CARITÀ FRATERNA

1 settembre 1918
Quad. XIII, 48
(1 Sett. 1918)
Sull'Epistola d. Dom. XV d. Pent.
S. Paolo scrivendo ai cristiani della Gallazia, li esorta alla carità fraterna, avvertendoli che ostacolo a ciò è la superbia, I'amor proprio. Venendo ai particolari dice, che vedendo nei fratelli qualche difetto non bisogna subito condannarli, ma prima riflettere su di noi che forse ne avremo dei maggiori, di educazione, di carattere, ecc.
Quindi sopportarli in santa pace:Vides in oculo fratris tui... consi-derans teipsum, ne et tu tenteris(V. Ep. Martini). Alter alterius onera portate. - In secondo luogo correggere i nostri fratelli: instruite, ma in bel modo ed a tempo opportuno: in spiritu lenitatis. Del resto ognuno avrà da rendere conto di se stesso: unusquisque onus suum portabit; e ciò che seminerà, mieterà. In breve, conchiude l'Apostolo,dum tempus habemus, operemur bonum, maxime autem ad domesticos fidet, ai nostri confratelli.
giuseppeallamano.consolata.org