STATO MISSIONARIO

21 dicembre 1919
Quad. XV, 14
(21 Dic. 1919)
Stato Missionario
Natura — Eccellenza — Segni — Mezzi — Ostacoli (V. Foglio).
P. V. Merlo Pich, quad. 43-49
20 (?) Dicembre 1919
Voi siete religiosi, sacerdoti e missionari. Stasera ci fermeremo sullo stato missionario. Che cos'è la vocazione apostolica? È quell'atto di Provvidenza soprannaturale con cui Dio presceglie alcuni e li fornisce delle doti convenienti per portar la fede agli infedeli. Un Sacerdote è missionario di natura sua. La vocazione ecclesiastica e la missionaria non si distinguono essenzialmente. Ogni sacerdote è un vero missionario quando ha vero spirito, amor di Dio e della salute delle anime. L'apostolato è il grado superlativo del Sacerdozio. Uno zelante sacerdote è un missionario (quindi si chiamano missionari anche i Lazzaristi). Se poi si tratta di un puro religioso non sacerdote, se è di vita atti­va e specialmente se si riferisce agli infedeli è un vero missionario, come i no­stri coadiutori. N.S.G.C, ha applicato nei tempi i decreti di Dio, e cominciano [ = cominciando] dagli apostoli, trasmette la sua missione stessa ai missionari:
«Sicut misit me Pater et ego mitto vos... Euntes in mundum universum etc...». E la Chiesa conferma, prende atto di ciò che ha fatto N.S. Così noi siamo membri della Chiesa, e operiamo a nome suo.
L'eccellenza si conosce dal desiderio che ebbero tutti i Santi di essere mis­sionari, perché erano pieni di amor di Dio e delle anime. Così S. Francesco d'Assisi - S. Romualdo - S. Teresa - S. Maria Madd. de' Pazzi che anelava di correre fra gli infedeli, ed invidiava gli uccelli che potevano cantare dappertut­to e continuamente la gloria di Dio.
Non occorrono segni straordinari. È sufficiente una vera disposizione di dedicarsi alla propagazione del regno di Gesù Cristo ed alla salute delle anime; una disposizione, un desiderio. Non c'è bisogno di altro. E chi non l'ha la metta: è necessaria. Un missionario deve aver carità, zelo per la salute delle anime; deve essere pronto anche al sacrificio di se stesso.
Per vedere se c'è questa vocazione non è necessario che Dio ci dia proprio una spinta, ma basta anche che si faccia semplicemente per obbedienza, come capita p.e. fra i Cappuccini. Le loro Costituzioni dicono così: «Est vera vocatio non solum positiva propensio, sed etiam qua fratres neque desiderium neque repugnantiam sentiunt, et tamen parati sunt ad omnia quae superior mandaverit».
Il missionario deve avere maggiore virtù per essere uno strumento idoneo nelle mani di Dio: deve avere una santità speciale, eroica, e all'occasione an­che straordinaria da fare miracoli. Il Signore non li nega i miracoli, se farà bi­sogno come con S. Gregorio Taumaturgo e S. Francesco Zav. ma da nostra parte noi dobbiamo avere una santità speciale.
Il Fondatore dei PP. dello Spirito Santo dice che da noi si richiede una maggiore santità perché andiamo a convertire gli infedeli per tre motivi:
1) gli infedeli sono degradati ed hanno bisogno di essere spiritualizzati; e ciò noi dobbiamo farlo colle nostre virtù, coll'esempio: sollevarli dal fango. Per questo ci vuole una grande santità che faccia risplendere ai loro occhi che cosa è la fede, la religione.
2) hanno bisogno di essere spinti — dobbiamo avere questa santità per muoverli, farli assurgere all'ordine soprannaturale.
3) essendo fuori della fede, non hanno diritto alla conversione, perché è necessaria una grazia soprannaturale: bisogna che altri ottengano per loro questa grazia, e ciò non possiamo farlo senza una speciale santità.
In secondo luogo è necessario lo studio. Questo è proprio necessario più che agli altri perché in quei paesi non si potranno aver libri, e poi non ci sarà neppure tempo. È per questo che vi dico sempre di studiare più che potete alla lettera. Soprattutto bisogna studiare e esercitarsi nelle lingue: l'inglese non si saprà mai abbastanza bene.: così il francese, e le altre. Quest'anno ne mettere­mo ancora altre: si metterà tutto a posto...
Vediamo adesso quali ostacoli si oppongono alla vocazione missionaria. Due sono già passati per voialtri, e sono: i parenti e i cattivi consigli: pare che tutti siano interessati ad allontanare uno da questa vocazione: bisogna star attenti: costoro non son santi: i santi non vanno a dar consigli a chi non li vuole e non ne ha bisogno.
