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Il beato Giuseppe Allamano, durante la sua vita molto dinamica, ha avuto l’occasione di scrivere e ricevere un numero stragrande di lettere, che costituiscono un’inestimabile fonte di conoscenza del mondo socio-ecclesiale, soprattutto sotto il profilo missionario, della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo. Alcune di queste lettere sono andate perdute, ma la maggior parte è stata conservata da lui o dai destinatari ed ora si trova sparsa in diversi archivi.

 

In questi ultimi anni, l’Istituto Missioni Consolata ha curato la raccolta e la pubblicazione di tutte le lettere ricevute e scritte dall’Allamano. Ne è risultata un’opera colossale in undici volumi, merito del nostro confratello p. Candido Bona, docente di storia ecclesiastica. Egli, con acutezza di storico e sensibilità di figlio, ha curato la pubblicazione di tutto il carteggio riguardante l’Allamano, realizzando un’opera imponente, per complessive nove mila pagine, dal titolo: “QUASI UNA VITA… Lettere scritte e ricevute dal beato Giuseppe Allamano con testi e documenti coevi, ed. Missioni Consolata”. Il primo volume risale al 1990, mentre l’ultimo è datato 2002. Le lettere sono corredate, in nota, da abbondante apparato storico, esegetico e critico. Per conoscere la storia e lo spirito del nostro Fondatore e dell’Istituto Missioni Consolata, questi volumi sono ormai una delle fonti necessarie e garantite.

 

Il p. Piero Trabucco, allora Superiore Generale, in occasione del Natale 2003, ha voluto fare dono della raccolta completa di questi volumi a diversi enti, a Roma, con i quali il nostro Istituto ha una speciale relazione. Ne sono risultati 82 indirizzi: 5 Dicasteri della Santa Sede, 15 Università o Atenei Pontifici e 62 Superiori Generali di Ordini e Congregazioni Religiose e Missionarie.

 

Le risposte a questo dono sono state sollecite ed entusiaste. Fra tutte ne citiamo tre. La prima è Don Pascual Clavez V, S.D.B., Rettore Maggiore dei Salesiani: «Condivido pienamente la Sua opinione che si tratti di una fonte preziosissima – io direi: quasi insostituibile – per la conoscenza, non solo della grande figura del Beato, ma anche della Chiesa piemontese, italiana e africana del cinquantennio preso in considerazione. Resto altresì ammirato della grande fatica che il padre Bona ha saputo affrontare per la raccolta e le precise annotazioni di migliaia di documenti, sparsi un po’ ovunque. Sono certo che i nostri storici ne sapranno trarre utile profitto per i loro studi, considerata la vicinanza, non tanto cronologica, quanto di spirito e di azione dell’Istituto delle Missioni della Consolata e della Congregazione salesiana».

 

La seconda risposta è di Don Pietro Campus, ssp, allora Superiore Generale dei Paolini: «Opera davvero imponente, che fa onore al pazientissimo ricercatore e redattore nonché all’Istituto Missionario, di cui il beato Fondatore sarà certamente fiero. Questa monumentale raccolta occuperà un posto di rilievo nella nostra biblioteca, non solo per la conoscenza storica delle Missioni, ma anche per una ragione carismatica che ci tocca da vicino. Il nostro beato Don Alberione visitò personalmente e cita spesso, in diverse occasioni e in vari contesti, il Canonico Allamano, come uno dei suoi consiglieri, ispiratori e maestri spirituali ».

 

Infine, ecco quanto scrive P. Peter Hans Kolvenbach, S.J., Preposito Generale dei Gesuiti emerito: «Un’opera poderosa, che ci fa conoscere da vicino il beato Fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata. Le mie sincere congratulazioni all’esperto, attento e paziente curatore P. Candido Bona. Con l’augurio che, rispondendo alla chiamata del Santo Padre, l’ansia missionaria animi di nuovo slancio i nostri cuori».

 

 

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