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Scritto da IMC
L’ALLAMANO E IL CAMISASSA VICINI
Il 29 gennaio 2004, 103° anniversario della Fondazione dell’Istituto, è stata inaugurata la nuova
sistemazione dell’urna con le spoglie mortali del Camisassa, che dal 2001 risposano nella cappella
dell’Istituto, adiacente a quella del Fondatore.
L’idea di unire nella nostra
cappella la salma del Confondatore a quella dell’Allamano, risale all’anno 1927, subito dopo la morte del
Fondatore stesso. Mons. F. Perlo aveva chiesto ed ottenuto da Propaganda Fide, come si legge in una lettera del Prefetto
Card. G. Van Rossum, il permesso di «effettuare la traslazione delle venerate salme del Canonico Giuseppe Allamano e
del Canonico Giacomo Camisassa dal Camposanto comune della città di Torino e collocarle nella Cappella (Oratorio
pubblico) che si sta costruendo nella Casa Madre dell’Istituto». Purtroppo, per diverse ragioni, allora non se
ne fece nulla.
Le spoglie mortali del nostro Padre, rimaste intatte, il 12 ottobre 1938,
sono state trasportate in Corso Ferrucci, e così sia i suoi figli che la gente hanno avuto la possibilità di
andarlo a visitare e di pregare accanto a lui. Il Confondatore, invece, rimasto nel “reparto clero torinese”,
è stato trasferito nella cappella mortuaria dell’Istituto, nel camposanto, solo il 15 novembre 1976.
Finalmente, dopo lunghe pratiche, dal 2001 anche il Camisassa è tornato tra noi e, quando entriamo nel Santuario
del Beato Allamano, possiamo pregare anche sulla sua tomba.
Dietro il sarcofago, in
lettere d’oro, si possono leggere queste parole:«“Un amico fedele è un balsamo” (Si 6,15).
Tale è stato Giacomo Camisassa per il beato Allamano. Vissero insieme per 42 anni, condividendo ideali,
preoccupazioni, iniziative per il rinnovamento del santuario della Consolata, il sostegno delle missioni. Ciò
è stato possibile, dice il Beato Allamano perché “Ci siamo sempre amati in Dio”. “Abbiamo
promesso di dirci sempre la verità e l’abbiamo sempre fatto”. “Viveva per noi e per le nostre
missioni”. “Ha sempre e solo lavorato per amor di Dio”. Perciò raccomanda: “Non dimenticate
quest’uomo”».
Il Camisassa aveva sempre ricambiato l’Allamano di profonda stima,
sincero rispetto e soprattutto gli aveva garantito fedele collaborazione. Alle suore aveva detto in confidenza, parlando
del Fondatore: «Vedrete che un domani scriveranno la sua vita, perché è un santo».
L’Allamano e il Camisassa sono di nuovo vicini, come lo sono stati durante tutta la loro vita. Quando andiamo nel
nostro santuario, possiamo incontrarli tutti due e ricevere da loro un paterno incoraggiamento e l’assicurazione
della loro protezione.
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Creato: Mercoledì, 31 Gennaio 2007 05:00
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Pubblicato: Mercoledì, 31 Gennaio 2007 05:00