Oggi la Chiesa nell'introito e poi nell'Epistola ci dice: Modestia ve-stra nota sit omnibus
hominibus. La vostra... La modestia è quella virtù che ... (V. D. Caf.
Istr.).
È necessaria: per l'onore di Dio - per la nostra riputazione - e per
l'edificazione del prossimo. C. Trid. nihil est, quod alios magis... Es. S. Ambrogio escluse due
ordinandi... Ven. Olier... T. Guala ... Predica di S. Francesco.
Mezzi: Presenza di Dio. - lavorarci come sulla vite.
P.U. Costa, quad. II, 96-98
Rev.mo Sig. Rettore - 13-12-1908
Siamo alla Novena di Natale e bisogna che ci prepariamo più
prossimamente; a questo ci serve l'Epistola di oggi (Dom. II Avv.): Gaudete, ecc. e la legge e traduce il
cap. Gaudete in Domino semper, iterum dico gaudete; modestia vestra nota sit omnibus hominibus, Dominus
enim prope est. Godete pure, godete, state allegri, ma nel Signore. E perché soggiunge -
modestia vestra ecc.? Per dire ai Filippesi: rallegratevi sì, ma con moderazione; sempre secondo
la santa modestia. Sì, apprezziamo questa bella virtù, quantunque certa gente non se ne curi. Che importa,
dicono, parlar piano o forte, camminare bene o sbalzi, salire tre o quattro scalini per volta, tenere la berretta sul
cocuzzolo del capo, o sugli occhi, o per traverso, che importa tutto questo? Che importa? S. Ambrogio, benché
mitissimo, non volle ordinare Sacerdoti due giovani, uno perché aveva sempre il capo in giro curiosamente;
l'altro perché camminava a sbalzi. Difatti ordinati poi essi dopo la morte del Santo, uno si fé ariano,
l'altro rinnegò la fede. Ecco come vedevano i Santi, (e vedono anche i maestri di spirito) in queste cose un
indizio di quel che uno sarà .
S. Gregorio Naz. pronosticò sui
futuri traviamenti di Giuliano l'Apostata, osservando la sua irrequietezza ed incompostezza alla scuola
d'Atene.
Quindi i Superiori non sono teste piccole quando vogliono che stiate
attenti a tutte, anche le più piccole cose. Non era un testa piccola il Teol. Guala, eppure un giorno corresse
in pubblico un convittore che aveva scorto seduto con una gamba incrocicchiata sull'altra. S. Bernardo, dopo un anno che
era a Cistercio, non sapeva come fosse fatta la volta della sua cella, e credeva che la sua chiesa avesse una sola
finestra, mentre n'aveva tre: e non sono esagerazioni, è divenuto Dottore della Chiesa, e non era
una testa piccola. Il Ven. Ollier (sic), fondatore dei Seminari di Francia, riprese parecchie volte un suo Sacerdote
che camminava a sbalzi, e non correggendosi egli, un giorno che lo scorse camminare così in Chiesa, uscì dal
confessionale e gli fece una romanzina, dopo la quale quel tale si emendò. Generalmente i santi ce li
immaginiamo sempre composti, non grossolani; quando S. Bernardino da Siena s'avvicinava ai suoi compagni, tutti si
componevano, perché egli era sempre tutto composto. Che cos'è la Modestia? (Definizione di S.
Tommaso):
Sia parlando sul serio, che giocando, non star sempre sul quinci e
quindi, ma a seconda delle circostanze, giocare quando c'è da giocare... La modestia è necessaria a
tutti, ma molto più ai Sacerdoti, ai Missionari che sono i rappresentanti di Dio (Parole del Concilio di
Trento):
E perché dobbiamo essere modesti? Per la gloria di Dio -
l'edificazione del prossimo - la nostra stessa riputazione.
Noi stessi, se
entrando in una casa la vediamo disordinata, la servitù scomposta, ci sentiamo inclinati a perdere la stima al
padrone di essa. Quanto più dunque il mondo a riguardo di noi rappresentanti presso lui Iddio. E questo
avviene ancor più presso i selvaggi che si formano l'idea di Dio da quelli che loro lo predicano. Se vedessero che
abbiamo i loro difetti direbbero: ci si presentano come messaggi di Dio, e poi sono come noi. E questo tanto pei
Sacerdoti come per i Fratelli, che tutti sono messaggeri di Dio, ed i selvaggi li chiamano tutti Padri, non
sapendo per ora distinguerli.
E la nostra riputazione: come possono
stimarci se ci vedono simili a loro, nella grossolanità, cogli stessi loro difetti?
Il buon esempio poi? S. Paolo scrisse: Modestia vestra nota sit omnibus hominibus; non dovete
essere modesti solo per voi, ma anche per dare edificazione al nostro prossimo (1). Non basta esser santo (quantunque i
santi sapessero arrivare a queste cose), non basta essere buono, ma osservare anche quelle convenienze che
edificano il mondo, ed anche i selvaggi dell'Africa sono mondo. Chi vuol essere solo buono, vada a chiudersi in una
caverna, là non avrà più bisogno di queste cose, come S. Ilarione che non si mutò mai
l'abito.
La Modestia regola tutte queste piccole cose, corporales motus et
actiones: come diceva il Ven. Cafasso, dalla punta dei capelli alla estremità delle scarpe. Molte di queste cose si
imparano dal galateo e le altre colla riflessione su noi stessi, sul nostro modo di agire. E poi bisogna correggersi a
vicenda. Talora uno non si accorge di certe miseriette, (non sono mica peccato... uno non lo fa apposta)... usiamogli la
carità d'avvertirlo; non parli così forte, ecc. ... Credo che noi lo facciamo troppo poco questo ... si ha
paura di offendere... Già per evitare certe grossolanità del dialetto piemontese voi dovete parlare
italiano; di più dovete darvi del signore, e questo serve a rendervi fini; ma poi dovete aiutarvi e correggervi a
vicenda; ma chi è corretto non si offenda, che l'altro dirà: oh, non lo correggo più. Ai
Superiori non riesce troppo gradito dover sempre ripetere le stesse cose; è meglio che lo facciate da voi.
E quali sono i mezzi per acquistare questa bella virtù? Sono
due: II primo ce lo da S. Paolo nelle parole: Dominus enim prope est - il Signore è vicino, Dio
mi vede... Bisogna assuefarci all'idea della presenza di Dio, ed allora nel letto, di notte, all'oscuro, da solo o coi
compagni uno sarà sempre ben composto e modesto. Difatti come ci componiamo alla presenza p. es. del
Cardinale... del Papa..., o di qualunque altra persona di soggezione...; quanto più dunque avanti a Dio che ci
vede in ogni luogo.
Il secondo è, come dice il nostro Venerabile nella
sua predica: lavorare, darsi attorno. Certo che bisogna star ben attenti, oh sì! costa, oh sì! Ma è
necessario. E poi come diceva pure il Ven. Cafasso, sulla porta del Paradiso ci verranno incontro una folla di queste
buone opere fatte ogni giorno dal mattino alla sera (sì che empirebbe presto il coronino), dicendoci:
Opera tua sumus!
Sì, desidero proprio che abbiate un grande
amore a questa bella virtù, e servirà a prepararvi alla venuta del Signore, il quale, diciamo anche noi
colla S. Chiesa, prope est... è vicino a venire...
(1) In principio aveva già ricordato la
predica del buon esempio di S. Francesco d'Assisi fatto girando con un compagno per la città con grande
compostezza e modestia. [Nota del p. Costa].