ROGAZIONI — CANONIZZAZIONE DEL B.GABRIELE DELL'ADDOLORATA E DELLA B. MARGHERITA ALACOQUE

9 maggio 1920
(10 (?) Maggio 1920)
Sulle Rogazioni (V. Quad. XI, p. 58)
Triduo in prep. alla Canonizzazione
del B. Gabriele d.A. e della B. Margherita A.
Giovedì, solennità dell'Ascensione di N.S.G.C, a Roma si compi­ranno due Canonizzazioni... Due nostri Santi, l'uno Protettore dell'an­no; l'altra propagatrice della divozione del S. Cuore, che fu tutta la sua missione. Facciamo un triduo per avere parte alle tante grazie che si ot­terranno da Dio in quel giorno. Diremo tre Pater, Ave e Gloria in co­mune d'innanzi alle loro reliquie. Ne imiteremo le virtù.
La vita del B. Gabriele, dice un autore, fu un seguito di ubbidienza fedelissima: un intreccio costante di sacrifìzi e di secrete vittorie ripor­tate su se stesso per ricopiare in se Gesù. Così facciamo anche noi. È così che si riesce santi e grandi santi. Il Beato in vita non fece miracoli, ma ne fece tanti dopo morte; nel 1902 se ne contavano già 5000. Leone XIII lo diceva il S. Luigi dei nostri tempi. In pochi anni...
La Beata Margherita non desidera che divozione al S. Cuore. Di­ciamo sovente la giaculatoria: Gesù così mansueto...; e pratichiamo queste virtù.
P.V. Merlo Pich, quad. 113-121
9 Maggio 1920
Domani farete le rogazioni minori, istituite da S. Gualberto nel Delfinato. Si fanno per quattro motivi:
1) Ut Deus peccatis populi propitietur et ab eo flagella irae suae avertat. E avertat. È quello che dobbiamo sempre domandare: non secundum peccata nostra facias nobis...
2) Ut pacem et aeris serenitatem concedat: la pace ed il bel tempo e la pioggia secondo il bisogno.
3) Ut fructus terrae dare et conservare dignetur: e questo ci tocca di più: ne abbiamo tanto bisogno in questo tempo di tante strettezze in cui la roba co­sta senza fine ed è cattiva sì che anche la salute ne soffre. Speravamo che dopo la guerra saremmo stati meglio, invece l'è ancor peggio. Preghiamo il Signore che dia a tutte le nazioni più abbondanza di grano e di tutto.
4) Ut omnibus necessitatibus fidelium prospiciat. Per questo preghiamo già sempre in particolare; ma la preghiera fatta in comune ha più valore, attira più grazie da Dio.
È da ieri a Vespro che la Chiesa ci prepara invitandoci a pregare poi nella Messa e nel Breviario... Petite et accipietis. Fin'ora non avete domandato niente...
Facciamole dunque con spirito queste rogazioni, per ottenere tutte le gra­zie di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo pregare specialmente per i nostri mala­ti e per i debolucci: abbiamo bisogno di studiare e di lavorare: abbiamo biso­gno che l'infermeria sia sempre vuota.
In questo mentre, con questo triduo dobbiamo prepararci alla canonizza­zione della B. Margherita Alacoque e del B. Gabriele che si farà giovedì pros­simo.
Chi è divoto del S. Cuore deve essere anche divoto della Beata Margherita che ne ha portato e propagato la divozione: dobbiamo esserle tutti devoti. Bi­sogna far bene questo triduo. Già vi ho fatto portare — in imprestito — le reli­quie della B. Margherita e del B. Gabriele; non si può far tanto; ma credo si possa recitare ogni giorno 3 Pater, Ave e Gloria alla presenza delle reliquie; e poi il giorno dell'Ascensione si esporranno tutto il giorno, e voi le onorerete...
Quel giorno discenderà lo stesso S. Padre in S. Pietro e sarà presente alla canonizzazione... Certe volte canta egli stesso la Messa: è una funzione solennissima. Invece per le Beatificazioni non la fa lui la funzione; scende poi solo il dopo pranzo a venerare il Beato.
E Domenica prossima si canonizzerà la B. Pulzella d'Orleans... i francesi han già preso tutti i posti disponibili. La Francia interverrà ufficialmente; il Governo ha mandato una rappresentanza; ha visto che gli conviene star insie­me al Papa. Quanto mondo correrà a vedere! E noi vi prenderemo parte.
Nel decreto di canonizzazione di S. Gabriele che ho letto nelle Acta Apostolicae Sedis si dice che questo santo «si è fatto santo senza miracoli: la sua vita fu un seguito di obbedienza fedelissima, un inserto di sacrifici e di vittorie su se stesso per uniformarsi tutto a Gesù Cristo; questa è la sua santità».
Leone XIII chiamava S. Gabriele il S. Luigi dei nostri giorni.
Ma adesso fa tanti miracoli e tutti accorrono al suo Santuario: in un solo lustro ha fatto 380 guarigioni; e nel 1902 si contavano già 5.000 guarigioni... poi non li han più contati, perché fa miracoli su miracoli; ma in vita non ne avea fatto nessuno.
Così dovete farvi santi voi: non potete fare miracoli, ma dovete come lui farvi santi con un'obbedienza fedelissima e colla costanza nel sacrificio.
