S. ROSARIO

6 ottobre 1918

 

XIV. 6

Vedremo: l. L'eccellenza di questa devozione; - 2. 1 beni e frutti che ne provengono; - 3. Il modo di bene recitarlo.

l. L'eccellenza in sé e nella stima che ne fecero i Papi ed i Santi: 1) E’ una preghiera vocale e mentale, che contiene le preghiere più eccellenti: Pater, Ave e Gloria (V. quad. XI p. 1). 2) 1 Papi n'ebbero grande stima (V. P. Bruno - Conf. p. 325). 1 Santi tutti furono specialmente divoti del S. Rosario. Basti nominare S. Filippo che víen dipinto colla corona in mano. S. Francesco di Sales, che fece voto (V. Modello p. 318).

2. 1 beni sono le grazie per noi e per gli altri, spirituali e temporali, pel tempo e per l'eternità. (V. Bruno l.c.). Sono le innumerevoli indulgenze, di cui il S. Rosario venne arricchito dai Sommi Pontefici. Ricordate quella di 500 ecc.

3. Bisogna dirlo vocalmente tutto senza (V. quad. l.c.). Di più mentalmente (V. Hamon vol. IV, p. 283).

Risolvete oggi di non mai lasciare ogni giorno di dire il Rosario, anche quando non potrete dirlo in Comunità; dirlo volentieri, e non come peso o con noia... S. Gertrude vide Gesù Bambino (V. quad. cit.).

S. Domenico ed il B. Alano (V. L'Anima Santa p. 502)

[vedere al 3 ottobre 1915]

 

 

SR. CARMELA FORNERIS

(Il nostro Ven.mo Padre, appena entrato, vede sul tavolo un libro intitolato: S. Teresa di Gesù; e dopo averne sfogliate alcune pagine dice:) Sapete perché la chiamavano Teresa di Gesù? Un giorno nel monastero vide un bambino tutto ricciuto. Stupita Teresa, poiché là era clausura, lo guardò quasi per chiedergli il motivo di sua pre- senza, ma il bambino subito le chiese: Chi sei tu? ed ella rispose: lo sono Teresa di Gesù, e tu chi sei? ed il bambino a sua volta rispose: lo sono Gesù di Teresa; e scomparve... E’ mai succeduto a voi questo? No?!... chi sa quante volte sarà successo, solo che non l'avete visto, perché avete gli occhi troppo materiali... Fatevelo dire anche a voi questo...

 

S. Bernardo salutava sempre la Madonna e lei un giorno gli comparve e gli rispose. Noi non abbiamo le orecchie abbastanza fini, altrimenti Ella risponde sempre anche a noi, spiritualmente.

Che cos'è quest'oggi? E’ la Madonna del Rosario! Veramente la festa sarebbe domani, perché è proprio il giorno in cui ebbe luogo la famosa vittoria riportata a Lepanto. Non si fa mai la festa del Rosario senza parlare di Lepanto. (Il nostro Ven.mo Padre racconta brevemente il fatto). Pochi anni fa si raccoglievano elemosine per fare una chiesa a Lepanto. Eh! guardate, il Signore lascia fare, fare, fare e poi dopo fa Lui...; così si fa sentire.

 

Riguardo a questo benedetto Rosario io ho sempre paura che si dica così, solo per dirlo, tanto per togliere il peso. Non bisogna lasciarsi tirare dal peso. Anche per noi il Breviario alle volte è un peso, specie per esempio, quando non si sta bene, eppure bisogna dirlo. Deve essere un peso leggero, soave; e così è del Rosario. Quando una non lo dice in Comunità e non si sforza di dirlo in privato, è segno che non ha affetto a questa preghiera. S. Francesco di Sales nel tempo che si trovava a Parigi, ebbe una forte tentazione; allora, per essere liberato, fece voto di dire sempre il Rosario. Ed infatti non lo lasciò mai più. Teneva sempre la corona al braccio per non dimenticarsi, e quando era ammalato se lo faceva recitare e lui l'accompagnava.

Il Rosario è il vostro Breviario: più lo direte bene e più avrete buoni frutti per voi e per gli altri. Stamattina ve ne avranno parlato nella predica, nevvero? Vi avran fatto osservare l'eccellenza del Rosario ed il modo di recitarlo. Non se ne parlerà mai abbastanza di

questo. E’ una pratica della Comunità, perciò c'è un certo obbligo di recitarlo: non peccate se lo lasciate, ma... è il vostro Breviario...