Poco fa è venuta da me una figlia di 35 o 40 anni a pregarmi di accettare sua sorella nelle nostre Suore: e si è messa a piangere, io le ho domandato il perché ed essa mi ha detto: Anch'io avevo intenzione di farmi religiosa, ma mio parroco non mi ha lasciata andare (e non ne lascia andar nessuna, dice che le figlie devono santificarsi a casa. Vedete un po'! Eppure è un paese im­portante: e quel parroco tiene questo sistema di non lasciarle andare a farsi re­ligiose. Io non so come può farlo in coscienza! E dovrebbe anche pensare all'avvenire di queste figlie). Essa p.es. mi diceva che non va d'accordo colla cognata... e diceva: «Per mia sorella al parroco non ne abbiamo parlato: non voglio che capiti questa disgrazia anche a mia sorella. Quando si deve dar un consiglio alle figlie nubili bisogna vedere se possono vivere con indipendenza, che non debbano stare con una cognata, o simili: è una cosa importante da os­servare. L'altro giorno è venuta da me una sorella di un nostro missionario, e aveva la cognata insieme. E una mi diceva: «In questa casa non si può andar d'accordo... I bambini fan fracasso, non son più quei d'una volta». E l'altra mi diceva: «Si capisce, io posso mica star sempre dietro ai bambini...» questa gente non ha niente pazienza...
Terzo ostacolo sono i sacrifici che bisogna fare in questo stato; e ce ne so­no, ma non bisogna poi crearli... ci sono anche tante soddisfazioni anche ma­teriali.
Quarto ostacolo è il pensiero dell'avvenire. Uno dice: E se mi rompo una gamba che non servo più, come faccio! Di questo abbiamo già parlato; e ab­biamo visto che qui uno resterà e potrà vivere anche colle gambe rotte. E poi il Signore provvederà: di fame non morremo!
Quindi mettiamoci proprio d'impegno. Non dovete accontentarvi di dive­nire religiosi, sacerdoti, missionari sol per metà; ci vuole proprio il superlati­vo. E per questo dobbiamo pregare molto Gesù nel tabernacolo; e Lui che de­ve formarci. I superiori sono soltanto tante palline che indicano il viaggio per andare a Lui; è Gesù Sacramentato che deve poi fare.
Il Ven. Olier diceva: «Se riesco ad avvicinare il Clero a Gesù Sacramenta­to, tocca poi a Lui a formarli, a santificarli...». E l'ha ottenuto! Sicuro! Il principale sta nell'attirare il Clero al Tabernacolo.
P.G. Richetta, quad. 18
21 Dicembre 1919 Stato missionario
È quell'atto di Provvidenza soprannaturale con cui Dio presceglie alcuni, e li fornisce delle doti convenienti per portare la fede agli infedeli.
— 1° Eccellenza:
1) Sicut misit me Pater.
2) La Chiesa pure manda (Propag. Fide).
3) Tutti i Santi ebbero desiderio.     Tutti i Sacerdoti sono missionari (Lazzaristi).
— 2° Mezzi per corrispondere:
1) maggiore virtù, santità speciale, eroica, straordinaria per fare miracoli, perché: gl'infedeli:
a) sono degradati e bisogna spiritualizzarli.
b) hanno bisogno d'esempio, spinta — Estote imitatores mei. c) non hanno diritto alla conversione essendo fuori della fede, e noi dobbiamo meritarla per loro. (Dal Fondatore dei Padri dello Spirito Santo).
2) studio, perché in Missione:
1) mancano i libri
2) manca il tempo — e conviene studiare:
1) alla lettera
2) le lingue straniere
— 3° Ostacoli:
1) parenti — et inimici hominis ... (Matt. 10, 36)
2) cattivi consigli - Pare che tutti siano interessati ad allontanare da que­sta vocazione. — Una figlia di circa 35 anni, venne da me perché accettassi una sua sorella nelle nostre Suore. E mentre io le facevo delle interrogazioni si mise a piangere. E disse che una volta voleva essa pure farsi Suora, e il parro­co gliel'aveva impedito. E ora di nascosto al parroco procurava di aiutare la sorella, affinchè essa pure non avesse rimorso.
— 4° Sacrifizi — Ce ne sono, ma non bisogna inventarli, e vi sono anche mol­te consolazioni. Il padre di un nostro Missionario (P. Cagliero?) aveva fatto di tutto per impedirlo; poi il Signore dispose che venisse a morire assistito da questo medesimo figlio già di ritorno dalle Missioni. Ebbene sul letto di morte non faceva che domandargli perdono di averlo ostacolato.
— 5° Il timore dell'avvenire — Nel nostro Istituto si può vivere anche colle gambe rotte.
— 6° Formazione, concretizzata nella divozione a Gesù Sacramentato. Non basta accontentarsi di divenire religiosi, sacerdoti, missionari, solo a metà; ci vuole il superlativo. E per questo dobbiamo pregare molto Gesù nel Taberna­colo. È Lui che deve formarci. I Superiori sono soltanto tante palline, che ci indicano il viaggio per andare a Gesù; Egli poi ci formerà.