VESTIZIONE CHIERICALE

7 ottobre 1916
Quad. XII, 12- 13
Vestizione di 8 nuovi Chierici
(7 Ott. 1916)
Mi rallegro con voi, novelli chierici, che in bel numero avete avuto la fortuna di vestire il S. Abito del Chiericato...
Che cosa significa questa sacra divisa? Innocenza, umiltà e perfe­zione: Esto innocens, esto humiliis, esto perfectus (Rossi, Man. dei Sem.): Siate innocenti... Esto innocens. Prima conservatevi innocenti, non profanate il S. Abito col peccato. Ricordate gli anni della prima vostra fanciullezza, quando una piccola vestitina copriva la vostra per­sona, come eravate innocenti in quella veste... La Chiesa vi riveste di si­mile veste, segno della grazia di Dio che deve coprire tutta e sempre l'anima vostra. Portandola tutto il giorno, tenetevi lontani dai peccati... Dite come gli antichi pagani: mori potius, quam foedari: la morte, ma non peccati. Un nostro caro Missionario sotto la milizia mi scriveva del suo gioire, quando al mattino può vestire il S. Abito per la S. Messa, procura di goderlo per tutto il tempo possibile prima e dopo la celebrazione. Lo stesso ricorda ciò che disse a sua mamma quando divenne Chierico: prega, o mamma perché io mai abbia a profanare questo S. Abito; prega perché prima muoia... Il Ven. Cardinal Cagliero parlando del S. Abito, diceva esser desso la scorza dell'albero, senza della quale l'albero intristisce e muore. Tenetela quindi preziosa questa veste benedetta, e vivete sempre coll'innocenza in essa figurata.
Esto humilis: siate umili. Ciò vi indica la veste semplice, senza sfarzo mondano, come povero discepolo di N.S. Gesù Cristo, Il color  nero, simbolo della morte vi dice di disprezzare le cose di questa terra e solo anelare coelestia: Melior est dies una in ... quam... Pensate che con questo S. Abito sarete vestiti dopo morte...
Quanta materia di umiliarci e tenerci bassi. Il mondo disprezza questa divisa e tenta strapparcela o disonorarcela: tenetela preziosa più che le sontuose vestimento del mondo.
Esto perfectus: siate perfetti. È a questo fine che coll'Abito siete staccati dal mondo e rinchiusi per molti anni nei Seminari; perché quivi coi S. Studii, attendiate a rivestirvi di tutte le virtù pel felice giorno del­le S. Ordinazioni. Formatevi santi chierici per essere poi santi sacerdo­ti: Esto perfectus.
E prima di conchiudere, a voi, o degni parenti, una mia parola. Nel vedere fatti chierici i vostri figli, godete come di una grazia singola-rissima che il Signore vi fece. Quanta gioventù nel mondo si guasta, e quanta poca consolazione i figli rendono ai parenti. Con [= Non] così i vostri figli chierici. La mia buona mamma...
Per quanto affetto ora vi dimostrino... solo i sacerdoti e i religiosi pregheranno per voi... Perciò ringraziatene il Signore...
P.P. Albertone, quad. VII, 151-152
Conferenza del 7 Ottobre 1916
(in occasione della vestizione chiericale)
Cari giovani, oggi avete ricevuto il santo abito del chiericato... siatene contenti, questa è una grande grazia che il Signore vi ha fatto... Ma quest'abi­to importa delle obbligazioni, ed io ve ne indico tre in particolare. Esto innocens! Esto humilis! Esto perfectus! — Ecco le tre principali obbligazioni che importa questo santo abito... sii innocente, sii umile, sii perfetto!
Siate innocenti: l'abito che vi ricopre tutta la persona è segno di innocen­za. Quando eravate bambini di pochi anni, non era la veste quella che vi rico­priva? E anche adesso è la veste... E che cosa indicava quella vesticina che ri­copriva tutta la persona? Indicava l'innocenza. E la Chiesa ispirata dallo Spi­rito Santo vi veste della veste dell'innocenza... perché tutta la vostra vita deve essere innocente; tutta la vostra vita deve essere senza peccato... Or sono po­chi giorni che un missionario mi scriveva: «Quando ho ricevuto l'abito chieri­cale mi ricordo che avevo detto a mia madre:- prega perché io porti sempre degnamente e senza peccato questo abito, che il Signore mi faccia morire, pri­ma di contaminarlo! — e questo pensiero è quello che mi fa desiderare questo santo abito; e quando al mattino posso indossarlo per quei pochi istanti du­rante la messa, come lo tengo contento! felice ... mi pare di pregare più bene!».
Questo pensiero della preziosità dell'abito abbiatelo anche voi. Baciatelo ogni mattina pregando il Signore che vi conservi l'innocenza, vi conservi sem­pre senza peccato mortale volontario; mai il peccato veniale!
