PENTECOSTE

 20 maggio 1923
P. P. Borello, quad. 49-50
Signor Rettore. 20 Maggio Pentecoste 1923
Voi dovete essere come figli dello Spirito Santo. S. Filippo Neri diceva che i suoi religiosi erano figli dello Spirito Santo. Un figlio deve naturalmente voler bene al padre e sempre deve potergli dire: ti voglio bene. E la gloria del padre non è qualcosa pel figlio? Vi sono anche religiosi che sono poco divoti dello Spirito Santo: lo sono poco del Padre, un po' del Figlio, ma lo Spirito Santo! Eppure l'avete cantato poco fa e lo cantate sempre nella Benedizione:
Genitori Genitoque laus et jubilatio... che sono espressioni perfette d'amore verso Dio, perché voler che tutti s'inchinino... Egli gode di questi complimen­ti, benché non ne abbia bisogno. Ma non c'è solo il Genitore ed il Genitus, ma «procedenti ab utroque compar sit laudatio!» Non bisogna dimenticarsi dello Spirito Santo: È necessario: basta ricordare il cambiamento degli Apostoli do­po la Novena imposta da Gesù C.: «andate e non movetevi finché abbiate rice­vuto lo Spirito Santo». Che cos'erano prima? Per tre anni avevano seguito il Signore ma vi avevano appreso poco... erano ancora pieni di sé, invidiosi (vo­levano sedersi uno alla destra del Signore), eppure escono dal Cenacolo cam­biati in altri uomini. Prima S. Pietro ha paura d'una serva, tutti all'arresto so­no fuggiti; ma dopo difendono il Signore davanti a tutti ed a chi impone loro di tacere, rispondono che devono prima ubbidire a Dio che agli uomini ..., vengono persin castigati, ma essi: «ibant gaudentes», felici di aver avuto da soffrire pel Signore. Guardate l'importanza di ricevere lo Spirito Santo. E la Chiesa per tutta l'Ottava non si vuole occupare di altro Santo: Messa e Brevia­rio tutto dello Spirito Santo ed insiste perché, se per caso non è ancora disce­so, lo può ancora. Come prepararsi a ricevere i doni? Sapete che questa festa è diversa dalle altre: questa non ricorda solo il mistero, ma è proprio perché di­scenda realmente. Ed è una verità: lo Spirito Santo scende in chi vuole ed è di­sposto a venire in chi l'invoca come negli Apostoli. Quanti santi ne furono ri­pieni!
Se vogliamo esser santi e buoni Missionari bisogna che siamo ripieni dello Spirito Santo. Non basta una virtù ordinaria, ci buole una grazia straordinaria. «Veni, Pater pauperum» siamo poveri di virtù! Amiamolo come terza persona della SS. Trinità uguale al Padre ed al Figlio ed un solo Dio con essi: ma inoltre che crederlo in sé, bisogna crederlo in realtà! Quanti Gloria, Segni di Croce fatti alla bella meglio... Non sia il nome dello Spirito Santo solo un'aggiunta, ma guardiamo alla Chiesa che quasi perché fossimo più attenti ci mette due parole: Spirito Santo. E così alla fine degli Inni...
Bisogna invocarlo di tanto in tanto, invocare uno dei suoi doni. Scienza, consiglio... quanto ne abbisogniamo. Praticamente adorare lo Spirito Santo, invocarlo come Colui che dà le grazie: Gesù Cristo ce le ha meritate, ma è lui il canale, lui che dirige la Chiesa tutta, in modo speciale i Sacerdoti ed i Missionari.
La divozione di questi giorni dev'essere di tutto l'anno. Quante miserie in noi. Abbiamo bisogno della fortezza che ha fatti i Martiri. Facciamo bene l'Ottava e siamo divoti di Lui: invochiamolo colle aspirazioni, ascoltiamone le ispirazioni: le anime che vogliono progredire ne sono divote. Dovete anche pregare per gli Ordinandi su cui lo Spirito Santo deve discendere: altri un gior­no pregheranno anche per voi. Facciamo l'Ottava con questa intenzione: ma la nostra divozione allo Spirito Santo non deve terminare con questa Ottava.