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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
3 giugno 1917
Quad. XIII,
10—11
SS. Trinità (1917)
È nostro dovere onorare e fare onorare il Mistero della SS. Trinità
(V. Chaignon): Dobbiamo perciò recitare con cuore ed entusiasmo i tre simboli: Apostolico, Niceno-
Costantinopolitano e l'Atanasiano.
S. Francesco Zaverio aveva
sovente in bocca la parola O Trinitas, e
si sapeva comunemente: Così ebbe il dono di farlo credere da tutti. Così noi se ne saremo divoti otterremo
di farlo entrare nella testa dei neri. Certamente non è dato a mente umana di comprenderlo, ma ci è certo
per fede dalla rivelazione. Fatto di S. Agostino col bambino presso il mare...
Due sono le pratiche speciali per onorare e fare onorare il mistero:
il Gloria Patri ecc. ed il Segno della S. Croce.
Il Gloria Patri secondo il Baronio, si crede instituito dagli Apostoli, e fin dai primi
tempi era praticato nella Chiesa. Le parole: Sicut erat vennero aggiunte dal Conc. Niceno contro gli ariani (V.
Siniscalchi: Il cuore trafitto p. 321). Il Papa S. Damaso obbligò a recitarlo dopo tutti i salmi (V. Lez. del Santo
nel Brev.). Questa giaculatoria è arma potentissima contro il demonio e la Simonia. Es. S. Sofronio e Ildebrando
(V. Siniscalchi: ivi p. 322-3). Recitiamolo quante volte nel giorno ci viene imposto o suggerito dalla Chiesa; ma con
affetto ed entusiasmo, intendendo di dare alla SS. Trinità e alle tre Divine Persone tutta la gloria
che ben si meritano, anche a nome di tutte le creature, e supplendo a quanti negano a Dio la Sua gloria. Sarà
così un atto di puro amore di Dio.
Aggiungiamo l'inchino dalla
prima all'ultima sillaba. Fatto del Generale a S. Giovanni; di S. Simeone Stilita e di S. Maddalena de' Pazzi (V. Anima
Santa).
Il Segno della Croce. L'origine risale all'origine della Religione cristiana (V. Schouppe).
Habet rationem signi, orationis, laudis et professionis fidei (ivi). I cristiani d'una volta lo facevano con
molta frequenza e ad ogni atto della vita. Tertulliano scrive: Ad omnem aditum et exitum, ad vestitum et calceatum,
ad lavacra, ad mensas, ad lumina, ad cubicula, ad sedilia; quaecumque nos conversatio exercet, frontem Crucis signaculo
terimus (ivi).
S. Cirillo Gerosol. scrìve: Non puteat
vos Crucifixum confiteri;
sed in fronte confidenter signaculum Crucis digitis imprimatur; et in
aliis omnibus crux fiat: in panibus comedendis, et in poculis bibendis, et in egressu, et in ingressu; ante somnum;
recumbendo et surgendo, eundo et quiescendo. Magna haec est custodia (v. Alvares). Aggiunge S. Gerolamo alla vergine
Eustocchio: Ad omnem actum, ad omnem incessum manus pingat Crucem (Schouppe).
Col segno della Croce ottennero miracoli S. Benedetto e S. Franc. Zaverio, quegli evitando il veleno, e
questi cambiando l'acqua salata in dolce (V. Storia). Non basta fare frequentemente questo segno; ma bisogna sempre
farlo bene, sia nei movimenti come nelle parole. Eppure in pratica si fa sovente malamente, quasi da burlare la
SS. Trinità. Il nostro Venerabile giudicava del buono o cattivo spirito dei Sacerdoti dal modo con cui
facevano il segno della Croce.
Voi dovete farvi l'abitudine di farlo
sempre bene perché siate di esempio e non di scandalo ai neri; i quali non abbiano da dire che
insegnate bene, come nel catechismo, e voi lo fate non come sta scritto.
Il De Herdt autore
classico di liturgia scrive: Non est dubium quia crucis formatio multum valeat, si exacte, attente et devote
formetur;
quod notare deberent illi, qui crucem tam negligenter faciunt, ut nec humeros nec
frontem tangant; et crucem tam parvam formant absque ulto tactu physico terminorum crucis, imo celerrime absolvunt absque
ulla crucis specie, quasi muscas a se avertant. Non mirum igitur si hi gratiae detrimentum patiantur (Tom. Lit. N.
50).
Come si debba fare l'insegna il Catechismo, e più
minutamente la S. Chiesa nelle Rubriche per la S. Messa. Ascoltate ogni parola. Cum (sacerdos) seipsum signat
semper sinistram ponit infra pectus. Vertit ad se palmam manus dexterae, et omnibus illius digitis
junctis, et extensis, a fronte ad pectus, et ab humero sinistro ad dextrum, signum Crucis format.
