15° ANNIVERSARIO DELLA BEATIFICAZIONE DI GIUSEPPE ALLAMANO

Il 7 ottobre 2005 ricorreva il 15° anniversario di quel meraviglioso giorno, quando, in Piazza S. Pietro, l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II pronunciava queste solenni parole: «Con la nostra autorità concediamo che il Venerabile Servo di Dio Giuseppe Allamano d’ora in poi sia chiamato Beato e che se ne possa celebrare la festa, nei luoghi e secondo le regole stabilite, ogni anno, nel giorno della sua morte, il 16 febbraio. Nel nome del Padre, e del Figlio, e dello Spirito Santo».
Dal 1990, tutti gli anni, il 7 ottobre è stato ricordato dai Missionari e dalle Missionarie della Consolata con riconoscenza e commozione, considerandolo come la seconda festa del loro Padre, dopo il 16 febbraio. Anche il 7 ottobre 2005, nella nostra casa generalizia di Roma, che si trova a pochi passi da S. Pietro, abbiamo voluto rivivere l’emozione che molti di noi avevano provato 15 anni fa.
La nostra comunità, assieme ad un gruppo di Missionarie venute appositamente dalla loro casa generalizia di Nepi (VT), si è riunita nella cappella per la celebrazione di una solenne Eucaristia, presieduta dal nuovo Superiore Generale, il brasiliano P. Achiléo Fiorentini. Non dubitiamo che anche in tutte le altre nostre comunità questa giornata sia stata celebrata nel vivo ricordo della beatificazione del Fondatore.
A motivo dell’indubbio significato di famiglia che ha per noi il 7 ottobre, abbiamo voluto unire al ricordo della beatificazione del Fondatore anche la celebrazione di alcuni anniversari: il 70° di professione del P. T. Lazzaro; il 50° di sacerdozio dei PP. E. Tomei e F. Pavese; il 50° di professione religiosa delle suore Martiniana Zabotti e Michelanna Alberione, il 25° di sacerdozio di P. López Vázquez Francisco de Asís Jesús.
Abbiamo voluto così testimoniare simbolicamente al nostro Padre che i suoi figli e figlie seguono la via da lui tracciata e si impegnano a rimanere fedeli al suo spirito fino alla fine. Questo era il suo più ardente desiderio, al punto di promettere solennemente: «Io darò il mio spirito a chi rimane unito a me».
Durante la celebrazione, che ha seguito i testi propri della festa del Beato Allamano, il Superiore Generale ha tenuto una interessante omelia sul significato e valore della celebrazione degli anniversari, secondo lo spirito del Fondatore. Ne riportiamo alcuni brani, sicuri che le parole del nostro Superiore saranno gradite anche ai nostri amici, che condividono con noi lo stesso attaccamento al Beato Allamano.
Quanto riportiamo riguarda prevalentemente l’anniversario di ordinazione sacerdotale, ma l’Allamano ha insistito su tutti gli anniversari: nascita, battesimo, confermazione, ecc. Agli sposi cristiani avrebbe sicuramente suggerito, con la stessa intensità, di celebrare con fede l’anniversario del loro matrimonio.

