AI NOVIZI — TEMPO DEL NOVIZIATO

11 marzo 1923
P. P. Borello, quad. 38-39
Signor Rettore. 11 Marzo 1923
Ai Novizi andati a trovarlo al Santuario della Consolata
Trovo anch'io il tempo lungo perché non vi vedo più!... Non sarò a S. Giuseppe a celebrare la Messa da voi: sono 22 anni che ci vado! Ma ora il me­dico non vuole: dico Messa qui in camera: sono come il vetro, non si può più passar sopra le cose come una volta!... Ricordate che siete la pupilla mia e dell'Istituto. Dal Noviziato dipende tutto ciò che farete di bene e di male. Di male speriamo farete nulla. Ricordate: facilmente si può discendere, ma diffi­cilmente si monta nel bene: i Novizi fervorosi saranno fervorosi, i buoni di­scenderanno, e i cattivi nel «giardino dell'Istituto» è neppur da pensare che ce ne siano. Tali quali siete, sarete in avvenire, se non diminuirete: in Missione più liberi, con qualche spina maggiore, con poca corrispondenza forse dei ne­ri, è facile che si discenda. La pazienza è una grave virtù pel Missionario. Un grande amore a Dio, solo questo vi terrà fermi al vostro posto. Una suora mi scriveva una lettera così bella: sono in due nella stessa stazione, e regna una pace fra loro!... Abituatevi a regnare in pace. Mai dire: «ciò non tocca a me» (senza però andare a vedere nei fatti altrui): egoisti no!...
Il pensiero del vostro avvenire sia un gran pensiero. Quanti hanno persa la Vocazione e ce l'avevano. Vocazione è corrispondere. Fa tanta pena vedere qui o là l'indifferenza, la leggerezza! Bisogna aumentarlo e non diminuirlo lo spirito! Avete veduto i buoni PP. d'Africa venuti al Capitolo! ma non confi­diamo nelle virtù altrui, procuriamo ciascuno di avere il suo sacchetto e di riempirlo. Ci vuole virtù, ci vuole virtù! Il Sig. Vice Rettore aveva un princi­pio: volontà ferma. Non bastano le velleità, vanno e vengono: ci vuole volon­tà ferma, costante, poggiata sulla volontà di Dio. Il can. Barberis del Vice Rettore diceva: «Io ho sempre ammirata in quell'uomo la costanza, non bada­va a nessuno, né a chiacchiere, né ad altro». Un Can.co diceva: «Per questo ci vorrebbe Camisassa». L'avessero conosciuto! Aveva cura di tutto! come l'Anglesio che diceva: «Anche un chiodo me lo lascia la Provvidenza e farei un torto alla Provvidenza a non prenderlo»...
Tutti i giorni chiedete pure il pane quotidiano: La S. Comunione, la Pa­rola di Dio, ma anche il pane materiale, perché l'appettito non si contenta di parole! Eppure non fate penitenza, perché il necessario il Signore deve man­darlo... Mi pare che in tutta la Casa, le preghiere più accette a Dio sono le vo­stre... L'emendazione dei difetti è pure un lavoro del Noviziato: passa questo tempo! Fate tutte le cose con lo spirito del vostro Maestro: credete che per lui è una gran responsabilità. Io quando ero superiore del Seminario ero quasi tentato di fuggire e di disobbedire, e quando mi han tolto ho respirato. Qui al­la Consolata con vecchi Sacerdoti, come mi trovavo allora, si faceva solo ciò che era possibile...
Nel Noviziato togliete tutto il male e fate il bene... Curate anche l'educa­zione. I neri la pretendono, e se non si ha delicatezza c'è pericolo alle volte di lasciar andar delle anime. Qui da noi tanti sanno sopportare, là no. Pensate che da questo tempo dipende tutto il bene vostro: felice chi si è preparato. Il Signore è obbligato a dare le grazie. Sono sempre queste le cose che dovrei ri­petervi! Continuate con coraggio: costi ciò che vuole, costerà mai troppo il corrispondere alla vocazione! Così sarete felici: avrete la pace del Signore ed il cuore che vi dice: «Bravo». Andando in chiesa, il Signore dovrebbe sempre abbassare il capo in segno di approvazione, come a S. Giovanni Gualberto, che aveva perdonato al suo nemico.
Fate bene la novena di S. Giuseppe, che il Signore benedica voi, l'Istituto ed il Noviziato, abbiamo bisogno tanto di grazia di Dio! Fatela secondo che le mie intenzioni, che ci aiuti: come si è aiutati da sé in Africa, dove adesso ha due Stazioni invece di una... Pregate anche D. Cafasso Giuseppe anche lui! Il Signore vi benedica. Allegri, che anche un po' più raccolti la malinconia non vi prende. Prendiamo la ferma risoluzione che non cede: fortezza, allora sare­mo Missionari in regola... Ma ciò che dovete fare è in quest'anno nel Novizia­to: dopo conserverete, ma non aumenterete, o meglio, per aumentare ci vuole quasi un miracolo. Il Signore ci dirà: «In quell'atmosfera pura (noviziato) po­tevi fare e non hai fatto». Facciamo adesso ciò che vorremmo allora aver fat­to. Per me ciò che ora più mi consola è l'aver sempre fatto il mio dovere. Se la morte mi prendesse anche improvvisamente come a tanti accade, spero di ri­svegliarmi in un luogo migliore...
giuseppeallamano.consolata.org