Notare di dire anche l'Amen che significa: ita est, vel ita sit,
cioè assertive ed optative (De Herdt) come atto di Fede, e di amor di Dio. — Ricordate pure che ad ogni
segno di croce si acquistano 50 giorni d'Indulgenza e 100 se fatto con acqua benedetta.
P.P.
Albertone, quad. VII, 36-37
Conf. 3 Giugno 1917 (SS.
Trinità)
Gli altri anni avevamo sempre qualche ordinato quest'oggi...
quest'anno siamo senza! Ma...
Speriamo per Occelli che il Signore l'abbia aiutato... di un tale che era
con lui si è saputo che era morto, noi invece non siamo certi di nulla e perciò applichiamo tutto per i suoi
bisogni. Quello che è certo e che consola è che aveva fatto l'offerta della sua vita; e diceva: «Se
il Signore mi vuol conservare, bene; per essere missionario della Consolata; se no, offro la vita per le
missioni». E perciò perorerà la causa delle Missioni. Come fa piacere, vedete, di essere
sempre in grazia di Dio, quando gli han portato il SS. Sacramento in trincea, non ha avuto bisogno di confessarsi...
è segno che non solo era in grazia di Dio, ma anche era puro, massime poi con tutti gli Angele Dei che diceva! Ma
spero che il Signore l'abbia conservato per tanti sacrifici che ha fatto! Bisogna che anche noi cerchiamo di
condividere e di supplire in modo che il Signore risparmi anche a loro qualche cosa. Guardiamo di consolarci in
questo modo e mettiamolo nelle mani di Dio; certo è che il Signore fa tutto per il nostro meglio: e
così per Occelli chiniamo la testa e aspettiamo. Facciamo bene la novena della Consolata e del S. Cuore; e poi per
tutta l'ottava cerchiamo di essere molto devoti di Gesù Sacramentato, in questa ottava del Corpus
Domini.
Bisogna che diciamo qualche cosa sul mistero della SS. Trinità. Questo mistero bisogna
crederlo, onorarlo e farlo onorare dagli altri.
Questo mistero è sopra l'intelligenza umana, noi
abbiamo la vista troppo corta; ma ne siamo certi per autorità di Dio e della Chiesa e della S. Scrittura e è
cosi (Fatto di S. Agostino sulla spiaggia del mare...).
In paradiso di questo mistero vedremo un po' di
più, ma comprenderlo, mai. Dobbiamo perciò onorarlo questo mistero e farlo poi onorare anche dagli
altri nostri convertiti. Chi è divoto di questo mistero otterrà la grazia di farlo credere. S.
Francesco Zaverio era solito esclamare: «O Trinitas, o bona Trinitas!» ed era già comune tra la gente
che aveva questo in bocca. E questo lo faceva sia per un atto di fede e sia perché si convertissero più
facilmente, e quindi bisogna credere per farlo credere.
Come si onora? Nella S. Messa il Sacerdote dopo
lavate le mani si inchina mediocremente e dice: Suscipe S. Trinitas ecc. Così terminata la Messa dice: placeat
tibi, S. Trinitas ecc... prima offre tutto il sacrificio alla SS. Trinità e poi lo offre di nuovo in
ringraziamento. Quali sono i due ossequii che facciamo più comunemente alla SS. Trinità. (Vedi
Conferenze passate).
Il Segno della croce ed il Gloria Patri. Gloria Patri «et» Filio
«et» Spiritui Sancto ecc... Se si dicesse sempre così, si che è un atto di fede. Vorrei che
proponeste di dirlo sempre bene e di lasciare niente. Bisogna recitarlo bene, con esattezza, intiero e con
entusiasmo.
Riguardo al segno di croce poi, Tertulliano dice: ecc... Così S. Cirillo Ger. dice:
ecc... E S. Gerolamo: Ad omnem actum ad omnem incessum manus fingat crucem. (Fatto di S. Benedetto che segna il
calice).
(Detto del Ven. Cafasso per conoscere lo spirito dei Sacerd. — Fatto di S. Francesco che
moltiplica l'acqua ecc.).
Un autore dice: Non dubium quin crucis formatio multum valeat si exacte, attente
ac devote formetur quod notare deberent illi qui Crucem tam negligenter faciunt ut nec humeros nec frontem tangant, et
crucem tam parvam et sine ullo tactu phisico terminorum absolvunt celeriter absque ulla crucis specie, quasi muscas a
se averterent; non mirum igitur si hi gratiae detrimentum patiantur.
Dunque se non avessimo fatto altro
questa sera che fare un proponimento fermo di fare bene il segno di croce avremmo già onorato molto la SS.
Trinità.
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Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00