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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
21 novembre
1915
Quad. XI, 12-
13
(21 Nov. 1915)
Dell'orazione
Certamente la prima, la
più eccellente e potente orazione è la S. Messa. In essa parliamo all'Eterno Padre con Gesù;
è Gesù che si offre e prega per noi; e soddisfa ai nostri quattro debiti. Guai al mondo se non vi fosse la
S. Messa! Al S. Sacrificio della Messa fendono come a centro tutte le altre orazioni dei sacerdoti, specialmente il S.
Breviario.
Dopo la S. Messa vi sono
altre Orazioni.
Vediamo prima la natura dell'Orazione in genere, e la sua eccellenza, la sua
necessità, e quali i varii modi.
1. L'orazione, dice S. Giov. Damasceno, est elevatio mentis in Deum; elevare la mente, il cuore, tutta l'anima a Dio. Per quam,
soggiunge il B. Pietro Canisio, vel mala deprecamur, vel bona nobis, aliisque petimus, vel Deo benedicimus.
Santa ambizione far visita, trattare con Dio, con Maria SS. cogli
Angeli e Santi! Chi è ricevuto in udienza dal Vescovo, dal Re, dal
Papa, si stima fortunato; quanto più dal Re dei Re e (V.P. Bruno). E
notate che mentre con quelli possiamo poche volte conferire, invece con Dio lo possiamo fare ad ogni istante, e non solo
ci viene sempre permessa, ma ci viene imposta. Meravigliato di tanta bontà divina S. Agostino diceva al Signore:
non bastava che ci permetteste di amarvi, già sarebbe grande grazia, che più ce ne faceste un obbligo?
2. L'orazione è necessaria agli adulti alla salute di necessità di precetto e di
mezzo (V. i Teologi). 1) Dalla Scrittura Gesù ce l'ha comandato
e ce ne ha dato l'esempio: Oportet sempre orare et non deficere;
-Vigilate et orate; - sine intermissione orate (S. Paolo) - Gesù erat per-noctans in oratione Dei. - In
agonia prolixius orabat. Così dissero e fecero gli Apostoli: nos autem orationi instantes
erimus.
Tutti i
Santi raccomandano l'orazione; ed essi pregavano molto. Es. S. Martino
che invictum ab oratione spiritum non relaxabat. 2) L'orazione è
necessaria di necessità di mezzo, cioè chi la omette non può salvarsi. Ciò che fece
dire a S. Alfonso: chi prega si salva, e chi non prega si danna. E veramente per salvarci abbiamo bisogno di ajuti
quotidiani, che stabilì il Signore di non concedere che a coloro che li domandano, che pregano, secondo
è detto: petite... et dabitur vobis.
L'orazione è necessaria per vivere bene. S. Agostino: Recte
novit vivere, qui recte novit orare. E S. Alfonso dice: volete sapere se un cristiano, un
sacerdote, un religioso vivano come devono? Cercate se hanno amore
all'orazione. (P. Bruno - Conf.).
Specialmente è necessaria l'orazione ai sacerdoti ed ai missionarii. Essi devono essere uomini di
preghiera, direi del mestiere,
per sé e per le anime loro commesse (V. Ven. Cafasso, Istruz.
sull'Oraz.).
Che dire quindi del
poco pregare nostro, del pregare male, o di mala voglia, che facilmente ci fa lasciare le pratiche senza cercare di farle
in altro tempo quando non s'intervenne alle preghiere comuni? La sentenza,
che chi lavora prega, non è giusta così presa in generale. Chi lavora per ordine
d'obbedienza, o per necessità, riferendo il
lavoro a Dio, prega; ma ciò non toglie il dovere di pregare
veramente, ed anche di detrarre un pò allo zelo pel bene degli
altri per prima pensare all'anima propria. Infelice chi pensa troppo agli altri. Fatto del Card. Zimenes presso
Conf. del P. Bruno.
3.
L'orazione si divide come in tante specie: 1) in mentale, od interna, che suole unirsi colla meditazione e la contemplazione, per cui sovente con esse si confonde; e vocale od esterna, con cui l'orazione interna si manifesta colla voce o con segni. - 2) in pubblica e
privata; -3) in particolare e comune; - 4) in continuata e giaculatoria (Dal Schouppe - de virt.
Rei.).
