... Siete sempre
allegri? sempre contenti? Bene, bene! E domani che festa è?... La conversione di S. Paolo! E cosa è
conversione? Vedete: vi sono di quelli che si convertono dal male al bene, dal bene al meglio, dal meglio
all'ottimo. Voi che conversione volete fare? Dal meglio all'ottimo? Ma prima bisogna ancora fare gli altri passi e
dovete convertirvi anche voi. Qualche cosa da cambiare, da migliorare c'è sempre. Tutti abbiamo bisogno di
convertirci e se qualcuno credesse «Oh, io son già buono, ho preso 9 di condotta!» deve farsi
migliorare, non basta aver 9, ma tutti devono avere 10. Capisco che qualche cosetta, qualche miseriuzza può
scapparci. Ma rimetterci subito a posto. Convertirvi con S. Paolo e poi dire con lui «Domine quid vis faciam?
Signore che cosa vuoi che io faccia? «.Bisognerebbe che leggeste questo bel tratto degli Atti degli Apostoli,
dove si parla appunto della conversione di San Paolo: quando risponde alla voce del Signore e dice «Domine,
quid me vis facere?». Ripetetelo anche voi, e domandate al Signore che cosa vuole che facciate; ma non bisogna solo
domandare, bisogna anche eseguire, esser pronti come San Paolo a seguire la voce del Signore. E non seguirlo solo in
ciò che piace, e in quello che non piace non più. Quando s'è a studio per studiare, studiare
volentieri, non perder tempo; mettere volontà ferma, ma volontà di ferro: giù... duro!... Così
che bisogna fare. Ed io spero proprio che vi convertiate con San Paolo. A tutto il passato non pensiamo più, quel
che è stato è stato: ed io non ci penso più, il vostro assistente neppure; e cominciamo proprio
fin da domani una vita nuova, io vi guarderò solo più da domani in avanti. Mettete buona volontà,
volontà ferma, avete cominciato, continuate, avanti! Il Signore vi benedirà e sarete contenti.
Corrispondete sempre, e se bisogna fare qualche sacrifizio, fatelo volentieri. Senza prendervela senza
lamentarvi.
Pensate un po' se adesso ci togliessero poi il pane: ce lo misurassero
poi:
tanti grammi ciascuno? La città voleva già venire a contare quanti ci siamo, quanto consumiamo, poi
misurarci tutto, un tanto ciascuno di pane, di zucchero, e poi anche di sale! Vedete che non c'è da
scherzare. Siamo in tempi critici. E se accadesse poi che ci togliessero ancora il latte al mattino? Allora
bisogna poi accontentarci di una pagnotta, e se pur vi sarà, e qualche cosa d'altro o anche sola. Ai
soldati l'han già tolto il pane: danno solo più tanti grammi al giorno: e basta al mattino cinque noci
piccole, piccole, che paion nocciole, oppure una mela, oppure due se sono piccole, ma son cose che non si
vedono. Chi sa che non capiti poi anche a noi così. Dover poi sol più mangiare due volte al giorno, e
non quando si vuole. Vuol dire che voi sarete poi disposti a star senza colazione qualche volta, e poi senza merenda, e
non vi lamenterete e sarete ancor più allegri. Se la guerra avesse ancora a durare, chi sa se un giorno non
dovremmo poi ancora star senza pane; Eh! non c'è più chi lo semina, non si può più coltivare:
e potrebbe darsi fossimo poi costretti a mangiare il pane di farina di castagne, di fagioli, ed altro. Chi sa che non
dovremmo poi anche noi mangiare i topi come hanno fatto in Francia a Parigi, tanti anni fa.
Speriamo che tutto questo non venga. Il Signore ci aiuterà Lui, penserà Lui a noi, e non
avremo a soffrire la fame; ma... pregate, state buoni affinchè il Signore non sia poi costretto a castigarci
così. E se venisse poi il giorno in cui non avessimo più carbone per il calorifero? ! Bisogna poi star al
freddo? Sapeste quanto costa ora il carbone! e non se ne trova più. Quello che una volta costava 30 Lire,
ora costa 300 Lire. Pensate! e se doveste poi star senza, che fare? Farete poi come si faceva noi in seminario. Stare
al freddo. Noi l'avevamo mica il calorifero, si scaldava mica. Si scaldava qualche volta un pochettino, un pochettino, ma
poche volte, e tutto fatto! E voi sarete disposti anche a questo. Ma state solo buoni, pregate sempre bene il
Signore, e poi vedrete che Lui vi aiuterà. — Questo qui tanto per dire; ora torniamo a noi... (manca il
resto...).