MODESTIA - NOVENA DI NATALE

13 dicembre 1908
Quad. V, 9
Domenica 3 d'Avvento (1908) Sulla Modestia
Oggi la Chiesa nell'introito e poi nell'Epistola ci dice: Modestia ve-stra nota sit omnibus hominibus. La vostra... La modestia è quella vir­tù che ... (V. D. Caf. Istr.).
È necessaria: per l'onore di Dio - per la nostra riputazione - e per l'edificazione del prossimo. C. Trid. nihil est, quod alios magis... Es. S. Ambrogio escluse due ordinandi... Ven. Olier... T. Guala ... Predica di S. Francesco.
Mezzi: Presenza di Dio. - lavorarci come sulla vite.
P.U. Costa, quad. II, 96-98
Rev.mo Sig. Rettore - 13-12-1908
Siamo alla Novena di Natale e bisogna che ci prepariamo più prossima­mente; a questo ci serve l'Epistola di oggi (Dom. II Avv.): Gaudete, ecc. e la legge e traduce il cap. Gaudete in Domino semper, iterum dico gaudete; mode­stia vestra nota sit omnibus hominibus, Dominus enim prope est. Godete pu­re, godete, state allegri, ma nel Signore. E perché soggiunge - modestia vestra ecc.? Per dire ai Filippesi: rallegratevi sì, ma con moderazione; sempre secon­do la santa modestia. Sì, apprezziamo questa bella virtù, quantunque certa gente non se ne curi. Che importa, dicono, parlar piano o forte, camminare bene o sbalzi, salire tre o quattro scalini per volta, tenere la berretta sul cocuz­zolo del capo, o sugli occhi, o per traverso, che importa tutto questo? Che importa? S. Ambrogio, benché mitissimo, non volle ordinare Sacerdoti due gio­vani, uno perché aveva sempre il capo in giro curiosamente; l'altro perché camminava a sbalzi. Difatti ordinati poi essi dopo la morte del Santo, uno si fé ariano, l'altro rinnegò la fede. Ecco come vedevano i Santi, (e vedono an­che i maestri di spirito) in queste cose un indizio di quel che uno sarà .
S. Gregorio Naz. pronosticò sui futuri traviamenti di Giuliano l'Aposta­ta, osservando la sua irrequietezza ed incompostezza alla scuola d'Atene.
Quindi i Superiori non sono teste piccole quando vogliono che stiate at­tenti a tutte, anche le più piccole cose. Non era un testa piccola il Teol. Guala, eppure un giorno corresse in pubblico un convittore che aveva scorto seduto con una gamba incrocicchiata sull'altra. S. Bernardo, dopo un anno che era a Cistercio, non sapeva come fosse fatta la volta della sua cella, e credeva che la sua chiesa avesse una sola finestra, mentre n'aveva tre: e non sono esagerazio­ni, è divenuto Dottore della Chiesa, e non era una testa piccola. Il Ven. Ollier (sic), fondatore dei Seminari di Francia, riprese parecchie volte un suo Sacer­dote che camminava a sbalzi, e non correggendosi egli, un giorno che lo scorse camminare così in Chiesa, uscì dal confessionale e gli fece una romanzina, do­po la quale quel tale si emendò. Generalmente i santi ce li immaginiamo sem­pre composti, non grossolani; quando S. Bernardino da Siena s'avvicinava ai suoi compagni, tutti si componevano, perché egli era sempre tutto composto. Che cos'è la Modestia? (Definizione di S. Tommaso):
Sia parlando sul serio, che giocando, non star sempre sul quinci e quindi, ma a seconda delle circostanze, giocare quando c'è da giocare... La modestia è necessaria a tutti, ma molto più ai Sacerdoti, ai Missionari che sono i rappre­sentanti di Dio (Parole del Concilio di Trento):
E perché dobbiamo essere modesti? Per la gloria di Dio - l'edificazione del prossimo - la nostra stessa riputazione.
Noi stessi, se entrando in una casa la vediamo disordinata, la servitù scomposta, ci sentiamo inclinati a perdere la stima al padrone di essa. Quanto più dunque il mondo a riguardo di noi rappresentanti presso lui Iddio. E que­sto avviene ancor più presso i selvaggi che si formano l'idea di Dio da quelli che loro lo predicano. Se vedessero che abbiamo i loro difetti direbbero: ci si presentano come messaggi di Dio, e poi sono come noi. E questo tanto pei Sa­cerdoti come per i Fratelli, che tutti sono messaggeri di Dio, ed i selvaggi li chiamano tutti Padri, non sapendo per ora distinguerli.
E la nostra riputazione: come possono stimarci se ci vedono simili a loro, nella grossolanità, cogli stessi loro difetti?
Il buon esempio poi? S. Paolo scrisse: Modestia vestra nota sit omnibus hominibus; non dovete essere modesti solo per voi, ma anche per dare edificazione al nostro prossimo (1). Non basta esser santo (quantunque i santi sapes­sero arrivare a queste cose), non basta essere buono, ma osservare anche quel­le convenienze che edificano il mondo, ed anche i selvaggi dell'Africa sono mondo. Chi vuol essere solo buono, vada a chiudersi in una caverna, là non avrà più bisogno di queste cose, come S. Ilarione che non si mutò mai l'abito.
La Modestia regola tutte queste piccole cose, corporales motus et actiones: come diceva il Ven. Cafasso, dalla punta dei capelli alla estremità delle scarpe. Molte di queste cose si imparano dal galateo e le altre colla riflessione su noi stessi, sul nostro modo di agire. E poi bisogna correggersi a vicenda. Talora uno non si accorge di certe miseriette, (non sono mica peccato... uno non lo fa apposta)... usiamogli la carità d'avvertirlo; non parli così forte, ecc. ... Credo che noi lo facciamo troppo poco questo ... si ha paura di offendere... Già per evitare certe grossolanità del dialetto piemontese voi do­vete parlare italiano; di più dovete darvi del signore, e questo serve a rendervi fini; ma poi dovete aiutarvi e correggervi a vicenda; ma chi è corretto non si offenda, che l'altro dirà: oh, non lo correggo più. Ai Superiori non riesce troppo gradito dover sempre ripetere le stesse cose; è meglio che lo facciate da voi.
E quali sono i mezzi per acquistare questa bella virtù? Sono due: II primo ce lo da S. Paolo nelle parole: Dominus enim prope est - il Signore è vicino, Dio mi vede... Bisogna assuefarci all'idea della presenza di Dio, ed allora nel letto, di notte, all'oscuro, da solo o coi compagni uno sarà sempre ben com­posto e modesto. Difatti come ci componiamo alla presenza p. es. del Cardi­nale... del Papa..., o di qualunque altra persona di soggezione...; quanto più dunque avanti a Dio che ci vede in ogni luogo.
Il secondo è, come dice il nostro Venerabile nella sua predica: lavorare, darsi attorno. Certo che bisogna star ben attenti, oh sì! costa, oh sì! Ma è ne­cessario. E poi come diceva pure il Ven. Cafasso, sulla porta del Paradiso ci verranno incontro una folla di queste buone opere fatte ogni giorno dal matti­no alla sera (sì che empirebbe presto il coronino), dicendoci: Opera tua sumus!
Sì, desidero proprio che abbiate un grande amore a questa bella virtù, e servirà a prepararvi alla venuta del Signore, il quale, diciamo anche noi colla S. Chiesa, prope est... è vicino a venire...
(1) In principio aveva già ricordato la predica del buon esempio di S. Francesco d'Assisi fatto girando con un compagno per la città con grande compostezza e modestia. [Nota del p. Costa].
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