VITA DI FAMIGLIA — AUTODISCIPLINA —PREGHIERE PROPIZIATORIE

25 agosto 1916
P.P. Albertone, quad. VII, 121-123
Conf. del 25 Agosto 1916
Ieri sera non avete più visto il vostro assistente D. Chiomio. Eh... Vedete, è partito per dove non sappiamo ... ieri sera mi ha subito mandato una cartoli­na e stamattina un'altra cartolina in cui mi dice che spera di poter dir Messa al Duomo, in Novara. Ma... bisogna che preghiate in particolare... vedete, in ge­nerale pregate già per tutti, tutti i giorni, quando dite il Veni Creator e le Ave Maria, ma in particolare bisogna che preghiamo per lui, per D. Chiomio per debito di riconoscenza, perché è stato vostro assistente, affinchè il Signore lo benedica, lo assista, ritorni presto con tutti gli altri, che ... se continua di que­sto passo, ma, andiamo diminuendo sempre più! Ma poi un'altra cosa ancora: ed è che bisogna che adesso che non c'è più il vostro assistente, siate tanto più buoni, che non abbiate più bisogno di nessun assistente. Ci sarà l'assistente per quanto si può, ma voi dovete fare in modo da non averne più bisogno. Ciascuno faccia da assistente a se stesso, e tutt'al più faccia da assistente l'An­gelo Custode. Io vorrei che qualche volta il vostro Angelo Custode si lasciasse vedere, ma se no, c'è lo stesso, è di fede che c'è, che ognuno ha il suo Angelo Custode. Ebbene faccia lui da assistente. Ve l'ho già detto che voi l'avete dalla destra! sacerdoti, noi, l'abbiamo dalla sinistra; e scrive tutto quello che fate, e vi manda le ispirazioni: quando ho poca voglia, quando sono maligno, lui mi suggerisce: «No, lascia stare quella bugia, quella malignità», ditegli che vi prenda per le orecchie... ma N. Signore non vuole. N. Signore fa le cose con soavità, non vuole costringerci, dunque io vorrei che da questo momento in questa casa non ci fosse più bisogno di Assistente, altrimenti la guerra ce li porta via uno dopo l'altro..., e voi non dovete più averne bisogno, (ed io non posso mica improvvisarveli) (1).
Le frasi poste tra parentesi nel testo originale risultano scritte a matita. La calligrafia è del p. Albertone.
Intanto per riguardo al pregare, vedete..., tutti i giorni preghiamo per la pace, ma ci sono delle solennità, dei momenti in cui c'è bisogno di pregare di più, in cui si prega maggiormente. In Torino, per esempio, adesso si fanno tante ore di adorazione per ottenere la pace, e bisogna che anche noi ci uniamo che il Signore comprenda che anche nell'Istituto si prega. (L'altro mese le ave­te fatte anche voi le ore di adorazione; sinora avete vinto... speriamo...) e poi speriamo... Ma adesso alla Consolata si fa un triduo. Domenica, Lunedì e Martedì, un triduo solennissimo, di quarant'ore. Ed è la Città di Torino, il municipio che continua a pagare le spese della cera, paga più poco ormai, ma tuttavia continua a pagare per il voto fatto alla Consolata dalla città di Torino nel colera. Adesso non c'è più il colera, ma c'è quest'altro della guerra, e per­ciò lo fanno per ottenere la cessione della guerra, per ottenere la pace. Perciò quelli che stanno qui a Torino, quelli che vanno su (a S. Ignazio) cercheranno di unirsi in questo triduo, quelli che stanno qui domenica andranno tutti alla Consolata, i chierici faranno servizio, i giovani (staranno in presbiterio, più vi­cino che potranno). Andranno dietro al SS. Sacramento colla torchia. Prima andranno le donne, poi voi altri. D. Gallea vi mostrerà a portar la torchia; an­drete due a due, distanti due passi (di dietro) uno dall'altro e non subito attac­cati, altrimenti gettate (la cera) addosso agli altri..., dunque distanti da quello che sta innanzi. E poi nei giri bisogna sempre, (a me insegnavano), stare col compagno. Mi dispiace tanto vedere che uno è lì, e l'altro è già laggiù... per­ché c'è da fare il giro. Se c'è da fare il giro, si fa il giro un po' più largo, un po' più adagio, ma bisogna sempre stare assieme. Sta così male nelle processioni, che una fila sia consumata, e l'altra è ancora indietro... eppure erano dello stesso numero. Si va colla testa nel sacco, come le capre. E poi riguardo a por­tare la torchia, vi ho già insegnato, non bisogna portarla così pendente, perché cola tutto... e neppure troppo diritta... in modo insomma da dare edificazio­ne, in modo che la Madonna e il SS. Sacramento siano contenti, non solo dell'esterno, ma anche del cuore. E pregare!... Vi sarà la Messa cantata, e voi servirete pure la Messa.
