato, non avreste mai bisogno di confessarvi come la Madonna.
Essa ha mai avuto niente di peccato, niente. Direte: Già così è comodo;
Essa anche avesse voluto non poteva peccare. Ma non per questo la Madonna ha lasciato di esercitare tutte le virtù come hanno fatto tutti i Santi e in grado eroico. Essa ha commesso nessun peccato, non ha avuto neppure un peccato, né originale, né attuale. Dopo fu subito ripiena di Spirito Santo: Fundamenta ejus in montibus sanctis. I Santi Padri commentando questo Salmo, lo appli­cano alla Madonna, e dicono: La sua santità era già sulle montagne, fin da bambina, ha sorpassato quella di tutte le creature. Vedete, queste belle qualità e doni che la Madonna ha ricevuto. La Chiesa le festeggia tutte quest'oggi. Tota pulchra es Maria! et macula originalis non est in Te! Ave gratia plena! Quando diciamo queste parole, pensiamo che la Madonna fu ripiena non per sé sola, ma per noi. «Venite ad me omnes qui concupiscitis me et a generationibus meis implemini. Qui me invenerit inveniet vitam et hauriet salutem a Domino». Andiamo alla Madonna: Sapete, eccetto quello che è proprio di Dio, tutto il resto la Madonna può darcelo. Come anche diciamo nell'Oremus della Consolata: Domine, Jesu Christe, qui ... per Genitricem tuam Mariam omnia nos habere disposuisti... Essa è il canale delle grazie di Dio, la tesoriera, la dispensiera di tutte le grazie. S. Bernardo lo dice bene. Ti lamenti che non hai ingegno? Corri alla Madonna: Essa l'ha. Sei maligno, senti il fomite della concupiscenza? Va alla Madonna, essa non l'ha avuto e può liberarti. E dobbiamo ricorrere alla Madonna sotto il titolo dell'Immacolata, non solo og­gi: ma sapete che questa festa ha l'ottava, perciò prolungatela tutta l'ottava. Così otteniamo tutte le grazie. Ci conviene. A questo scopo la Chiesa cerca di farci conoscere sempre più la Madonna perché domandiamo delle grazie. Al­cuni nel mondo dicono: Io son più divoto del S. Cuore di Gesù che della Ma­donna. E ve ne sono di questa gente. Sì dobbiamo essere devoti di Gesù; della Passione, dei Santi, ma anche sforzarci verso la Madonna, anche che non ci
439
sentissimo tanto inclinati. E poi in Paradiso non hanno invidia gli uni con gli altri, godono tutti insieme. È N. Signore quasi che preferisce che si abbia de­vozione alla Madonna piuttosto che a Lui. L'ha detto Lui stesso a S. Brigida. Così siamo sicuri; possiamo volerle proprio bene.
(Gli studenti leggono una lettera di ringraziamento per la compiuta vesti­zione. - Si portano alcune caramelle). «La Madonna vi paga i dolci; avete di­ritto di ottenere una grazia per ogni caramella che mangerete».