La festa
di quest'oggi è doppia; la Presentazione al tempio di N. S, G. C. e la Purificazione di Maria SS. I Greci
la enumerano tra le feste del Signore; i Latini tra quelle della SS. Vergine. Si benedicono le candele e si fa la
Processione in memoria della andata al tempio di Gerusalemme della S. Famiglia, dove aspettano il S. Bambino il S.
Vecchio Simeone in quel bel canto: Nunc dimittis Gesù è proclamato lumen ad revelationem
Gentium (V. Durando e A. Carpo).
Noi meditiamo almeno due volte nella
settimana questo mistero nel S. Rosario nel quarto mistero gaudioso. Ricordiamo in quel punto le virtù
esercitate da Gesù e da Maria SS. nella Presentazione e Purificazione. Le principali sono
l'ubbidienza, l'umiltà, la povertà, la purità ed il sacrificio. La legge
obbligava solamente i primogeniti ebrei non Gesù primogenito di Dio Padre; le donne ebree infette di peccati ed
immonde. Tale non era Maria SS. Eppure si assoggettarono alla legge. In ciò fecero atto di ubbidienza cieca.
Esempio per noi che tenuti ad ubbidire, cerchiamo di esimerci tante volte, e solo ubbidiamo nello stretto comandato.
Recitando il mistero domandiamo a Gesù e Maria un 'assoluta ubbidienza in tutto.
Esercitiamo l'umiltà, accumulandosi ai bambini e alle donne Ebree, andati
in panni poveri secondo lo stato di S. Giuseppe, aspettando il loro turno, e così comparendo simili
agli altri, mentre potevano farsi conoscere per quelli che erano, e quindi fatti segno a speciali riguardi. E
noi? Domandiamo questa umiltà ed il nascondimento dei pochi nostri talenti...
La povertà, oltre da tutto il contegno di poveri, la dimostrarono nell'offerta da
poveri, non d'un agnello come facevano le persone ricche, ma di due tortorelle o due colombini. Eppure avevano ricevuto
oro dai S. Re Magi, che già avevano dato ai poveri. Noi non vergogniamoci d'essere poveri, ma gloriamoci, e
regoliamoci come tali.
La purità e nettezza
sempre maggiore, benché fossero purissimi. Così noi pieni d'imperfezioni procuriamo coi Sacramenti e coi
Sacramentali di purificarci... (V. Ven. Da Ponte, Purif.). Il Sacrificio fu il fine per cui Gesù si
portò al tempio, di offrirsi all'Eterno Padre vittima per noi; come già nella sua venuta al mondo: In
capite libri scriptum est de me ut... Qui esternamente e solennemente si offre Gesù vittima, da poi consumarsi
sul Calvario. Maria pure incomincia i suoi dolori colla profezia del vecchio Simeone: Positus est hic... et tuam
pertransibit glaudius.
Ecco tanti pensieri che vi
serviranno per meditare il quarto mistero gaudioso. Colla considerazione ogni volta di alcuno di essi pregherete con gusto
vocalmente e mentalmente.
Nota: Il riscatto con 5
sicli = L. 18 circa (Ved. Vang. S. Luca p. Sales).