E quelli che si fermano qui, invece del passeggio lunedì e martedì, verran­no alla Consolata, (ascolterete una Messa), e vi fermerete non più di un'oret­ta, e adorerete N. Signore e vi raccomanderete alla Madonna. E lo farete con impegno, con buona voglia da strappare la grazia. Se viene la pace, vedete, tutto finito, se no, non so dove andremo a finire. Dunque quelli che vanno, (e si uniranno con noi) lo diranno che si fa il triduo e quelli che rimangono lo fa­ranno; e questo triduo si faceva in memoria del colera del 35, ora poi per otte­nere la pace.
Vedete, c'era un bravo giovane, che avrete visto anche voi, veniva tutti i giorni alla Consolata, era immancabilmente là a servir Messa, e ad assistere alla Comunione, sempre, e notate, mi hanno fatto osservare che quel giovane portava la torcia... neh! voi che dite sempre per quel benedetto dito!... ebbe­ne, lui portava la torchia, e l'altra mano, sempre lì sul petto! Era un avvocato, un signore che stava lì, vicino alla Consolata. È partito con un certo presenti­mento di non più ritornare. Ma prima di partire ha detto alla mamma: «Sta tranquilla che mi terrò sempre in grazia di Dio, questo te lo assicuro che mori­rò in grazia di Dio». Ed era veramente un bravo giovane. Veniva in sacrestia (e... a un prete qualunque che incontrasse domandava: «Questa mattina è ca­pitato così e così, posso andare alla Comunione?» — «Sì, tira dritto!». E lo conoscevamo tutti, proprio un'anima intatta). Oggi la gazzetta fa un bell'elo­gio! Coi suoi pensieri più intimi del suo cuore. Abbiamo pregato e speravamo che il Signore lo risparmiasse. Ma ... i giudizi di Dio sono differenti da quelli degli uomini! E l'ha tolto da questo mondo. Il suo cappellano dice che quel mattino gli ha servito la Messa, e ha fatta la Comunione. Tanti soldati vanno a trovare la mamma che è veramente desolata!... Mi diceva: «Mi assicuri che è in Paradiso e mi basta!» — «Gielo assicuro proprio, ne sono intimamente per­suaso! ». Aveva due figli sotto le armi, uno è ferito, e l'altro... vedete, se c'è bisogno di pregare! sarà stato il suo meglio senza dubbio. Se la Madonna avesse creduto suo meglio il risparmiarlo l'avrebbe fatto. Ma credo che si deb­ba invece dire: «Dignus erat!», era degno di questo! Ad ogni modo, i giudizi di Dio!... Bisogna pregare per tutti, massime per i soldati... Che il Signore non guardi i nostri peccati, e le nostre miserie, ma solo la sua misericordia. Certo che non lo meritiamo, si fanno ancora molti peccati... nel mondo invece di fare del bene, molti si divertono, e i teatri, (i cinematografi) rigurgitano di gente,... dicono che vanno per distrarsi dai fastidi! Vadano in chiesa, quando si ha dei fastidi, si va in chiesa dal Signore!
