Espressioni, messaggi e giaculatorie,

nella chiusura delle lettere del Beato Giuseppe Allamano,

specialmente ai missionari e alle missionarie

 

fondatoreSaluti

 

Che il Beato Giuseppe Allamano sia stato un grande maestro di spirito non ci sono dubbi. Basta esaminare quanto hanno testimoniato di lui i suoi discepoli, come pure quanto emerge dai suoi scritti. La Chiesa lo ha ufficialmente riconosciuto elevandolo agli onori dell’altare. In queste pagine presentiamo, però, solo un aspetto della sua spiritualità, che si è dimostrata formidabile come aiuto per la vita spirituale, specialmente ai suoi missionari e missionarie. Intendiamo riportare le parole finali e i saluti delle sue lettere, almeno quelle più originali. Da esse traspare molto evidente la sua ricca personalità di “uomo di Dio” e di “maestro di spirito”.

 

Generalmente l’Allamano si esprimeva in modo intenso, con parole che indicavano una forte e cordiale partecipazione ai problemi delle persone. Ciò appare bene nei brevi messaggi che spesso inviava per circostanze speciali o come risposta a lettere ricevute. Appare soprattutto nella conclusione della sua corrispondenza, almeno di quella che non trattava affari o questioni ufficiali. Erano espressioni che si imprimevano facilmente nella mente dei destinatari. Certe frasi idiomatiche da lui inventate, specialmente quelle che assumevano la struttura di giaculatorie, generalmente attinte dalla Sacra Scrittura, o anche dai Santi Padri, erano adatte ad essere ripetute, anche come brevi preghiere. Questo metodo di comunicare, tenuto conto della frequenza e regolarità con lui lo usava, sembra che sia stato da lui ritenuto molto efficace per aiutare gli interlocutori a mantenersi in comunione con Dio, a non perdere il fervore e continuare con impegno e speranza le proprie attività apostoliche, anche quando suonavano da richiamo. In alcune di esse traspare la sua arte nel guidare con soavità e forza le persone scrupolose. A ben considerarle, queste brevi frasi riescono spesso a sintetizzare il contenuto della lettera e indicare una pista per il progresso spirituale. Con il passare degli anni, l’Allamano non ha mai smesso di mandare ai missionari e alle suore missionarie questi suoi messaggi, brevi ed incisivi, per lo più scritti assieme ai saluti, o dietro ad un’immagine, oppure come rapida risposta in calce ad una lettera ricevuta e restituita. Ne sono stati conservati moltissimi, generalmente scritti in modo personalizzato, non frasi generiche, buone per tutti. Raccolti assieme, essi costituiscono un florilegio di incomparabile valore per chi desidera sentire dal vivo l’Allamano e partecipare alla sua forte carica spirituale.

 

Riportiamo quelle espressioni che facilmente si possono rinvenire, a partire dal 1901, anno di fondazione dell’Istituto, attinte dai volumi intitolati “Quasi una vita…”, a cura di P. C. Bona, che contengono le lettere scritte e ricevute dal Beato Allamano, con testi e documenti coevi. Queste espressioni aumentano di numero con il passare del tempo, fino all’ultimo periodo di vita dell’Allamano. Anzi, direi che, con l’avanzare dell’età, egli usava più volentieri questo metodo di comunicare, abbastanza rapido, meno faticoso e, probabilmente, ritenuto da lui stesso più incisivo. Per indicare che l’Allamano non ha inventato questo metodo pedagogico in contemporanea con la fondazione dell’Istituto, riporto alcuni esempi desunti dalle stesse fonti, ma in date precedenti al 1901.

 

Prima del 1901

Al chierico Attilio Bongiovanni (1896): “Si apra quante volte più può al suo confessore e l’ascolti; nihil impossibile volenti” (Lett., V, 777).

Al medesimo (1897): “Faccia coraggio spiritualmente e corporalmente” (Lett., V, 778).

Al medesimo (1898): “Animo dunque alla nuova prova, che il Signore la benedirà. Io pregherò la Consolata, S. Giuseppe e d. Cafasso ad ottenerle la grazia, ma V. S. ubbidisca…” (Lett., V, 779).

Al medesimo (1898): Si faccia coraggio e dica con S. Paolo:<omnia possum in eo qui me confortat>. Incomincii ogni giorno con maggior abbandono in Dio, e la perseveranza, ch’è dono di Dio, le verrà concessa” (Lett., V, 780).

