NECESSITA' DELLA PREGHIERA

6 novembre 1921
Quad. XVI, 23-24
(6 Nov. 1921)
Seguita - La preghiera
Abbiamo parlato della necessità di pregare per salvarci e per con­servare la vocazione. Aggiungo: per conservare la S. Castità. Tutti i Santi ed i Maestri di spirito affermano che la preghiera è il primo mezzo per conservarsi casti. Questo è un tale dono che non può discendere che dal Cielo; (V. Giordano Istr. al Clero p. 164) né il Cielo l'accorda fuor­ché ai gemiti della preghiera. Il Savio (Sap. VIII, 21) Ut scivi quoniam non possem esse continens nisi Deus det, adii Dominum, et deprecatus sum illum... S. Greg. Nisseno: Oratio pudicitiae praesidium atque tutamen est. S. Cipriano: Inter media ad obtinendam castitatem, imo et an­te omnia de divinis castris auxilium petendum est.
L'uso abituale delle giaculatorie e le visite a Gesù Sacramentato. Es. S. Tommaso mandatagli una donna per tentarlo pronunciò i nomi di Gesù e di Maria: Ne sinas Domine Jesu; ne sinas Domina Virgo. Di­scesero due Angeli a cingerlo del S. Cingolo (Giord. l.c. p. 166; e pred. ai Sem.). S. Antonio ab.: Unico sanctissimae crucis signo diabolus debilitatus aufugit diceva a' suoi monaci (V. Brev.). Preghiamo perciò molto e bene.
Dobbiamo poi pregare per ottenere tutte le grazie, spirituali e tem­porali; per noi e per gli altri: Petite et accipietis... I beni spirituali sono lo scopo principale delle nostre preghiere, i temporali solamente secon­dario, come disse N. S. : Quaerite primum..., e subordinati ai beni spiri­tuali; sub conditione dummodo prosint, vel non noceant saluti.
Pregare pei prossimi non solo si può, ma è un dovere, come dice S. Giacomo: Orate pro invicem, ut salvemini, S.G. Grisostomo: Pro se orare necessitas cogit, pro altero autem charitas fraternitatis hortatur. Non siamo però sicuri dell'esito perché gli altri possono essere indispo-
615
sti; ma almeno otterremo che si dispongano togliendo gli impedimenti. Il che se non si ottiene, la preghiera otterrà altro e resta il merito del pregare.
Perché la preghiera sia infallibiliter impetratoria secondo la pro­messa di N. S. G. C. devono concorrere quattro condizioni: 1) Si doman­di necessaria ad salutem. — 2) Si preghi con fiducia di ottenere. S. Giac.: Postulet in fide. S. Agostino: Si fìdes deficit, oratio perit.— 3) Sia fatta con umiltà. Es. il fariseo ed il pubblicano nel tempio; — Si faccia con perseveranza. Es. il Cieco di Gerico e la Cananea (S. Gerol.) ed il paralitico della piscina (S. Giov. Gris.).
(Schouppe De relig. p. 445; e Scaram. 1. cit. cap. 3).
P. P. Borello, quad. 13-15
Signor Rettore, 6 Nov. 1921
Spirito di Preghiera
Continuazione della Conferenza p. 10
La preghiera è pur necessaria:
c) Per conservare la santa virtù della Castità. È questa una perla preziosa, che facilmente si guasta e che un Sacerdote Religioso deve possedere e conser­vare intatta. Tutti i Maestri di spirito sono d'accordo nell'affermare che solo colla preghiera la si può conservare. Anche le Sacre Lettere ce lo confermano:
«Et ut scivi quoniam aliter non possem esse continens nisi Deus det...» (Sap. VIII-21). La preghiera ci ottiene e conserva questa grazia. S. Cipriano dice che inter omnia media, immo ante omnia bisogna domandare questo ajuto dal Cielo. S. Gregorio Nazianzeno afferma quod «oratio» è presidio e tutela della pudicizia. Questo dono angelico, sovra l'umana natura si ottiene colla pre­ghiera, perché solamente con questa possiamo vincere i pericoli universali che ci circondano. S. Tommaso, chiuso nella torre dai fratelli, vince la donna che ardisce insidiarlo dicendo: «Ne sinas, Domine; ne sinas Domina Virgo». S. Antonio Abate caccia con un segno di Croce il diavolo apparsogli sotto forma d'animale feroce. Non è il caso di recitare preghiere tanto lunghe, ma bastano semplici giaculatorie ed aspirazioni frequenti e soprattutto la Comunione ben fatta. Colla preghiera obblighiamo Iddio a venirci in ajuto. S. Agostino tenta­to dice che «ego recurro ad vulnera Christi» e chiusi nel Cuore Santo di Gesù non si ha a temere più nulla.
È poi la preghiera necessaria:
d) per ottenere tutte le grazie: Abbiamo bisogno di domandare:
1) Pro se: a) Grazie Spirituali, che il Signore ci concederà certamente se sono convenienti all'anima nostra.
b) Grazie temporali. Si possono chiamare, se non sconvenienti allo stato spirituale dell'anima nostra, e poi rimanere indifferenti se ci vengon concesse o no, stando a ciò che disse Gesù: «primum petite regnum Dei».
2) Pro aliis: È bene pregare, anzi doveroso per carità. «Orate pro invicem ut salvemini... (S. Jacob. V. 16). Dobbiamo domandar grazie per il bene spiri­tuale del prossimo. Perché il Signore non sempre ci esaudisce? Essi pongono ostacolo col non voler cedere alla grazia. E' bene ed utile, perseverare nella preghiera per ottenere loro la grazia finale. Non stimiamole sprecate perché il Signore ne terrà sempre conto. E bene domandare pure grazie temporali.
Condizioni della preghiera:
1°) Domandare cose necessarie ad salutem spiritualem et aeternam. Il Si­gnore non dà pietra per pane, né serpente per pesce (Luca XI 11-12).
2°) Domandare con confidenza (cum fide). Iddio desidera concederci le grazie, è onnipotente e quindi noi non abbiamo che a domandarle. Sant'Ago­stino: «Si fides deficit, oratio periit». Si può dire che chi sa ben pregare lega quasi le mani a Dio e l'obbliga a concedergli ciò che gli domanda. Mosé veniva rimproverato da Dio perché a causa della sua preghiera Egli non poteva castigare Israele.
3°) Domandare con umiltà. Ricordiamo la parabola del Fariseo e del Pubblicano. Bisogna averla questa umiltà (Luca XVIII - 10..).
4°) È pur necessario pregare con perseveranza, senza scoraggiarci se Dio non subito esaudisce la nostra preghiera. S. Giovanni Grisostomo dice che l'uomo della piscina (Jon. V, 2-17) fu liberato dal Signore dal male in vista della sua costanza.
giuseppeallamano.consolata.org