 

Noi facciamo peccato se non diciamo il Breviario, voi non peccate, ma bisogna dirlo. Se non c'è l'obbligo, vedete, alle volte si sta lì, si pensa se si deve far questo o se si deve far quello; invece se c'è l'obbligo di una cosa, si fa quella e finita... Può succedere qualche volta, sì, sì, succederà di doverlo lasciare, ma in questo caso si dicono solo cinque Ave Maria e pazienza... Bisogna non aver quell'ambizione di dire: Dopo tanti anni non ho mai lasciato il Rosario. Quello sarebbe superbia. Non ho mai lasciato una Messa; uh! che vanto!... Il Signore alle volte la fa lasciare, poi ci farà vivere un po' di più, così metteremo a posto le Messe che abbiamo perdute... Al Signore piace quando siamo santamente prepotenti!...

Ricordate che il Rosario è il vostro Breviario e perciò si deve fare tutto quello che si può per dirlo. Quando non si dice con la Comunità, prevenire affinché non si tralasci. Un Canonico, per timore di non avere tempo di dire il Breviario, diceva il Vespro al mattino. Figuratevi, dir le preghiere della sera al mattino... eppure, se c'è il motivo, anche questo si può fare. Perciò bisogna penetrarci dell'importanza di lasciare qualunque preghiera libera, individuale piuttosto che quella di comunità. Prima bisogna dire il Rosario..., quella preghiera di comunità e poi le nostre; se per queste non c'è tempo oggi, le diremo poi domani.

 

Il Rosario, sia in sé, sia per la stima dei Papi e dei Santi, è eccellente. Si compone di Pater e di Ave Maria (le preghiere migliori che abbiamo), di Gloria, e soprattutto di Misteri. Perciò questa preghiera è vocale e mentale. Far la meditazione dei misteri è seguire tutta la vita di N. Signore Gesù Cristo e tutta quella della Madonna. Ecco perché S. Domenico per poter atterrare l'eresia degli Albigesi si serviva di questo Rosario: prima per l'importanza della preghiera, e poi perché la gente imparava a meditare la vita di Nostro Signore. Questo Santo predicava il Rosario non solo perché la gente imparasse a recitarlo, ma anche a meditarlo. Faceva due cose in una, come per esempio si studia catechismo e storia sacra assieme.

 

L'importanza di questa preghiera vocale e mentale è grande. I Papi ebbero tutti una grande stima per il S. Rosario. Un Papa ha detto che il Rosario è l'albero della vita: risuscita i morti e conserva i vivi. Urbano IV disse: Per il Rosario ogni giorno provengono immensi beni al popolo cristiano. Leone XIII disse: Per il Rosario si placa l'ira di Dio e si ottiene l'intercessione di Maria SS. Sisto V disse: Il Rosario è la salute del cristiano. Un altro Papa disse: Il Rosario è l'onore della Chiesa romana. Adriano IV disse: Il Rosario è il flagello del demonio. Un altro Papa disse: Il Rosario è la distruzione del peccato e la ricuperazione della grazia. Pio V disse: Per il Rosario si vincono le tenebre dell'eresia e si spande la luce della cattolica fede. Paolo V disse: Il Rosario è un erario di grazie. Urbano VIII disse: Il Rosario è un aumento di cristiani.

 

Tutti i Pontefici si sono scaldati di questo Rosario. E i Santi? Oh! anch'essi ebbero la loro parte. S. Francesco di Sales, S. Domenico (questo poi fu il propagandista di questa preghiera) e, in una parola tutti gli altri santi. Non ce n'era uno che non fosse affezionato al Rosario. Lo tenevano come un secondo Breviario. Questo basta per poter comprendere l'eccellenza di questa preghiera.

 

Non c'è comunità religiosa che non segua la pratica del Rosario. Adesso: quanti beni ne vengono dalla recita del Rosario? Tanti frutti, grazie ed indulgenze. Sapete il fatto di S. Geltrude? Non lo sapete? Ebbene, si dice che questa santa vide la Madonna con il Bambino; il Bambino aveva tanti grani in mano, li raccoglieva per terra e poi li porgeva alla Madonna, ed ella li infilzava. La santa domandò: Che cosa è questo? La Madonna allora le disse: Questi grani son tutte Ave Maria che il Bambino, siccome gli piaccion tanto, cambia in rose e me le porge onde io possa far tante corone.

Ogni volta che dite il Rosario, la Madonna lo disfa e fa delle corone di grazie e di gloria, che voi troverete poi in Paradiso. Vedete come piace al Bambino di sentire il S. Rosario?! Son grazie per noi e per gli altri: spirituali e temporali, pel tempo e per l'eternità. I beni che ne vengono dal Rosario non si possono contare. Delle indulgenze poi ce ne sono tante che non si possono dire. Portare addosso il Rosario o anche solo tenerlo in tasca, si acquistano già delle indulgenze; ma per averle tutte bisogna recitarlo, farlo proprio scorrere.