Al medesimo (1898): “Preghi e lavori […], ma soprattutto memorare novissima tua…” (Lett., V, 781).

 

 

1901

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Sta tranquilla dentro la piaga del S. Cuore” (Lett., III, 43).

- Alla Sig,na Cristina Franchetti: “L’opera di Dio non cadrà per i nostri difetti” (Lett., III, 86).

 

1902

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Sta tranquilla; - Il Signore ti darà la grazia necessaria – […]. Coraggio e avanti” (Lett., III, 342).

- Alla sig,na Lucia Bovera: “Coraggio, ché il Signore vi aiuterà sempre” (Lett., III, 372).

- A don Tommaso Gays: “Gesù Sacramentato farà lui” (Lett., III, 437).

- A Don Tommaso Gays: “Il S. Cuore sia la nostra forza anche nelle miserie spirituali. Dire sovente con noi le giaculatorie: Dolce Cuor del mio Gesù e Gesù così mansueto ed umile di cuore…” (Lett., III, 459).

- Al fratel Luigi Falda: “Prega per me, che ti voglio santo…” (Lett., III, 491).

 

1903

- Al teol. Filippo Perlo: “Fatevi coraggio in Domino. Il sacrifizio fatto vi attirerà le benedizioni di Dio in abbondanza” (Lett., III, 542).

- A fratel Benedetto Falda: “Al mio in N.S,G.C. Figlio Falda Benedetto perché nella costanza nella sua vocazione riesca santo missionario” (Lett., III, 564).

- Al teol. Antonio Borda-Bossana: “Coraggio in Domino et esto miles in proelio Domini” (Lett., III, 569).

- A Don Tommaso Gays: “Tanto coraggio in Domino” (Lett., III, 648).

- Al Teol. Filippo Perlo: “In tutto mettiamoci nella mani della nostra cara Consolata” (Lett., III, 669).

- Al Teol. Filippo Perlo: “Coraggio in Domino, e la cara Consolata la conforti ed assista” (Lett., III, 680).

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Adunque tutto nel Signore con fede e rassegnazione” (Lett., III, 715).

- Alla medesima: “Non devi scoraggiarti; il Signore è con te” (Lett., III, 718).

- Alla medesima: “L’ubbidienza fa miracoli” (Lett., III, 719).

- Alla medesima: “Tranquilla: Coraggio: ti benedico” (Lett., III, 721).

 

1904

- Al teol. Filippo Perlo: “Coraggio adunque, e suaviter ac fortiter proceda…” (Lett., IV, 33).

- A don Ermanno Dervieux: “Coraggio in Domino et in Domina…” (Lett., IV, 64).

- Al teol. Filippo Perlo: “Il Signore la conforti fra tante occupazioni” (Lett., IV, 87).

- Al fratel Benedetto Falda: “Il Signore ti benedica e la cara Consolata ti preservi dalle disgrazie” (Lett., IV, 219).

 

1905

- Al fratel Benedetto Falda: “Coraggio nel Signore e nel Paradiso, che, quando non avrai più voglia di stare in terra, è preparato” (Lett., IV, 288).

 

1906

- A fratel Benedetto Falda: “Afdunque, coraggio sempre […] e pensa che il giorno della tua festa dirò la Messa per te, perché ti faccia santo e santo missionario” (Lett., IV, 490-491).

- Al teol. Giovanni Battista Rolfo: “Caraggio in Domino e sappia ch’io prego perché lei possa fare molto bene e guadagnarsi un bel Paradiso” (Lett., IV, 492).

- A Giovanni Chiomio: “Il Signore ti benedica, e ti conceda la grazia di riuscire un Suo degno ministro” (Lett., IV, 589).

 

1907

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Coraggio e confidenza, poiché il Paradiso c’è anche per te” (Lett., IV, 651).

 

1908

- A don Tommaso Gays: “La Ss. Consolata la benedica e faccia santo” (Lett., V, 40).

- A fratel Benedetto Falda: “La nostra Con. Ti benedica e tu prega pel tuo aff. In G.” (Lett., V, 41).

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Io ti benedico sovente” (Lett., V, 69).

- Al teol. Mario Arese e al fratel Benedetto Falda: “Ponetevi subito sotto il manto della nostra Consolata nel caro Santuario” (Lett., V, 80).