P.P. Albertone,
quad. VII, 31-34
21 Novembre
Avete fatta la predica inglese? Chi è che l'ha
fatta? «Il Ch. Albertone». E su che argomento l'ha fatta? Sopra la presentazione della Madonna. Oh...
bene! Sapete che la Madonna sotto questo titolo l'ho data per Patrona ai Novizi, S. Paolo agli Studenti, la Madonna della Presentazione ai Novizi, perché sia loro di modello durante tutti
quegli anni in cui essa è rimasta là nel Tempio di Gerusalemme. Ho girato dappertutto, in tutte le parti del
mondo, se si potesse dire, non proprio letteralmente, ma in tutta Torino per trovare un quadro che la rappresentasse un
po' in grosso, e metterlo là nel loro studio, ma non ho trovato che quest'immaginetta. Lì a basso
c'è la Madonna che riceve la benedizione da S. Gioachino e S. Anna, prima di separarsi, e là
più in alto vi è il Sommo Sacerdote a cui deve presentarsi. Dicono che quando si separò dai
parenti abbia salito quei pochi gradini, e non si sia voltata più
indietro. La dò qui a D. Maletto, loro Maestro, perché la conservi. Forse si potrà poi ritrarla
più in grosso: tutte le altre pitture che sono in chiesa le ha già fatte P. Gabriele.
Oggi si fa gran festa al Santuario della Madonna d'Oropa. Anche loro hanno la loro
festa speciale, ma oggi fanno festa solenne per la Madonna sotto il titolo della Presentazione. Va il Vescovo, e
tutti fanno gran festa. Certo questa festa della Presentazione della Madonna è festa delle anime pie, delle anime
sante. Il Ven. Olier, fondatore dei Seminari di Francia, voleva che la Madonna sotto questo titolo fosse il vero modello
ai Chierici. Veramente la Madonna durante i tre anni che stette nel Tempio condusse una vita nascosta; fu il modello di
un'anima che vive alla presenza di Dio. Pregava, lavorava, ubbidiva, faceva tutto
secondo la regola. Esercitava la carità con tutte le sue compagne, e
specialmente conduceva una vita interna con Dio. Tutte le persone che sono in Comunità devono imitare la
Madonna negli anni che Essa passò nel Tempio. Facciamo così anche noi, e massime i Novizi devono
imitarla, primieramente nello spirito di orazione, la S. Messa, che è la prima di tutte per implorare grazie,
perché vi è lo stesso N. Signore che implora per noi. Oltre la S. Messa ve ne sono tante altre specie di
orazione. S. Giovanni Damasceno dice che la preghiera è «ascensio
mentis in Deum», l'anima ascende alla presenza di Dio. Il P. Bruno ha
questo bel pensiero: Se uno avesse ottenuto un'udienza dalRe, da un Principe, dal Papa, come si presenterebbe con timore et tremore. E che è questo? Invece alla presenza di N. Signore possiamo andare quando vogliamo, tutte le volte che
andiamo in Chiesa, il Signore ci da udienza, e che udienza. Ora se stimiamo tanto l'udienza di un Papa, quanto più quella di N. Signore? Questo è un buon pensiero, e serve per tenerci
sempre più uniti con Dio. La preghiera sapete si divide in preghiera
letta, ossia per onorare, o ottenere grazie da Dio, «Petitio decentium a Deo»; ma questo non è che una
parte. Del resto si divide ancora in mentale e vocale. Quella mentale, interna, è la meditazione, poi la vocale, esterna, mette fuori colla voce quello che ha in cuore. State attenti alla
divisione tra la mentale interna, e la vocale esterna. Poi ancora la particolare e comune; la particolare che ognuno fa da
sé, comune quella che si fa in Comunità tutti insieme. Una terza divisione è in pubblica e privata,
per esempio il Breviario, sebbene si reciti da ogni Sacerdote in privato, è una preghiera pubblica,
perché è comandato da dirsi per tutta la Chiesa; in continuata e giaculatoria; la continuata è lunga,
la giaculatoria invece è un'aspirazione a Dio. E di fede che siamo tenuti
all'orazione. E di fede per necessità di mezzo, e sia anche per
necessità di precetto. Voi che studiate Teologia sapete che si dice che una cosa è di necessità
di mezzo, per cui se non si fa, uno non può salvarsi. Ora che l'orazione sia necessaria per salvarsi l'abbiamo
nella S. Scrittura; per esempio quando dice: «Oportet semper orare et non
deficere», «sine intermissione orate», questo indica la necessità che dobbiamo pregare. S.
