S. FRANCESCO ZAVERIO

2 dicembre 1914
P.P. Albertone, quad. VI, 21-22
2 Dicembre
(Vig. di S. Franc. Zaverio)
Domani è la festa di S. Francesco Zaverio. Chi è S. Francesco Zaverio? È un protettore, un patrono, dei Missionari e della Propagazione della Fede.
È un patrono particolare nostro, e perciò bisogna raccomandarglisi in modo particolare domani; che ci ottenga molta grazia. Siamo sempre lì: due cose bisogna fare: pregarlo e imitarlo. Tutti i giorni dovete pregare questo santo: ma in modo speciale nelle invocazioni che farete a questo santo doma­ni, dovete raccomandargli le missioni e la vocazione vostra. Vedete, questo Santo ha solo fatto il missionario dieci anni, ed è morto a quarantasei, ed ha fatto un bene immenso. Egli ha convertito tutta l'India; e nel Giappone ri­mangono ancora dei cristiani nascosti, convertiti da lui e che conservano la fe­de nascostamente. Ad ogni modo ha talmente convertito che la fede si è conservata lunghissimo tempo. Vedete, in dieci anni ha fatto talmente, che aveva il desiderio di passare in Cina, in Russia, e fare ritorno in Europa convertendo gli eretici, e poi in Italia e poi passare in Africa; ma il Signore si è contentato del suo desiderio. Voi direte: ma noi non siamo capaci, lui era un santo, face­va miracoli. Sì, ma ha dovuto farsi santo prima di esserlo; e poi pregava mol­to. Sapeva a fare una cosa e l'altra; pregare e lavorare. Di giorno convertiva e di notte pregava. Faceva tanti sacrifizi. Sì, perché il Signore le grazie partico­lari, le concede a chi lo prega e cerca di vincere se stesso; e faceva con tanta umiltà che scriveva al suo superiore S. Ignazio che mandasse un altro a correg­gere i suoi difetti; e scrivendo scriveva inginocchiato per rispetto al suo supe­riore e allo spirito di ubbidienza. Da tutto questo ne viene di pregarlo perché è il santo delle Missioni; e imitarlo in tutto. Non nei miracoli; verranno se ce ne sarà bisogno; ma lui non li ha mai domandati; rallegrarci con lui della sua san­tità, e nei nostri bisogni pregarlo. I miracoli verranno se ce n'è bisogno; ma di regola il Signore non si serve per fare tanto bene che di santi; ed è forse per questo che tanti missionari non fanno tutto quel bene che dovrebbero.
Dovete domandare di corrispondere alla vostra vocazione, e come si fa per corrispondere alla vostra vocazione. Facendo tutto il vostro dovere: in chiesa pregando; in istudio studiando; non per superbia e poi i miracoli se sono necessari li farete. Non vivere da sbadato, non vivere come si vivrebbe in un altro collegio. E così lui è venuto un santo missionario. E così noi preghiamolo ed imitiamolo ed egli ci benedirà, qui e in Africa.
            Un autore della sua vita diceva: Totus Dei et totus proximi, et totus sui. Era tutto Dio, era tutto del prossimo, ma era anche tutto di se medesimo. Non come dicono: Oh, tanto se salvo un’anima salvo la mia; si, ma prima bisogna essere santi. Se non saremo santi non saremo buoni né per noi, né per gli altri. Al mattino chi farà la Comunione la faccia per suo onore; e così alla sera avrete la benedizione, e lungo il dì raccomandatevi a lui e pregatele per voi e per le missioni. Così si fanno le feste dei santi.
            Questo non disturba niente quello che avete da fare e intanto attira su di voi le benedizioni del santo.
giuseppeallamano.consolata.org