E poi dovete raccomandarvi a lui, specialmente quelli che sono un po' debolucci: fa tanti miracoli! ma specialmente di questa specie, esaudisce: egli era anche tutto fino, delicato, eppure è andato nei frati più austeri che dormono vestiti con un saio grossolano, van coi piedi nudi, come i cani, mi diceva un passionista. Quindi ha dovuto far dei sacrifici enormi per adattarsi a quella vi­ta, colla sua delicatezza di nascita e di educazione. E tutto questo l'ha aiutato, si che a soli 24 anni si è fatto un santone. S. Gabriele è protettore speciale dei novizi e degli educandi e in generale di tutti i chierici, perché è morto suddiacono. Così pure è protettore dei malati, perché è morto consunto, etico. Così pure pei deboli di stomaco. Raccomandategli i vostri malati che saltino su dall'infermeria... Ma in modo particolare guarisce l'ernia: ne ha guarite tante, e ce n'è una fra i miracoli per la canonizzazione.
Per la Beatificazione del Cafasso ho portato anche un miracolo della gua­rigione di un'ernia, e mi han detto che il Papa mastica un poco, preferirebbe fossero altri; che ne ha sol tollerato uno per la Canonizzazione del B. Gabrie­le; ed io ho detto: «Tollererà anche per il Cafasso, tanto più che io domando sol la beatificazione, non la canonizzazione». D'altronde due miracoli ci son già stati, se li troveranno idonei...
I Santi aiutano specialmente in quello che han provato anche loro. Quin­di S. Gabriele avendo dovuto far tanti sacrifici essendo delicato di stomaco in una comunità che ha un vitto grossolano, aiuterà gli studenti che hanno debo­lezza a digerire...
Poi oggi c'è stata la beatificazione della B. Luisa de Marillac, confondatrice con S. Vincenzo de' Paoli, delle figlie della carità.
Uno dei tre miracoli da lei operati presentati per la beatificazione c'è la guarigione di un'otite cronica. Quindi pregatela per Ch. Beltramino che faccia la grazia di guarirlo.
Ogni santo ha la sua specialità, la sua particolarità, cui Dio li ha destinati. Solo la Madonna e S. Giuseppe fan tutte le grazie: tutti i Santi hanno le loro particolarità.
Così S. Pancrazio è protettore contro i demoniaci, e non solo per gli ossessi, ma anche per quelli che sono molto tentati dal demonio. Quindi pregatelo quando andate là, che vi liberi dal demonio, lui che è protettore dei tentati. E chi non è tentato. Lo è stato anche N.S. Pregatelo che vi renda forti contro il demonio. In Africa ci sono ancora gl'indemoniati come anticamente si narra nel Vangelo... essi si trovano più facilmente fra i pagani. Il diavolo è così stretto a quei luoghi che non vuol andar via, e ci vogliono tutti gli sforzi dei nostri missionari per cacciarlo. Quindi facciamo in modo che quando andre­mo per cacciarlo egli non si rida poi di noi, come allora degli Apostoli: «Quare non potuimus ejicere eum? — Hoc genus daemoniorum non ejicitur nisi in oratione et jejunio». Avete pregato troppo poco. Avete fatto troppo poca mortificazione.
Così per il mal di gola c'è S. Biagio.
Questi santi hanno facoltà speciale di fare queste grazie.
A S. Margherita dovete domandare maggior divozione al S. Cuore di G. Essa è vissuta pel S. Cuore; ed il suo maggior desiderio è quello di vederlo più amato. Quindi in questo triduo dire sovente: «O Gesù mansueto ed umile di cuore, ecc.». La divozione si manifesta colla imitazione: «Discite a me...». Queste due virtù vuole specialmente che pratichiamo il S. Cuore. Ora son io veramente umile e mansueto? Non parlo mai con malignità. Son sempre ugua­le di umore e cerco di vincermi? Son come S. Vincenzo di cui si diceva: «Vin­cenzo è sempre Vincenzo?». Non si scomponeva mai... E S. Francesco di Sales aveva vinto se stesso in modo che gli han trovato il cuore impietrito.
Non vale la ragione: — è il mio carattere! — Tutti i caratteri sono buoni!!!
In questo triduo pregate per i bisogni pubblici — per quelli della comuni­tà — e per quelli individuali; pregate che il Signore santifichi il posto: che il diavolo non entri qui e non stia, come dite tutti i giorni: «Visita habitationem istam... et omnes insidias inimici ab ea longe repelle» — mandi via il diavolo, lontano, in mare, in bocca ai pesci.
Così vi preparerete alla festa dell'Ascensione, festa dei Sacerdoti e dei Missionari, e vi animerete a lavorare per N.S.... «Ibi fixa sint corda ubi vera sunt gaudia». Dobbiamo sempre pensare al Paradiso: «Semper cum Domino erimus» — e non ci sarà più il diavolo, ne malattie. Abbiamo da soffrire, ma poi verrà il Paradiso. Perché farsi missionario, dover faticare, studiare, sacri­ficarsi a farsi santo?... Non solo perché vi siamo obbligati perché siam servi di Dio ma anche — propter retributionem — Momentaneum et leve etc. Bisogna tener questo punto fisso e ci aiuterà a far i sacrifici per farci santi.
E non dire: «C'è tempo! Comincerò poi quando sia sacerdote!». Più che vecchi non si viene, se si viene! Se avesse un po' detto così il B. Gabriele? Sa­rebbe morto e nessun più parlerebbe di lui e della sua famiglia... Invece adesso disturba tutto il mondo.
giuseppeallamano.consolata.org