(All'Istituto, dopo
l'arrivo da Roma, dove il 3 Maggio
fu Beat. Cafasso)
17 Maggio 1925
Vengo a benedirvi la Casa: temo altrimenti che ci entrino i
diavoli...
Voi prendete questa lezione breve ed importante, che vi ho già detto: ciò che ha
fatto grande il nostro Beato Cafasso è l'umiltà... e se qualcuno fosse umile come Lui, il Signore farebbe
con lui le stesse cose. Egli desiderava che alla sua morte non si parlasse più di lui, che nessuno lo ricordasse
che per suffragarne l'anima, ma già Don Bosco gli diceva: «la sua memoria non morrà». E
non morì. Ci vollero 65 anni, ma è riuscita bene: ora gode in Paradiso il premio di tante fatiche ed a
noi lascia luminosi esempi: specie la carità verso il prossimo ed i poveri. Pregatelo per ottenerne tante grazie ed
anche miracoli.
Ora lo vogliono santo. I Cardinali a Roma insistono: «in due o tre anni lo faremo
santo. Tocca a voi farlo far santo, ottenendone i miracoli». Questo è un buon principio. E voi domandate
grazie spirituali, queste piacciono più a lui e le fa più volentieri. Ma siccome queste non bastano
domandate pure grazie materiali, sopratutto miracoli di chirurgia (Si fa una novena, poi una seconda, una terza
senza mai stancarsi). Sopratutto domanda[te] vero spirito religioso.
L'Oremus è proprio fatto
per voi: «spiritu ecclesiastico refecti», perché bisogna che ci siano tali sacerdoti. È fatto
pel clero in generale e voi in maggioranza lo siete. Domandate la vostra formazione. Quanti tra voi potrebbero fare
di più e perdono il tempo e da miserie si lasciano impedire di andare avanti. Vedete il Beato come ha
camminato diritto, senza cercare di fare miracoli, perché [= benché] ne abbia fatti. Diceva il Papa:
«questo è il vero tipo del Sacerdote, che sa fare tutto a maggior gloria di Dio e la salute delle
anime».