Agostino dice: Chi vuole vivere rettamente, bisogna che sappia pregare rettamente. «Recte novit vivere qui recte
novit orare». E S. Alfonso dice: «Chi prega si salva, chi non prega si danna». Il motivo di questo
è che per salvarci abbiamo bisogno di molte grazie le quali d'ordinario N. Signore non dà se non a chi
prega. N. Signore l'ha detto: Petite, et accipietis, ma se noi non domandiamo, dunque non riceviamo niente. Perciò
l'orazione è un precetto, un comando di N. Signore, e i Santi pensavano così che è un mezzo per
salvarci, e anche farci santi. Tenete a mente queste cose generali. Si trovano anche sui libri, ma ho voluto
ricordarvele. Il nostro Ven. Cafasso del Sacerdote, e noi diciamo tanto
più del Missionario, diceva che doveva essere un uomo di preghiera; le parole sono un po' materiali, ma come si
dice: un uomo è del tal mestiere, così possiamo dire per esprimere la necessità che ha il
Sacerdote di pregare. Se amiamo la preghiera non la lasciamo mai. Dobbiamo fare come S. Francesco di
Sales il quale lasciava mai la terza parte del Rosario per qualsiasi motivo. Egli
aveva tanto da fare, tuttavia non mai per questo ha lasciato di recitare ogni giorno il suo Rosario. Uno che non
abbia potuto fare gli esercizi di pietà in comune, se li lascia, non vale la ragione che chi lavora prega. Chi
lavora per ubbidienza,, sì, quello è preghiera, perché riferisce tutto a N. Signore; ma in generale,
chi li lascia solo così, perché non ha potuto farlo cogli altri, non prega.
Il Ven. Cafasso diceva che aveva paura di chi lavorava troppo
nel ministero. E S. Bernardo dice che dobbiamo essere conche e non canali.
Sapete, se mettete l'acqua in una conca, essa la ritiene, invece nei canali va via subito. Ricordate questo di S.
Bernardo, non vogliate essere canali che lasciano andar via l'acqua, ma conche. Quando non potete essere presenti cogli
altri, bisogna sforzarsi di farli lo stesso. Arriva un caso! Uno al mattino c'era molta gente da confessare, ed è
stato in Confessionale fino ad ora tarda; poi c'era da predicare, e via ... arriva la sera, ha ancora da fare
meditazione, tutte le preghiere, breviario
da dire. Allora sì... ma questi casi capitano tanto di rado. Almeno bisognava supplire con molte giaculatorie,
fuori di questi casi rarissimi, che a voi non capitano, dobbiamo tenerci alla Comunità, e praticarli come se
fossimo obbligati. Un Sacerdote se non fa molta orazione, non è vero Sacerdote. E un missionario? Che volete
che possa fare uno che conosca nemanco il mezzo che l'aiuti a tenersi unito con Dio? Bisogna amarla
l'orazione.
In questi giorni dobbiamo pregare per molte miserie, e...
sapete, per la pace. Oggi vi fu di nuovo un poco di funzione in tutte le Chiese della Diocesi,e anche alla
Consolata per calmare la giustizia del Signore sebbene giusta. Vedete tutti
vogliono la pace, ma bisogna che preghiamo per la conversione di coloro che possono fare la pace. Dopo tante
preghiere che si sono già fatte il Signore potrebbe esaudirci, pensate un po' a tanti frati e suore che
pregano continuamente nei loro monasteri, ma sapete i governi... essi... nessuno vuol fare il primo. Grazie a
Dio hanno accettato il Vescovo, hanno messo i Cappellani militari, e non solo i Cappellani, ma anche tutti quei preti
che vi sono in mezzo agli altri soldati e possono fare del bene, e... il Signore l'ha gradito questo.