. Al chierico Lorenzo Sales: “Mettiti di tanto in tanto nel S. Cuore di Gesù e poi sta tranquillo […]. Avanti…” (Lett., V, 88).

- A fratel Benedetto Falda: “Sta allegro nel Signore; e stimati felice di soffrire qualche cosa per amor di Dio, così potrai dire con S. Paolo: ora incomincio ad essere vero discepolo di N. S. Gesù Cristo. Tante altre cose nel Signore” (Lett., V, 91).

- Al medesimo: “Adunque coraggio nel Signore, e consacrati ai piedi della Nostra S. della Guardia come fossi ai piedi della nostra Consolata” (Lett., V, 95).

- Al medesimo: “Va con fortezza cristiana, sii umile, dolce, ubbidiente e pio e sarai anche felice in terra” (Lett., V, 97).

- Al chierico M. Domenico Ferrero: “Adunque coraggio in Domino, ed io ti benedico” (Lett., V, 137).

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: Del resto coraggio e tranquilla nell’ubbidienza” (Lett., V, 143).

- A don Giovanni Balbo: “Ti esorto quindi a continuare con vero spirito ovunque l’ubbidienza ti voglia” (Lett., V, 151).

- A don Francesco Gamberutti: “Procura di ben africanizzarti […]. Il Signore ti benedica” (Lett., V, 153).

- Al teol. Giovanni Battista Rolfo: “La mia piena benedizione presso la Ss. Consolata” (Lett., V, 155).

- A fratel Benedetto Falda: “Colla mia benedizione intendo confermarti come primo fratello dell’istituto” (Lett., V, 156).

- A don Pietro Airaldi: “Prego la nostra Ss. Consolata di spargere il suo difficile ministero delle Sue Consolazioni” (Lett., V, 170).

 

1909

- Al teol. Giovanni Battista Rolfo: “Coraggio: infirma eligit Deus; le nostre miserie fanno meglio risaltare la bontà di Dio. Animo…” (Lett., V, 178).

- Al teol. Giovanni Battista Rolfo: “Ai piedi della Ss. Consolata depongo questo biglietto perché lo renda efficace…Dio solo…Dio solo…” (Lett., V, 199).

- A don Giovanni Balbo: “Ti parlai con cuore di padre, e tu accetta il mio scritto con buon animo” (Lett., V, 208).

- Al chierico Lorenzo Sales: “Coraggio, tuta requies in visceribus Salvatoris” (Lett., V, 235).

- Ai missionari del Kenya: “Il vostro lavoro sia fatto colla massima purità d’intenzione perché sia degno della protezione divina, stando scritto che protegam eum, quoniam cognovit Nomen Meum” (Lett., V, 260).

- Al teol. Giovanni Battista Rolfo: “Godiamo della pace, preparandoci a sopportare qualche spina futura nella vita di questo povero mondo: ostandam illi quanta oportet pro nomine meo pati […] Il Signore l’ajuterà a proseguire usque ad mortem”” (Lett., V, 295).

 

1910

- Al chierico Lorenzo Sales: “Fa coraggio; è il demonio che vuol disturbarti: in Corde Jesu e basta. […] L’ubbidienza ti basti” (Lett., 342).

- Al medesimo: “Non morire, ma lavorare conforme alla volontà dei Superiori, che è quella di Dio. Coraggio…Avanti…Ti benedico.” (Lett., V, 343).

- A don Umberto Costa: “ La Ss. Consolata vi benedica e vi ottenga vero spirito religioso e apostolico” (Lett., V, 401).

- Ai missionari del Kenya: “La carità di N.S. Gesù Cristo sia sempre col degno Vicario Apostolico, con voi tutti sacerdoti e coadiutori, colle buone Suore, coi novelli cristiani e neofiti e coll’intera Missione del Kenya” (Let., V, 411).

- A mons. Luigi Scassa: “Le prega dalla Consolata molte consolazioni per fare bene nel posto che occupa da buono e credente Prete” (Lett., V, 448)

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Fa coraggio; ti benedico e sta tranquilla. Sono in casa, se non puoi, verrò io. Imperet tibi Deus” (Lett., V, 455).

- Alla medesima: “Fa l’ubbidienza assoluta” (Lett., V, 456).

 

1911

- Al teol. Rodolfo Bertagna: “Non mi sento di più scriverti, ma prego la nostra Consolata di benedirti” (Lett., V, 459).