 

Alla Consolata stamattina, invece di dir Messa con la pianeta verde, l'abbiamo detta con quella bianca. Per dirla quest'oggi bisogna che si faccia una solennità.

Veniamo dunque al modo di recitare il Rosario. Prima di tutto bisogna pronunciare tutte le parole e non mangiarle, perché è questione di non acquistare le indulgenze. Quelli che masticano, non solo perdono le indulgenze, ma le fanno perdere anche agli altri. Quella che deve fare la « capa » la faccia bene: ha da render conto. Le indulgenze valgono quanto suonano. Bisogna guardare anche la materialità della preghiera.

 

Ci sono tre modi di meditare i misteri. Il primo è di meditare il senso delle parole che si dicono: pensar bene a quel che si dice e non stancarsi di ripetere. Questo a certuni qualche volta dà un po' di noia. Il Lacordaire diceva: L'amore non abbonda di parole, più ripete e più vorrebbe ripetere; trova dolce e sempre nuovo quello che dice.

Io dico sempre la Messa della Consolata, quando non è proibita. Quando io dico che voglio bene alla Consolata, cosa devo dire... dirò sempre quello. Quella Messa lì è per ottenere delle grazie dalla Madonna e così voglio che anche i Cappellani la dicano così.

 

Il Signore avrebbe potuto farci dei libri di preghiere ed invece ci ha fatto lì un piccolo Pater (intanto segna una piccola misura con le dita). E la Madonna? In tre volte si è fatta l'Ave Maria. A certa gente piacciono le preghiere lunghe. Ma, buona gente, non pregate con queste preghiere; dite un Gloria Patri... e basta; dite poco, ma bene. Che storia è quella lì? Mettersi in mente di far preghiere lunghe, che poi non si fanno bene...

Oltre la meditazione dei misteri occupiamoci in ogni decina a domandare alla Madonna una virtù o l'emendazione di un difetto. Nel primo mistero si parla dell'annunciazione. Si possono chiedere tre virtù lì. Quella dell'umiltà, che ne abbiamo tanto bisogno; lo spirito di sacrificio e la pura e santa verginità. Così in tutti gli altri; ogni decina si chieda una grazia. Così si dice bene il Rosario e si emendano i difetti. La Madonna ci aiuterà.

L'ultimo metodo è di occuparci proprio dei misteri. Pensate un momento e viene subito il quadro davanti. La Madonna attraversa i monti della Giudea, va a trovare la cugina Elisabetta e si ferma là tre mesi. La serve con carità, con umiltà ecc... Dire tutta la decina pensando a quello.

 

La Chantal diceva che S. Francesco di Sales impiegava un'ora a dire la terza parte del Rosario. Meditare i misteri è necessario per l'acquisto delle indulgenze. Sia meditare le parole che chiedere le grazie e meditare i misteri, si può far tutto assieme.

 

Avere una grande stima di quella corona e dirla volentieri! Quando per caso viene un po' di noia, mandarla via; e se pesa servirà per benedizione. Dirlo bene, recitarlo come si deve, perché la Madonna prende tutti questi grani dalla mano di N. Signore e vi fa la corona, ed in Paradiso la farà poi risplendere. Se potessimo nel giorno d'oggi rinforzare questa devozione, sarebbe già una grazia. Ricordate che il Signore coglie tutti questi grani e li consegna alla Madonna.

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

Riguardo al Rosario, ho sempre paura che si consideri come un peso, e per sé non sarebbe mica male che sia un peso, ma deve essere un dolce peso. Anche per noi, quando non stiamo bene, il breviario rimane un peso, ma si dice lo stesso. Il rosario per voi è il breviario. Non bisogna aver l'ambizione di dire: non ho mai lasciato il rosario; è un po' superbia...

 

L’importanza del rosario come preghiera mentale e vocale è grandissima; tutti i Papi si sono scaldati attorno; è erario di grazie che non si possono contare né dire. Non mangiare le parole per non far perdere le indulgenze anche a chi ce lo dice assieme. Non stancarsi di dire sempre la stessa cosa; l'amore non ha abbondanza di parole, ma ripete sempre.

 

Il Signore avrebbe potuto fare un libro di preghiere, invece ci ha dato un Pater corto corto. Nel recitare il Rosario occuparci dei misteri rappresentandoci il quadro davanti, e dicendo l'Ave Maria non fa più bisogno pensare alle parole, basta meditare il mistero, anzi la meditazione di questo è necessaria per l'acquisto delle indulgenze.

giuseppeallamano.consolata.org