Voglio dirvi una cosa in confidenza. Si tratta di dar posto a 1400 richiamati;
li avete visti; ufficiali girano qua e là per vedere se possono trovare qualche luogo dove ricoverarli. I
quartieri sono già tutti pieni, fosse d'estate, ma siamo d'inverno, e tutta questa gente in qualche luogo bisogna
metterla. E... prendono tutto ciò che trovano. E si tratta anche di prendere il nostro Istituto... Questa è una casa di Missione, voi lo sapete, e se ci entra qui i soldati non solo
le muraglie ci perdono, e poi non è per questo, è per lo spirito cattivo che ci entra che io temo,
invece qui entro «spiritus sanctus est!». C'è da pregare il Signore che ci conceda la grazia, ci
liberi; non ce ne prendano un pezzo, e ci caccino a stare come acciughe: siamo d'inverno... Fuori nel
Seminario prima avevano messi i ragazzi delle scuole, ora mettono i soldati, e
c'è questione se si possa trovare ancora un buco per i Chierici. Era già stabilito di farli venire alla
Consolata, ma c'è niente, tutte camerette che non servono. È una
faccenda seria!... Un gran fabbricato che c'è là è un locale già assegnato. Il padrone
diceva: Se sapeva che era una cosa così, non faceva dare il bianco, non faceva mettere le porte, ma adesso è
fatto, e l'hanno preso. Si cacciano tutto dove possono: Così vogliono disturbare anche la nostra Comunità.
Io ho pregato per questo fine stamattina, nella S. Messa ho avuto intenzione che si facesse la volontà di Dio, e sono persuaso che se sarà a nostro danno, il Signore non permetterà.
Se poi vi è vera necessità..., e ... vuol dire che lo facciamo come una carità, il Signore vuole così. Però preghiamo; l'abbiamo detto:
l'orazione è petitio decentium a Deo, se è possibile non bisogna
lasciarli venir entro. Ecco questa è la mia prima intenzione. Ho pensato a S. Ignazio, il quale se gli fosse stata data la nuova della distruzione della Compagnia, diceva: «Mi pare che dopo un
quarticello di orazione dinanzi a Gesù Sacramentato, il mio cuore si consolerebbe». Costa, tuttavia, vedete:
non parlo delle suore, ma abbiamo i giovanetti... bisogna che domandiamo questa grazia, mi pare che la Madonna deve
impedire questo. Vi sono tanti teatri, tanti cinematografi, tante altre case pubbliche che non hanno ancora preso,
prendano quelle. Ieri mi hanno detto che vi era ancora speranza, che sarebbe stato
difficile, ma possibile; se trovano altri luoghi può essere che ci lascino liberi. Sta a voialtri a
ottenere questa grazia, pregare la Madonna che faccia essa. Stamattina io ho detto Messa proprio per questo: Ho detto
alla Madonna: «Vi chiamo questa grazia, dopo aver confidato in Dio, e spero». Se proprio è volere di
Dio che il Signore ci prenda questo, e... faccia pure, per poco e possiamo anche stare tranquilli. Se è
necessario... L'Istituto tenga soggetti qua e là... per far quello termini la
guerra!... Come a figli vi ho voluto dire tutto; speriamo, siamo Missionari, speriamo
che la Madonna ci farà questa grazia. Se domani venissero 50, per il disturbo pazienza; ma non si può studiare, e... ma la Madonna fa tante grazie, tante, anche solo l'ultima di non
lasciar spedire la roba in Africa! Se non avessimo avuto da aspettare, a che pericolo sarebbe andata! (Sarebbe tutta in
fondo al mare!...). Mi pare che già una volta era capitato un caso simile! (La partenza di P. Benedetto e P.
Cagnolo, le carte al Ministero erano state firmate il 31 Dicembre e non sono arrivate che ai 7 di Gennaio, e il
bastimento era già partito). Sono casi e non casi. Una volta Mons. Perlo scrive che le casse che avevamo mandato a
dire che si erano spedite non arrivavano. Pazienza! Ed ecco che dopo vari mesi, quando non si pensava neppur più,
ecco che le casse arrivano alla Stazione di Limuru, ed era proprio quando ne avevano bisogno; prima sarebbero solo
state d'imbroglio. E... la Madonna fa essa!...
