PRIMO GIORNO DELL'ANNO

1 gennaio 1921
Quad. XVI, 6-7
Primo giorno dell'anno 1921
1. È sempre espressiva e da ben considerare la parabola del fico in­fruttuoso che racconta S. Luca al capo 13 del suo Vangelo. Il padrone... Applichiamo a noi la parabola. Non sono solo tre anni, ma ...; quali frutti di santificazione abbiamo prodotto? E notate qui non si parla di opere cattive, di peccati, che la ficaia abbia fatti, frutti acerbi, spine ecc. ma di frutti positivi e non solamente foglie, e sterile di opere buone...
Questa fu la nostra vita passata, esente da peccati, e piena di opere sante? Purtroppo no... Domandiamone perdono. Ma come quel vi­gnaiuolo domandò in grazia un anno: dimitte et hoc anno...; così oggi Maria SS. ed il nostro Angelo Custode implorano e ci ottengono anco­ra un anno di prova. La grazia di Dio ci abbonderà... Se faremo dal canto nostro ogni possibile, bene; del resto in futurum succides eam ... Scuotiamoci (V. Siniscalchi: il giorno p. 152).
2. È bella ed utile la pratica in principio dell'anno di ricordare e notare i giorni dell'anno come di marca, di speciali grazie ottenute nella nostra vita. Essendo diverse le date per ciascuno, ognuno si fissi il gior­no della nascita e battesimo, della Cresima, della 1ª Comunione, se lo sa, e poi dell'ingresso nell'istituto, della vestizione e professione; altri poi di ogni S. Ordine. Si aggiungano speciali fatti occorsi. Di tutti si ce­lebri l'anniversario con speciali preghiere e rinnovamento di spirito.
3. Nell'istituto c'è la salutare pratica di proporre un Santo ogni an­no per onorare ed imitare. In quest'anno vi do i recenti Beati Martiri dell'Uganda. Sono come nostri, imitiamone la fede viva, forte e co­stante. Ci aiuteranno nella conversione dei neri. È anche buona l'usan­za di scegliersi un santo protettore di ogni mese dell'anno. Lo faceva S. Francesco Bargia ancor secolare (V. Siniscalchi: Il giorno ... p. 136).
Salomone aveva costituiti dodici prefetti... (ivi p. 137).
4. L'anniversario del Santo del proprio nome è da farsi in modo speciale. Il C. Niceno già ordinò ai parroci d'imporre ai battezzandi il nome d'un Santo. S. Giov. Grisostomo rimproverava quei padri che ar­divano d'imporre nomi profani. La speciale devozione dei parenti, il giorno della nascita od anche un miracolo die' causa ai nostri nomi. Es. S. Nicolò da Talentino e S. Francesco da Paola. Siamone devoti, e cele­briamone la festa (Siniscalchi l. cit. p. 139).
5. Onoriamo anche i Santi di ogni giorno, di cui avremo conoscen­za dal Calendario e dal Martirologio. I più dimenticati onorati ci otter­ranno molte grazie.
Insomma bisogna vivere di fede, ed aiutarci a tenerci alla presenza di Dio con queste ed altre pie industrie.
P. V. Merlo Pich, quad. 222-230
1 Gennaio 1921
Siccome il Superiore non può bastare a tutto, perché siete troppi, d'ora innanzi il P. Ferrero sarà incaricato di tutto quello che riguarda la milizia, gli ordini e simili; quindi se qualcuno avrà dei dubbi su questo, deve ricorrere a P. Ferrero: e lui avrà la pazienza di studiare la cosa e deciderà, e noi eseguire­mo ciò che lui avrà deciso...
Oggi è il primo giorno dell'anno. Se fossi alla Consolata, direi che in quest'anno ricorre il centenario del Convitto, perché il 23 febbraio 1821 ne fu­rono approvate le regole da Mons. Chiaverotti.
Volevamo celebrarlo colla Beatificazione del nostro Venerabile... ma del resto in queste cose è come dice anche il S. Padre, i centenari non si misurano a giorni, quindi aspetteremo qualche anno.
Il 15 febbraio avrà luogo la seduta davanti al Papa, e si pubblicherà il De­creto delle virtù eroiche: è principale, e poi vogliono ancora due miracoli, e si stanno già studiando... pregate quel sant'uomo che è troppo umile!... Ci vor­ranno ancora alcuni anni, sebbene il S. Padre lo desideri tanto... Assisteremo in quest'anno a quella festa, ma non è ancora la beatificazione!...
Questo è quanto succederà in quest'anno!
