CARNEVALE — FESTA DI S. TOMMASO D'AQUINO

7 marzo 1916
Quad. XI, 26
(7 marzo 1916)
Ultimo giorno di Carnevale
Festa di S. Tommaso d'Aquino
S. Tommaso venne preposto da Leone XIII celeste Patrono delle Scuole Cattoliche, cioè delle Università, studi filosofici e teologici e di tutti gli studi. Egli infatti (V. Lez. Brev.) insegnò e scrisse sì bene e tan­to da confutare tutti gli errori prima e dopo di lui; le sue opere sono su­bito dopo le rivelate, e nel Conc. di Trento erano collocate presso la S. Bibbia. Gesù stesso le lodò: bene scripsisti de me Thoma. (V. Brev.).
Quali mezzi usò per giungere a tanta altezza? Tre: castità, umiltà e preghiera (V. Brev.).
Imitiamolo nelle tre cose, ed acquisteremo la scienza a noi necessa­ria. Invochiamolo per avere e conservare le tre doti...
P.P. Albertone, quad. VII, 72-73
7 Marzo (Martedì di Carnevale)
Siete contenti che avete fatte tre ore di adorazione! La predicazione serve più a tenerci uniti. Quest'anno non c'è le maschere; tuttavia chi non ha pro­prio dei fastidi grossi... ma c'è un po' di generale malinconia! Noi facciamo tutto quello che possiamo per ottenere la pace al Venerdì Santo.
Oggi è l'anniversario del piccolo Seminario d'Africa; sapete che giorno è quest'oggi? Ecco: S. Tommaso! Il giorno di S. Tommaso d'Aquino si è inau­gurato il piccolo Seminario e P. Cagnolo parla qui dell'inaugurazione.Orache è l'anniversario, leggiamo un poco delle prime vocazioni...
Diciamo due parole di questo gran santo. Si dice l'Angelico S. Tommaso:
si dice angelico per due cose: Prima per la sua purità come motivo speciale; e secondo per il suo scrivere proprio da angelo, sopra quanto umanamente po­tevano le creature. Sapete che è uscito e invece di stare a casa a godersi le ca­rezze dei genitori, fin dall'età di 5 anni, fu mandato a Montecassino dai Bene­dettini: s'è staccato fin da bambino dal mondo. Più tardi ritornò a Napoli. Mentre studiava il Signore lo chiamò a entrare nell'ordine dei predicatori, e l'hanno accettato. Ma i parenti: fratelli e sorelle hanno preso quello come un insulto. E i superiori allora l'hanno mandato a Parigi per sottrarlo a queste miserie. Ma i fratelli gli corsero dietro, e per istrada l'hanno preso e l'hanno chiuso in un castello e volevano che deponesse l'abito; e fu allora che i parenti usarono anche dei mezzi cattivi: vedete, alle volte preferiscono di vedere i figli cattivi a preferenza di vederli religiosi. E mandarono una persona che lo ten­tasse. Ma c'era il fuoco e S. Tommaso prese un tizzone e se non scappava... le corse dietro col tizzone. E allora lui col tizzone ha fatto una croce sulla parete e si è inginocchiato a ringraziare il Signore che gli aveva fatto vincere la tenta­zione. E fu allora che vennero gli angeli e gli hanno portato un cingolo; il cin­golo di S. Tommaso: e d'allora in poi, non ebbe mai più nessuna tentazione a riguardo di questo e si può dire che per questo riguardo fu confermato in gra­zia. E così ha vinto i fratelli e quando vennero anche le sorelle è riuscito a farle buone e a metterle per la via della pietà. E allora fu calato giù dalla torre ed è andato al suo convento ove fu mandato a Parigi. Qui studiò filosofia e Teolo­gia, fu predicatore e scrisse libri straordinari, coma la Somma Teologica, ed ebbe dal Papa l'incarico con S. Bonaventura di scrivere l'Ufficio del Corpus Domini. Che è tutto di S. Tommaso: il Pange lingua, l'Adoro Te devote ecc...
Il Papa l'ha dato a lui a scrivere; lui e S. Bonaventura: tutti e due teologi, tutti e due capaci, piissimi, santi. Ma ecco che S. Bonaventura va a trovare S. Tommaso, e gli ha detto che glielo facesse vedere... non avevano mica invidia... non aver paura di mostrare il compito... solo agli esami non si deve mostrar nulla... non essere contento se io so e lui no! S. Tommaso gliel'ha mostrato, e S. Bonaventura per umiltà, vedendolo così bello stracciò il suo e non l'ha più fatto!
Vedete? e che cosa c'è da imparare da quel santo? anche per istrada men­tre andava a Lione, dicono che non stava mai ozioso... Cadde ammalato e fu in casa dei Cistercensi, e gli hanno chiesto che commentasse la Cantica, e lui commentò ancora la Cantica dei Cantici per prepararsi alla morte. Fu dichia­rato dottore della Chiesa! In particolare ha scritto in modo da combattere tut­te le eresie che c'erano state prima di lui, e anche tutte quelle che vennero dopo di lui. I suoi scritti sono da mettersi con quelli ispirati e infatti nel Concilio di Trento si aveva la Sacra Scrittura e la Somma di S. Tommaso. Chi tiene gli scritti di S. Tommaso non può sbagliare. E Leone XIII l'ha fatto patrono di tutte le scuole cattoliche.
Sapete che il Signore stesso gli ha detto che aveva scritto bene: e come ha fatto a venir così? Come se l'è meritato? Bene scripsisti de me Thoma. Un be­ne del Signore, vedete, vuol dire optime! Quam mercedem accipies? E lui fur­bo! non è mica stato lì a domandare delle storie! Nullam aliam praeter Te! Non è stato a domandare più sapienza, o questo o quello; no, no, ma Te stes­so! Così noi, quando andiamo in Chiesa e il Signore ci dice: sono contento che sei stato buono, hai studiato, ecc., poi domanda: che mercede vuoi? perché domanda, sapete! Non state a fare tante storie! Rispondete che volete lui solo! se c'è lui c'è tutto!
Concludiamo: S. Tommaso ebbe tutte le virtù che ebbero i santi, ed in particolare la castità; ed è protettore di questa virtù. Lui era castissimo perché usava i mezzi: era molto amante della preghiera e pregava molto perché anche per far bene i propri doveri. Non si metteva mai a studiare e a insegnare senza la preghiera, e non diceva mica solo un Veni, sancte; o un Actiones; ma prega­va molto, e quando si trovava dinanzi a speciali difficoltà preghiere speciali e digiuno; digiunava anche. E quando andava in chiesa era mica come quei là che pensano sempre ad altro; lui che aveva sempre la testa piena, ma non in chiesa; e quando andava a pranzo studiava le sue questioni: ed ecco che una volta ci viene il risultato, e allora ha fatto un moto di contentezza e ha chiama­to subito un amanuense per far scrivere la soluzione. Ma in chiesa no! Vedete l'amore alla preghiera! E poi era mortificato: sebbene lo vediate sempre un po' pingue, era mortificato. I predicatori fanno vigilia quasi tutto l'anno; hanno più che i cappuccini che fanno due quaresime. Poi aveva umiltà: se fos­se stato superbo non avrebbe avuto tanta scienza. Guardava di faticare e poi attribuiva tutto a Dio. Studiava! anche lui studiò la grammatica!
Adesso guarderemo un momento questo: (la relazione del Seminario Africano) non bisogna lasciar passare quest'anniversario senza dir qualche parola, (a Ch. Richetta) sei buono a leggere? ci vedi con gli occhiali?
giuseppeallamano.consolata.org