Secondo: esto humilis: sii umile. Questo abito non ha sfarzo mondano, niente di ricercatura. E un sacco che vi ricopre tutto. E questo deve indicare il disprezzo delle cose del mondo; il non andar dietro alle cose del mondo, allo sfarzo... essere contento delle umiliazioni di N. Signore... Insegna ad essere felici nelle umiliazioni, umili negli occhi del mondo... Vedete, nel mondo non lo possono vedere questo abito!... e alle volte vanno più avanti! Dà loro sui nervi... eh! è il diavolo!! (vuol dire: è il diavolo che mette loro l'odio contro questo abito). Sapete: S. Em. Mons. Cagliero che diceva che questo abito è come la corteccia che ci ripara da tante miserie: è la corteccia della pianta! può prosperare l'albero senza corteccia? ebbene, questa è la corteccia! sebbene la corteccia non sia l'albero, tuttavia lo preserva... così sebbene l'abito non fac­cia il monaco, tuttavia non c'è monaco senz'abito.
E poi questo abito è nero: e che cosa indica il nero? I piaceri? No, la mor­te! Sia continuamente in voi la meditazione dei novissimi... e quando arrivere­te in punto di morte senza profanarlo, come sarete contenti! Quando sarete in punto di morte quello sarà l'abito che vi accompagnerà! Quando sarete morti che abito vi metteranno? Come vi vestiranno? L'abito chiericale! Fortunati voi se lo porterete con umiltà, senza superbia, con vero spirito di N. Signore.
Esto perfectus! sii perfetto. Voi dovete attendere alla perfezione. Vedete, voi avete davanti a voi ancora molti anni prima di ascendere ai Sacri Ordini, e questi anni sono appunto stabiliti dalla Chiesa per tenervi lontani dal mondo, per formarvi al vero spirito ecclesiastico del Missionario.
Questo dovete fare. Incominciate subito. In questi giorni felici della vo­stra vita, fate il proposito fermo: monderò tutta la mia vita! E prima di morire mondatela davvero bene. Si, vivere per farci santi, per acquistare tutte le vir­tù. Siete qui per attendere agli studi, fortunati voi se al termine della vostra prova, dopo gli anni vostri sarete poi ancora tutti presenti. I 40 Martiri di Se­baste... sapete tutta la storia... che pregavano: «quaranta siamo entrati nel combattimento: fate o Signore che siano quaranta le nostre corone». E voi sie­te otto! Guardate di essere poi otto all'appello di N. Signore. Dipende da voi ... dovete corrispondere: di vestirvi veramente di tutte le virtù di N. Signore.
Siate docili! cercate sempre di non passare giorno senza avanzarvi nella via della virtù. La Chiesa vuole che questi anni siano impiegati nella formazio­ne, come si fa delle pianticelle che si allevano, si tiran su bene... fate questo proposito! Per questo modo consolerete anche i vostri bravi parenti presenti, anche per quelli che non hanno potuto venire. Non posso mai dimenticare il bel pensiero di mia buona mamma: «di tanti miei figli, chi sarà di qua o di là, studieranno e via ... e poi pregheranno per me? Ma! pregheranno, faranno l'anniversario... ma tu invece, tutti i giorni che sarai all'altare, io ne avrò par­te!». Queste sono madri cristiane! Non è loro che fanno un sacrificio, ma è il Signore che fa loro una grazia! Preparatevi, fate tutto quello che potete per es­sere veramente innocenti, veramente umili e perfetti... ed allora avrete la spe­ranza coll'aiuto del vostro santo abito di continuare e di avanzarvi sempre me­glio ... e questo è il sospiro vostro e dei vostri superiori.
Quad. di anonimo, 15-16
XIX. 7 Ottobre 1916 - Cappella Presenti Chierici e Studenti Sommario
In occasione della vestizione di 8 nuovi chierici — La veste talare colla sua uniformità, senza sfarzo, senza esteriore lusso mondano, ci mostra il di­stacco dal mondo, col suo colore nero ci rammenta la morte, e coprendo come un sacco, tutto il corpo, significa l'innocenza. — Come questa veste va porta­ta con decoro; prima morire che disonorarla, baciarla con trasporto ogni mat­tino ed ogni sera, vestendola e posandola. — Quali obblighi essa impone a chi la riceve: Esto innocens; esto humilis; esto perfectus. — Come un sacerdote soldato scrivendo al Sig. Rettore, gli rammentava ciò che nel giorno della sua vestizione aveva detto a sua madre: «Prega, prega tanto per me, ch'io possa sempre portare con decoro questo abito, ch'io non lo disonori mai, che anzi muoia prima di commettere un peccato mortale». — Come questo sacerdote sia felice nel portare per alcun poco al mattino, questo abito santo, nel cele­brare la S. Messa, e per il tempo del ringraziamento dopo di essa, parendogli, in questo tempo, di pregar meglio, e con più fervore. — Come i pochi parenti, presenti alla funzione, rappresentino i parenti tutti; come il Signore benedirà il loro sacrifizio, facendo loro una grazia nel prendere un figlio, che potrà sem­pre ricordarsi di loro, come già diceva a lui, la madre del Sig. Rettore: «Tutti gli altri figli mi ricorderanno, faranno forse l'anniversario, mi faran dire qual­che Messa; ma tu che sei sacerdote ti ricorderai sempre di me, e nella Messa pregherai sempre per me, e sarò sicura delle tue preghiere».
Invita noi studenti a godere con quelli più fortunati che veggono giunto il loro bel giorno; e ci anima a prepararci a questo passo, per giungervi meno in­degni e sempre più preparati; e percorrere la via di santità che Dio vuole da noi, e servirlo come Egli desidera.