AUGURI DI NATALE - LO SPIRITO DELL’ISTITUTO

23 dicembre 1906

Quad. III, 20
Poche parole in risposta agli auguri (23 Dic. 906)

Vi ringrazio degli auguri...; e di tutto ciò che il cuore vi ha fatto dire. Non offendetevi però se io con S. Paolo (Ep. odierna) vi dico: "Mihi autem pro minimo est ut a vobis judicer - aut ab humano die; - sed neque meipsum judico -: qui autem judicat me, Dominus est". Le vostre lodi... i vostri giudizi benigni per me io li conto per poco (V. Martini). Tanto meno conto i giudizi del mondo: chi loda, chi biasima... Neppure mi assicura il mio giudizio. Sebbene io sia certo della div. volontà nell’aver dato principio all’istituto, perché si è molto pregato, si è chiesto consiglio, e sopratutto ebbi la certa parola del Cord. Arcivescovo... Tuttavia il mio giudizio non basta per l’esecuzione della volontà di Dio. Avrò io fatto ogni cosa intieramente conforme alle mire di N.S. ? Certamente la coscienza mi attesta che sin da principio purificai la mia intenzione, di fare ogni cosa a sola gloria di Dio, per compiere la Sua sola volontà, per cui ottenere pregai che il Signore non mancasse se fosse necessario, di darmi prove e pene; e ne mandò assai, che voi non tutte conoscete. Rinnovai in seguito i miei fini... Ma con tutto ciò neque meipsum judico; qui judicat me, Dom. est.. È il Signore che dovrà giudicarmi. E se anche potessi dire con S. Paolo nel luogo citato, nil mihi conscius sum, dovrei dire con lui, sed non in hoc just. sum, perché è il Signore che dovrà giudicarmi. Egli illuminerà abscondita tenebrarum, et manif....; e solamente allora quella sarà la vera lode ’ ’tunc laus erit...".

Ma di che mi giudicherà e mi darà lode o biasimo Iddio? Egli costituì me ed i vostri superiori ministri e dispensatori dei misteri di Dio a vostro riguardo; noi cioè siamo i canali della volontà di Dio a vostro riguardo; siamo noi che dobbiamo giudicare della vostra vocazione all’apostolato, e noi soli a formarvi allo spirito di missionario della Consolata. Il Signore ci chiamerà stretto conto se avremo adempiuto alla nostra missione, se saremo stati ministri e dispensatori fedeli delle grazie che riceviamo per versarle nelle vostre anime. È di ciò dice S. Paolo che dovrà render conto il dispensatore: se sarà stato fedele "ut fidelis quis inveniatur". In una parola dobbiamo essere tutto animo per rendervi idonei alla vostra vocazione; e collo studio, colla pietà, ecc. -Guai a noi se non saremo fedeli dispensatori; e per motivi umani o paure di offendervi, o del mondo non toglieremo in voi come il vignaiolo.

Ma per voi quale sarà il giudizio di Dio? Al nostro dovere corrisponde il vostro di lasciarvi formare al nostro modo di vedere; altrimenti sarebbe inutile... Non v’è altra via per voi, vi ripeto, che la nostra: noi soli siamo i ministri e dispensatori della grazia della voc. a Miss. della Cons. nessun altro secol. o sacerdote anche più santo e dotto di noi, no ... Come sbagliano i protestanti a volersi conf. dirett. da Dio; come il Conte di Santa Rosa... - Iddio stabilì che la grazia vi fosse com. per nostro mezzo, e non altrimenti. Adunque, carissimi, semplicità e buon spirito a tutto che qui si dice e fa per soli voi.

giuseppeallamano.consolata.org