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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
27 luglio 1919
Quad. XIV,
32
Sui tre gradi d'umiltà
(27 Lu. 1919)
Ritornato dai Santi
Esercizi, vi porto, come al solito, un ricordo. Ed è su ciò che fece a me più del bene;
spero che lo farà pure a voi. I tre gradi di umiltà. S. Ignazio prima di far meditare la
Passione di N. S. G. C. ci propone tre gradi per cui si arriva alla perfezione e li chiama impropriamente
gradi d'umiltà. Il 1° è di coloro che non vogliono commettere alcun peccato mortale costasse
qualsiasi sacrifizio, anche la vita. — Il 2° di quelli che sono disposti a neppure commettere veruna colpa
veniale deliberata. — Il 3° è di chi accetta, e più ancora sceglie la povertà,
l'umiliazione e la croce per seguitare più da vicino N.S.G.C., e più conformarci a Lui, ancorché
eguale fosse la gloria di Dio e il suo bene nelle ricchezze, onori e godimenti.
I due primi gradi sono di tutti i buoni cristiani; il terzo è per quelli che vogliono la perfezione. Il
primo è necessario per salvarsi; al 2° spingono i motivi del male ch'è il peccato veniale
(V. Bellecio). Al terzo possono aspirare colla grazia di Dio: Non ego, sed gratiaDei mecum, coloro che vogliono
farsi veramente santi. Costoro se non hanno il coraggio di volere e desiderare questo stato, abbiano almeno il
desiderio di avere questo desiderio. Così S. Ignazio ai novizi (V. Bellecio p. 347). Così fece
N.S.G.C., qui proposito sibi gaudio, substinuit crucem confusione contempla. A di Lui imitazione gli
Apostoli: Ibant gaudentes a conspectu Concilii quoniam digni habiti sunt pro nomine Ejus contumeliam pati. S.
Paolo: Mihi absit gloriari, nisi in cruce D.N.J. Ch.i. Tanti martiri ne seguirono l'esempio. S.
Teresa: patire o morire; S.M.M. de' Pazzi: patire non morire.
Non è questo grado tanto difficile pei religiosi, i quali se vogliosi
della perfezione lo praticano. Accettare; anzi cercare di essere tenuti in basso, disprezzati, patire qualche
cosa.
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Creato: Martedì, 13 Giugno 2006 18:02
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Pubblicato: Lunedì, 12 Giugno 2006 23:00