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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
9 febbraio 1908
Quad. IV, 23
(9 Febbr. 1908) - Dom. V dopo l'Epifania - Umiltà
1. Nel divino uffizio alle lezioni del 1 ° Notturno la S. Chiesa ci
fa oggi leggere il principio della 1 lettera di S. Paolo a Timoteo. Sentite la 3 lezione. Come va che S. Paolo si
dice quorum (peccatorum) primus ego sum? Sarebbe già molto che dicesse eram,
perché persecutore ecc., sebbene scusato dall'ignoranza; invece dice sum, sono ora il primo dei
peccatori? Eppure non è una menzogna e S. Paolo dice la verità. La spiegazione cerchiamola nella
umiltà del S. Apostolo. S. Tommaso (V. Schouppe vol. II de virt. mor.) spiega come uno per umiltà e
verità possa e debba tenersi a vile e peccatore (Perf. Crist. 368) (Pred. Sem.).
2. Lo stesso N.S. Gesù C. ci è di esempio in questa
virtù, che dai S. Padri fu detta virtus Christi. Egli solamente è umile perché mentre in
tutte le virtù come Dio non poteva abbassarsi né più eccellere, si fece uomo per umiliarsi (V. Um.
del Cuore). Egli si dimostrò umile nelle parole, nei fatti e quel che è più
nell'affetto alle umiliazioni (Pred. Sem.).
3.
Mezzi per acquistare ed accrescere in noi l'umiltà. S. Filippo N. diceva che finché non avremo
perduto... (Pred. Sem.). Bisogna che perdiamo il credito al nostro giudizio, alla propria scienza o perizia
negli studi ed arti, alle nostre qualità..., ed alla stima altrui (Ib.).
Es. del 1° i Modernisti - del 2. Passaglia, Curci ed invece B.
Vianney - del 3. chi si vergogna dei parenti poveri o rozzi, di essere stato agricoltore ecc. del 4 P. Fontana -
S. Gerardo Majella.
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Creato: Lunedì, 05 Giugno 2006 06:54
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Pubblicato: Domenica, 04 Giugno 2006 23:00