Ma ... abbiamo terminato un altro anno. Oggi pensava a quella parabola che S. Luca racconta al cap. 13 sul fico infruttuoso, ed ho voluto vedere il te­sto... Il padrone è andato a cercare dei fichi... et non invenit, ed allora ha det­to al vignaiuolo: Succide eam! tagliala via! ut quid terram occupat? E pensavo che questo fatto si applica bene a noi. Il fico è l'anima nostra... ne abbiamo fatto dei frutti in quest'anno? Un poco ne abbiamo fatto! Siamo vissuti da buoni cristiani, da religiosi; e quindi non si può dire che abbiamo fatto pro­prio nessun frutto come quella ficaia. Ma abbiamo noi fatti frutti come vuole da noi N.S.? Oppure abbiam solo fatto dei fichi acerbi che fan bruciare le lab­bra?... Il padrone voleva dei fichi saporiti! Così N.S.
Se possiamo rispondere di sì, ringraziamo il Signore, e diciamo pure gratia Dei mecum.
Ma possiamo proprio dire: «L'anima mia è proprio carica di frutti?». È una interrogazione che dobbiam farci: non basta solo non aver fatto peccato, bisogna aver fatte opere buone, e tutti i giorni quello che il Signore vuole da noi... Abbiamo fatto profitto nelle virtù — abbiamo fatto frutti buoni, sapo­riti, secondo le intenzioni di chi tiene la pianta del Signore? Se no dirà: ut quid terram occupat?
Guardiamo negli anni passati, se abbiamo prodotto tutti questi frutti, se abbiamo sempre corrisposto alle grazie del Signore.
Uh! Quante grazie ricevute! Io, per me, ogni minuto della mia vita è una grazia di Dio! Così anche voi, avete ricevuto la vocazione missionaria, o sacer­dote o coadiutore... Non dite mai: io non sono fatto per fare il missionario, eccetto che i superiori non trovino abbastanza salute o altre doti necessarie. Del resto tutto sta nel corrispondere alla vocazione. Se non posso essere sacer­dote, sarò coadiutore, ma sempre missionario; anche solo un coadiutore mis­sionario in Paradiso sarà sopra gli altri sacerdoti. Quanti hanno desiderato di farsi coadiutori! Come il B. Alano che era professore dell'università, e tanti altri santi.
È una bella grazia di Dio anche quella dei coadiutori!... Dunque non bi­sogna dire: Non son fatto! La vocazione qui dentro c'era e c'è sempre, eccetto che lo dicano i Superiori... Quel che può mancare è la corrispondenza... e per­ciò certe volte c'è della gente che escono, e allora è ancor peggio, perché ave­vano la vocazione e non vi hanno corrisposto alla grazia del Signore... È vero che, come dice S. Alfonso, che è meglio che secondare una vocazione non esi­stente: ma guai anche a chi la perde...
Quindi ciascuno dica a se stesso: Son chiamato!... difatti avete pregato, avete chiesto consiglio... e dunque!... Devo riuscire santo missionario... alme­no corrispondere in modo da non perdere la vocazione... Questo per il passa­to!... E in avvenire?
Il Signore incarica il vignaiuolo che sono io, e il P. Superiore di starvi die­tro in quest'anno... l'anno venturo io guarderò di avvertirlo, di pregare di più, poiché se non si ha lo spirito di preghiera non si può dare buoni frutti... que­sto è l'incarico dei superiori: fodere, tagliare, correggere...
Il Signore ci concede ancora un anno: almeno lo speriamo, e se no il Si­gnore prenderà la buona volontà... chi muore prima, prende tutto il premio della buona volontà. Procuriamo quindi di corrispondere alle grazie di Dio in quest'anno. Oh! quante grazie! È impossibile numerare tutte le grazie di Dio che ricevete in questa casa da mattino a sera: numera stellas si potes: medita­zioni, letture, visite, ispirazioni, avvertimenti dei superiori, buoni esempi...
Ciascuno deve dire: Oggi voglio scuotermi dalla pigrizia che ho nelle ve­ne, da questa apatia; voglio proprio mettermi a farmi santo, presto santo, gran santo, ma in quest'anno!
Alla fine dell'anno il Signore domanderà al vignaiuolo e verrà egli stesso a vedere se ci saranno i frutti...
Ricordatevi la ficaia... Il Signore ci dà un anno di tempo... si deve pro­durre frutti non solo da buoni cristiani, ma da religiosi e da missionari: alla fi­ne dell'anno dovremo essere grandi santi. Dixi: nunc coepi — è tempo che mi scuota! Costi quel che vuole!... Non dire è il mio carattere! Si corregge: i ca­ratteri non si distruggono, si correggono: tutti i caratteri son buoni se sono corretti.