Sig. Prefetto racconta: (Il Ch. Baldi mentre era su una via di Udine cadono 5 bombe da un areoplano austriaco;
egli ha appena avuto tempo di rifugiarsi sotto un portone, e gli sono ancora
cadute le schegge ai piedi.) D. Dolza:
(Quando sono andato al mattino dopo da Gondran a dare la notizia, tutti i commessi sono restati stupiti, e
hanno detto: «Questo è un miracolo della Consolata, si vede proprio che
la Madonna vuol bene a loro»). Noi vedendo che le carte non arrivavano ce la prendevamo un po' contro il Governo, e
la Madonna rideva, e diceva: Povera gente! Stanotte a causa di questo affare, sono stato un po' turbato, non ho potuto
dormire quasi niente; ancor meglio, così ho pregato. Il fisico si risente sempre un poco, ma poi stamattina ho
detto la mia Messa, ed ora sto proprio bene, sono tranquillo. Se ancora qualcuno di quelli uffiziali avessero da venire a
visitare, non stupitevi, fate la vostra strada... Anch'essi capiscono che non siamo come in un Seminario dove si sta lì ... come in un altro luogo, vi vedono con la blouse... e..., tutte quelle
casse? Si sono mica fatte di per sé? (Sig. Prefetto dice: Conducendo gli uffiziali per la casa, videro che nel
cortile del Seminario vi era della sabbia sparsa, ed altra ancora in mucchi. E domandarono: Chi è che sparge quella
sabbia? «Le suore» - «Le suore?» - «Sicuro! Sono anch'esse missionarie!». E
restarono altamente meravigliati). Si opera per ottenere. Aiutati che io t'aiuto...
(Suona il telefono: chiamano il Sig. Rettore. Due minuti dopo
ritorna tutto allegro). Una bella notizia, sedetevi ancora un momento. Oggi alle due e mezzo è venuto da me un
certo Conte Corsi. Io l'avevo mandato a chiamare per parlargli appunto di questo del nostro Istituto, che andasse lui al distretto, per vedere se si poteva aggiustare in qualche modo. E un buon
Cattolico, e mi ha detto che avrebbe tentato in tutte le maniere, lui se ne intendeva, e sperava di poter fare qualcosa.
Ed è andato, prima dal Direttore del Distretto, poi dal Sindaco poi dal Consigliere Comunale e dice che tra gli
altri locali vi era anche in lista il nostro Istituto. Dice che hanno chiamato: Cosa fanno là? Io glielo avevo
spiegato: là vi sono tanti individui, che non sono come in Seminario, che
vanno e vengono, essi stanno là, e poi vanno in Africa... son là per tutta la vita. Alcuni non hanno
più i parenti, e sarebbero in mezzo ad una strada, altri non sono più
in condizioni di andare a casa. Perciò se ci mandassero via, io sarei obbligato ad affittare di qua o di
là, e già... Perciò, egli avendo narrato questo come gli avevo detto io, se fosse già stato un
decreto, allora sarebbe stato più difficile, ma siccome era solo in lista, così hanno tirato una linea
sopra il nostro Istituto, e l'hanno cancellato. Vedete cosa vuol dire avere abbandonato i parenti e tutto. Solo
per questo motivo non hanno preso il nostro Istituto! Vedete, se facciamo il nostro dovere la Madonna ci aiuta! L'altro
giorno c'era alla Consolata dei Siciliani, gente giù di là della bassa
Italia, e dicevano: «Oh, che Madona bûna ca l'è custa». Ma parlavano nel loro
dialetto, ora io non son capace a dirlo. E già, sì, non è ancora proprio sicuro, ma
speriamo...
Questo Marchese è
venuto oggi, e mi ha detto che mi avrebbe poi fatto la risposta. Credevo domani, o fra qualche giorno, credevo mai
più di questa sera stessa. È un buon Cattolico, e fa la Santa Comunione quasi quotidiana. Io è
già da qualche tempo che lo conosco. Ha due figli, uno militare, l'altro...
Ho conosciuto anche il padre. Quel tale era così. Narrava che era militare là sulle montagne. Tutte le
mattine andava a servire la Messa e siccome faceva freddo, perché il vino non gelasse, metteva le ampolline sotto
le ascelle. Veniva poi a Torino, e si confessava dal Ven. Cafasso che era
Rettore del Convitto, quando non c'era più D. Cafasso si confessava da chi veniva dopo, poi son venuto io,
e...
Dunque, adesso voi pregherete per questo bravo Marchese; io glielo
ho promesso che avreste pregato, perché i suoi figli ritornino sani e salvi. Quindi pregate, e ditelo alla Madonna
che non faccia poi fare brutta figura a noi e brutta figura a lui. (Ci inginocchiamo, si recita l'Agimus tibi gratias, e
un'Ave Maria e ci dà la benedizione: «Benedictio Dei... super vos et
super domum istam».
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Creato: Lunedì, 12 Giugno 2006 06:19
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Pubblicato: Domenica, 11 Giugno 2006 23:00