Dunque, fate questo triduo con tutto l'impegno, per poter impetrare que­sta grazia e dopo questo triduo verrà la Novena della Natività di Maria SS. Tutte le sere verranno alla Consolata per turno le confraternite di Torino. Una volta venivano dalla loro chiesa per turno in processione, ed erano ricevute, assistevano, e facevano le funzioni, e cantavano... venivano coi loro cantori, tutti... Adesso non si può fare la processione, tuttavia mandiamo l'invito a chi tocca e vengono, conducono l'organista, il servizio, i cantori, per quanto po­tranno tutti i giorni della novena. Sono appunto in numero esatto per la Nove­na. Eccetto il primo e l'ultimo giorno, che vengono quelli dell'Ordine (?) dei SS. Maurizio e Lazzaro, vengono proprio col labaro e collo stendardo... e fanno la processione solo dalla sacrestia alla chiesa, solennissima, per quanto
 
si può. E tutte le sere vi è la predica, un domenicano; così alla festa. Allora si faceva la processione. Al mattino si portava la statua della Madonna al Duo­mo, poi si andava di lì alla Consolata, e alla sera si ritornava a prenderla. E c'è quell'idea che se la statua dorme lì i canonici la tengono loro, (ma non è vero). E qualche volta pioveva e allora la gente accorreva al Duomo e si commoveva per paura di lasciare la statua al Duomo. Era proprio una processione popola­re quella della sera. E anche questa non si fa più. Questa processione si fa in memoria della vittoria del 706, nell'assedio dei Francesi a Torino, quando c'era S. Sebastiano Valfrè; che la Città fu proprio miracolosamente liberata.
Faremo anche la novena, ma senza cose particolari, ma, ricordatevi che questa novena è votiva, affinchè la Madonna come ha sempre assistiti noi dal­lo sterminio, così adesso ci liberi e ci dia la pace. Ecco lo scopo del triduo e della novena. Il primo è della città di Torino, la seconda di tutti gli stati sardi; e perciò anche in tutti i paeselli del Piemonte si faceva la processione.
Veniamo ad altro: P. Sales scrive dall'Africa a voi; vedete che non si di­mentica. Poi un'altra cosa: C'è il chierichetto Giacomo Camisassa che scrive al Ch. Negri, che gli aveva scritto una lettera in Gekoio, e P. Sales dice che l'ha scritta proprio tutta lui; egli gli ha detto niente... vi passano davanti. (Una lettera in italiano). Poi sapete della macchina da stampare che si era spe­dita quest'inverno... ebbene, questo è il primo foglio che siasi stampato, che sia stato scritto in Gekoio. Sono le giaculatorie: «Dio sia benedetto». E questo è il primo giornale uscito nel Gikuiu. Qualcuno lo guardi, non c'è bisogno di tradurlo, basta che sappia poi a leggerlo traducendo un poco. Neh! Ch. Richetta!? — Vedete?! Se non mettete buona voglia starete poi indietro! Se ne sono stampate due mila e più copie. E si sono esaurite tutte. Non so mica co­me abbiano fatto! Se non ci mettiamo noi... un giorno o l'altro la civiltà viene di li!... Si fa un po' di tutto. Voglio che partecipiate anche voi del bene ... che si fa. Sentirete le nuove dei ragazzi d'Africa... Dice che danno le più belle spe­ranze, che c'è qualcosa da imparare anche da noi.
Quad. di anonimo, 11
XIII. 25-8-16 — Studio
Presenti parte Chierici e Studenti — Sommario
Della partenza del Signor Assistente dei giovani Pic. Seminario San Pao­lo — Nostro dovere di pregare per lui affinchè il Signore ce lo restituisca pre­sto sano e salvo. Triduo alla Consolata con Messa e Benedizione del SS. Sa­cramento per un voto della città in occasione della liberazione dal colera — Novena della Natività di Maria SS. con intervento, ciascun giorno, di una del­le Confraternite di Torino, in memoria della liberazione dall'assedio nel 1706 — Modo di comportarsi e di tenere la torchia alla processione.
giuseppeallamano.consolata.org