- Al cavaliere Pio Vassallo di Castiglione Falletto: “Poniamo ogni avvenire nelle mani di Dio con un fiat, e Dio ci benedirà” (Lett., V, 525).

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Il buon Dio non permette oltre le nostre forze ajutate dalla Sua grazia. Tutto passerà, e la Madonna in questo Suo mese farà la grazia. Ti benedico.” (Lett., V, 571).

- A don Umberto Costa: “La mia benedizione sui cari figli, alle cui preghiere e piccoli sacrifizii nell’osservanza cordiale dei loro doveri, attribuirò il buon esito degli Esercizi […]. In Corde Ss. Jesu” (Lett., V, 614).

- Ai missionari del Kenya: “Così il Signore potrà dire di noi: sanctificabor in eis qui appropinquant mihi, et in conspectu omnis popoli glorificabor. Il Signore vi benedica, com’io di tutto cuore ne Lo prego” (Lett., V, 634-635).

- Alla beata Maria Teresa Ledòchowska: “Il Signore La conforti nell’opera di Redenzione, alla quale dedica con tanto zelo tutte le sue forze; e la nostra Consolata compia i suoi desideri. Mi abbia nel Signore” (Lett., V, 674).

- Al can. Giacomo Camisassa: “E finisco coi saluti di tutti e nella fiducia di rivederla in tempo non troppo lontano. Tante cose a Monsignore ed a tutti, per cui prego dalla Consolata vero spirito di N.S.G.C. a propria santificazione ed a salute di cotesti poveretti” (Lett., V, 707).

- Al medesimo: “Faccia coraggio a Monsignore e V.S. si conservi bene usque ad fine” (Lett., V, 774).

 

1912

- Al P. Giovanni Balbo: “La Ss. Consolata ti benedica unitamente ai cari missionari, che sono con te a Meru. Noi preghiamo perché la semente che costì gettate produca copiosi frutti; voi siete come i beniamini del vostro aff. In G.C.” (Lett., VI, 41).

- Al P. Carlo Saroglia: “Ti ripeto: coraggio, e pensa che io ti amo, anche perché coi voti perpetui sei mio figlio perpetuo. Scrivimi spesso” (Lett., VI, 77).

- All’abate Zaverio Peyron: “V.S. vada avanti in Domino. […] Mi pare bene non più parlarne ed andare avanti in Domino” (Lett., VI, 147).

- Al P. Giuseppe Perrachon: “La Ss. Consolata consoli V.S. e la renda forte come apostolo…” (Lett., VI, 159).

- Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Ti obbligo di fare ogni giorno, se la sanità lo permette, la Comunione, e sempre finché potrai trovarmi” (Lett., VI, 165).

- Alla medesima: “Il Signore non permette oltre le nostre forze, e dà grazie e forze a chi le domanda” (Lett., VI, 180).

-Al P. Umberto Costa: “Il Signore vi benedica a faccia santi” (Lett., VI, 181).

-Al P. Giovanni Balbo: “Pensaci bene, prega e rispondimi con premura mentre io pure pregherò il signore d’illuminarti e con tutto il cuore ti benedico” (Lett., VI, 186).

-Al P. Angelo Dal Canton: “Da parte mia ti raccomando tanto alla Consolata acciò t’ispiri pel tuo maggior bene e t’aiuti a farti un vero missionario” (Lett., VI, 188).

-Al P. Gaudenzio Panelatti: “Il signore ti benedica e soprattutto ti dia la grazia di vivere da vero sacerdote come ti prega il tuo aff.mo” (Lett., VI, 206).

-Al P. Umberto Costa: “La Madonna, oggi specialmente [15 agosto] vi benedica, e S. Ignazio vi trasfonda un po’ del suo spirito” (Lett., VI, 210).

-Al P. Francesco Gamberutti: “La Ss. Consolata ti benedica perché sii di consolazione ai Superiori e degno strumento nelle sante opere delle nostre Missioni” (Lett., VI, 225).

-Al medesimo: “Adunque coraggio in Domino e non ti prenda la malinconia della patria: Paradisus est!…” (Lett., VI, 277).

A Fr. Luigi Bezzone: “Adunque animo a farci santi missionarii, ubbidienti di cuore e pazienti…Ti benedico paternamente” (Lett., VI, 279).

-Alla nipote Sr. Dorotea Marchisio: “Ascolta il mio ordine; confessati come vuole il Papa e poi fa assolutamente la Comunione. Mi prendo io la responsabilità; tu ubbidisci” (Lett., VI, 287).