Omelia del Superiore Generale

«1990, 7 ottobre: Allamano Beato. La sua santità è riconosciuta. Chi non ricorda con elevazione dell’anima quella data? Per noi, un modello, uno sprone, perché tutti siamo chiamati a diventare santi. Oggi, festeggiamo il 15° anniversario della beatificazione. L’undicesimo Capitolo Generale chiede che, nelle nostre comunità, si valorizzino gli anniversari, secondo la tradizione dell’Istituto. Dal Beato Allamano abbiamo imparato a farlo».
Il Superiore Generale passa poi a considerare come lo stesso Fondatore viveva i suoi anniversari, specialmente quello dell’ordinazione sacerdotale e riporta alcune sue parole al riguardo: «C’è una pratica, molto in uso nel Seminari e nei Sacerdoti di Francia, […] che desidero venga anche introdotta da noi: commemorare e celebrare gli anniversari dei giorni più distinti per grazie speciali ricevute da Dio. […] Come festeggiarli? Meditare la preziosità della grazia. Vedere se abbiamo corrisposto ai fini che Dio ebbe nel darcela, e proporre di risuscitare in noi questa grazia».
Come vive lui stesso l’anniversario dell’ordinazione? Lascia che sia riconosciuta l’opera di Dio; ne dà una testimonianza e permette a P. L. Sales che la pubblichi. Il bello è che lui stesso ne fa le correzioni. Ma non vuole festeggiamenti. Sua intenzione era che i festeggiamenti avessero conservato un carattere di intimità religiosa, senza alcuna rumorosa esteriorità; si fossero cioè ridotti ad un semplice incontro dei superstiti compagni di corso. A Mons. Ressia, che avrebbe desiderato l’incontro a Mondovì, ove lui era Vescovo, l’Allamano rispondeva: «Siamo vecchi e sciancati; a Mondovì daremmo ammirazione. In Torino invece ed alla Consolata passeremo inosservati. Io celebrerò la santa Messa e tu ci dirai due parole, e con la Benedizione del SS. Sacramento chiuderemo la nostra festa».
Era però realista. Ad un gruppo di novizi che erano andati a fargli visita, ecco che cosa ha detto il 26 agosto 1923, in vista delle celebrazioni del suo 50°: «Preparatevi alle mie feste: vorrei scappare come al 25° anno, che sono fuggito a Castel-nuovo, ma adesso mi è impossibile. Ho invitato i miei colleghi (siamo ancora 11) e speravo di far festa da noi soli… Ma l’ho già detto a P. Sales [curava le celebrazioni] che fa delle goffaggini. Facciano le cose che vadano bene e non ci siamo delle esagerazioni, come ce ne sono perfino nella lettera del Papa [che era molto lodativa per l’Allamano]. Si vede che sono andati a stuzzicare… Se queste feste servissero almeno a far aumentare nel popolo l’affetto per le Missioni, ne sarei contento».
Insisteva sulla riconoscenza a Dio: «Vi so dire che stamattina nella meditazione, e non solo stamattina, ma in questi pochi giorni di ritiro che ho fatto, mi sentivo vivamente riconoscente al Signore per la vocazione che mi ha dato. Vorrei trasfondere in voi questa riconoscenza. Il Signore non solo ci ha fatto creature ragionevoli, ma ci ha fatto suoi amici e vuole che dove è Lui sia pure il suo ministro. Apprezzate voi la grazia del Sacerdote?».
Ed ha concluso così: «E che cosa farete stasera? Direte al Signore qualche parola per me. Reciterete il Pater, Ave e Gloria per ringraziare la SS. Trinità di avermi fatto Sacerdote, e domandate che faccia anche voi, ma bisogna che lo desideriate, perché al Signore non piace chi non ha desideri. […] Dunque il mio panegirico è finito: pregate il Signore per me, e preparatevi per quando toccherà a voi».
L’Allamano si confida anche con i missionari in Africa e, in definitiva, con tutti i missionari e le missionarie del mondo. In una lettera ai suoi figli e figlie così si esprime: «Col cuore ripieno di intima consolazione ho celebrato il Cinquantesimo della mia Sacra Ordinazione Sacerdotale. Fu questa per me una grazia singolare, che umanamente non potevo aspettarmi […]. La debolezza abituale della mia salute, le molte sollecitudini nei vari stati della mia vita mi prostrarono sovente le forze: eppure… […]. Preparandomi alla festa coi S. Spirituali Esercizi ebbi tempo di ricordare le tante grazie che il buon Dio mi elargì nei passati cinquant’anni […]. Quante responsabilità gravarono sul mio capo; ma Dio che così volle e la sua grazia era con me. Mi consola che cercai sempre di fare la volontà di Dio, riconosciuta nella voce dei Superiori. […] Già ho mandato umili grazie al Sommo Pontefice. Vado ringraziando gli Eminentissimi Cardinali che si degnarono di scrivere le belle lettere. A voi, miei cari figli e figlie, che tanto affetto mi dimostrate in questi giorni, dirò: Deo gratias».
Dopo aver invitato a ringraziare Dio per l’anniversario della beatificazione e per gli anniversari di ordinazione sacerdotale e di professione religiosa dei missionari e missionarie, il Superiore proseguiva: «Il nostro Beato Allamano insisteva nel dire che, nelle relazioni con Dio, abbiamo la mediazione di una Madre, la quale ci ama di un amore tenerissimo, la Consolata. Oggi, 7 ottobre, celebriamo la Festa della SS. Vergine del Rosario, che tanto aiuto ha dato alla Chiesa. Ha aiutato anche noi Missionari e Missionarie della Consolata. Quante grazie ricevute tramite la recita del Santo Rosario!».
Infine, rivolgendosi ai festeggiati, il Superiore ha così concluso: «Con voi, vogliamo sentirci partecipi della missione di Maria, di portare al mondo la vera consolazione, Gesù Cristo Salvatore. Con la Consolata, come ci ha insegnato il nostro Beato Fondatore, vogliamo annunciare, in qualsiasi modo, la gloria di Dio alle genti, come missionari eucaristici, alla scuola di Maria, “Donna Eucaristica”».
giuseppeallamano.consolata.org