Per questo ci vuole gran confidenza in Dio nella Madonna e nei santi Pro­tettori. E rinnovare i proponimenti tutti i giorni e molte volte al giorno... Far vita eucaristica: star uniti tutto il giorno con N.S. che resta in noi in modo par­ticolare, più che spiritualmente.
E non scoraggiarsi mai! Sempre rialzarsi... bisogna sempre resistere!... Io spero che tutti voi farete questo proponimento che io ho fatto... Il Signore ci dà quest'anno di prova: dimitte et hoc anno!
Il Signore ci dà tante grazie, ma dobbiamo corrispondere: il Signore non ci tira, ma bisogna cooperare da parte nostra: gratia Dei mecum... come dice S. Agostino: «qui creavit te sine te, non justificabit te sine te»: ci ha creati sen­za la nostra cooperazione, ma per santificarci vuole la nostra cooperazione... Qui dentro è un giardino, un paradiso terrestre, dove c'è un grande amore di N.S. verso ciascuno di voi; ma bisogna corrispondervi.
Per protettori di quest'anno prenderemo i Martiri dell'Uganda... son nostri amici: ne leggerete la vita... quando io ho cominciato a leggere i processi di beatificazione credevo che fosse un po' di fanatismo... eran sotto i francesi... invece quando si trattò di soffrire si son proprio mostrati coraggio­si...
Dobbiamo imitare la loro fede che deve essere pratica, fede viva: non co­me quelli che stando in chiesa guardano in aria: va bene, se uno è distratto in­volontariamente si mette a posto — fede capace anche di mostrarsi in pubbli­co... amore alle cose di pietà...: noi dobbiamo vivere di queste cose. Andando per Torino non sospirare le cipolle d'Egitto, quello che abbiamo abbandona­to...
Questa è una delle più belle beatificazioni compiute nell'anno passato. E uno di loro che è scampato c'era a Roma; ed è stato decorato dal Papa: avrà detto: senon fossi stato risparmiato, a quest'ora sarei già santo con costoro!
Questi Santi vi aiuteranno a prepararvi per convertire poi molti altri neri. Ecco: aver fede anche in mezzo alle prove.
Oltre al protettore dell'anno, bisogna anche praticare la divozione di altri santi, come quello di cui portiamo il nome: ognuno se ne ricorda. Fu già il pri­mo Concilio Niceno che ha prescritto che s'imponesse il nome di un santo ai battezzati. E questo come si fa? O si prende il nome del nonno o del padrino, altri prendono quello del santo del giorno della nascita, altri quello di un santo da cui si è ricevuto qualche grazia. Così S. Nicola da Tolentino prese il nome di S. Nicola di Bari per la cui intercessione i suoi genitori avevano ottenuto che nascesse... Così S. Francesco da Paola perché era nato per un miracolo di S. Francesco d'Assisi.
Comunque sia, l'hanno scelto i parenti, e non è a caso, ma è disposizione diDio. Di questo Santo dobbiamo essere divoti tutto l'anno, specialmente nell'anniversario.
Poi ci sono i santi protettori d'ogni mese. S. Francesco Borgia quando era ancora Duca di Candia, raccoglieva ogni mese il suo personale, ed estraeva un santo di cui nel mese si celebrava la festa, e lo dava a tutti per protettore...
Così voi: prendete quello che vi piace di più nel giorno del ritiro mensile... è una pratica molto utile...: nel mese ogni tanto lo ricorderemo, lo invocheremo, ed egli ci aiuterà.
Poi si devono celebrare gli anniversari: anniversario del Battesimo, della Cresima, della prima Comunione (se si sa, ma tante volte non si tien bene a mente) — dell'ingresso nell'Istituto, della Vestizione chiericale e religiosa, del­la Professione, poi della Tonsura, e di tutti gli Ordini.
Sono industrie che ci aiutano a santificarci. Dobbiamo scegliere ogni me­se un santo che comandi lui in quel mese... e ci ottenga le benedizioni... dobbiamo farlo per aiutarci con tutti i mezzi per risvegliarci sovente: siamo sme­morati.
Diciamo: Ad quid venisti? quindi: voglio farmi santo! Il Signore vuole che ci diamo da disperati alla santificazione; e noi dobbiamo farlo fin da que­sta sera. E non scoraggiarci: anche se, come dice S. Teresa, cadessimo 40 o 50 volte al giorno, rialziamoci, rinnoviamo i nostri propositi, e c'è già merito.
Questo sia il ricordo del primo giorno dell'anno...
Alla fine dell'anno il Signore verrà a cercare dei fichi, e ce ne saranno tan­ti.
giuseppeallamano.consolata.org