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Scritto da Beato Giuseppe Allamano
1 aprile
1921
P. V. Merlo Pich,
quad. 369-370
Venerdì 1 Aprile 1921
Domani la Chiesa ci fa celebrare la festa di un gran santo, il santo dell'umiltà: S. Francesco da
Paola. La Chiesa lo dice anche nell'Oremus. Egli si stimava il minimo di tutti e ha chiamato i suoi frati:
«Minimi»; c'erano già i minori, lui ha voluto che fossero i minimi di tutti. Essi praticano tanto la
penitenza, digiunano tutto l'anno; egli poi faceva tante penitenze di più, ma soprattutto voleva essere
umile, il minimo di tutti.
L'umiltà è il fondamento negativo, come vi ho già detto
altre volte, ma vero fondamento della santità... senza umiltà si fa niente, o se si fa qualche cosa la
superbia ci porta via tutto. Questa umiltà deve essere interna ed esterna: l'esterna senza l'interna
è pura ipocrisia. Bisogna perder la stima di noi stessi... ma poi non c'è da temere che gli altri la
perdano di noi. Quindi serve la pratica che faremo adesso: godere di poter far conoscere i nostri difetti, che tutti li
sappiano... non aver paura che gli altri ci perdano la stima... non la perdono, anzi ci stimano sempre troppo e poi
prendono anzi edificazione. Del resto bisogna perder la stima se vogliamo farci santi, come dice S. Filippo Neri:
«Se non si perde il credito è impossibile farsi santo...».
P. G. Richetta, quad. 12
1
Aprile 1921
Se non si perde il credito è impossibile farsi santi (S.
Filippo).
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Pubblicato: Martedì, 13 Giugno 2006 23:00