 

1913

- A don Giovanni Carlo Bolla: “V.S.tenti la prova con coraggio [di entrare nell’Istituto], e la nostra Ss. Consolata la conforterà” (Lett., VI, 401-402).

- Al medesimo: “Intanto preghi per avere lo spirito di fortezza necessario per decidersi alla sublime vocazione. Io prego la nostra Ss. Consolata a farle da Madre e Protettrice” (Lett., VI, 413).

- Al P. Tommaso Gays: “Avanti dunque con rinnovato vigore, anche pensando al gran premio che ci sarà dato in Paradiso, dove al dire del nostro Ven. ci riposeremo” (Lett., VI, 420).

- Al P. Angelo Dal Canton: “Io prego ogni giorno il Signore perché tutti vivano costantemente quali degni missionarii, e lavorino prima alla propria santificazione, e poi alla conversione di cotesti cari neri. Benedico te in particolare con affetto di padre” (Lett., VI, 421-422).

-Alle suore missionarie: “Il Signore vi benedica, e S. Ignazio vi ottenga lo spirito di N.S. Gesù Cristo” (Lett., VI, 438).

- A Sr. Margherita Demaria: “Sta tranquilla e ti benedico” (Lett., VI, 444).

Al P. Luigi Perlo: “Il Signore vi benedica tutti pel fine essenziale della comune santificazione. Pregate pel vostro aff.mo” (Lett, VI, 466).

- Al diac. Maurizio Domenico Ferrero: “Avanti con fiducia ed abbandono intiero in Dio, che può o vuole farvi santi per Sua Bontà e misericordia. Dì ciò al caro Maletto” (Lett., VI, 469).

- Al P. Francesco Gamberutti: “Fa coraggio e non abbatterti nei difetti; sopratutto opera sempre in conformità alle viste di Monsignore. Saluta chi è teco” (Lett., VI, 483).

- Al P. Maurizio Domenico Ferrero: “Andando in Francia sii libero e sciolto quanto al tempo e a tutto: La Comunità di molto aumentata, ti ricorda e ri aspetta” (Lett., VI, 488-489).

- Alle prime Missionarie della Consolata partenti per il Kenya: “E qui finisco, pregandovi dalla nostra Santa Patrona la Ss. Consolata tutte le grazie necessarie per ben corrispondere alla vostra vocazione ed alle mire che hanno i Superiori su ognuna di voi. Il S. Cuore di Gesù vi benedica, com’io paternamente vi saluto, assicurandovi che ogni giorno mattino e sera pregherò per voi all’Altare della Consolata” (Lett. VI, 496).

- Al P. Umberto Costa: “Del resto andiamo avanti in Domino dicendo: Dummodo consummem cursum meum et ministerium, quod accepi a Domino Jesu. Coraggio al completo olocausto dei S. Voti” (Lett., VI, 515).

- Alle missionarie del Kenya: “Io vi accompagno in spirito, specialmente la Suepriora, in ogni giorno ed ora della vostra vita africana, affinché sia santificato il S. Nome di Dio. Imploro su tutte e ciascuna di voi tante benedizioni; e voi non dimenticate il vostro vecchio padre nel Signore” (Lett., VI, 520).

- Al P. Giuseppe Perrachon: “Vorrei scriverle più a lungo per rallegrarmi del bene che so V.S. operare, specialmente nella lingua Isvaili; ma per ora faccio punto: Avanti in Domino…” (Lett., VI, 525).

Ai missionari del Kenya: “Il Signore benedica a queste mie parole, e dia a voi tutti spirito di intelletto per ben comprenderle e docilità di cuore e costanza per ben praticarle” (Lett., VI, 530).

- Ai padri Maurizio Domenico Ferrero e Giuseppe Maletto: “Il tutto ad majorem Dei Gloriam…” (Lett., VI, 547).

 

1914

- Alla Sig.na Lucia Bovero: “Coraggio, calma e pazienza nel Signore” (Lett., VI, 559).

- A Sr. Margherita Demaria: “Vi benedico a’ piedi della nostra Patrona: dimostratevi sempre degne del nome che portate” (Lett., VI, 575).

- Alla medesima: “Coraggio: io prego in questa cara novena la nostra Ss. Consolata. Essa vi consolerà, guarirà e vi formerà vere missionarie. Vi benedico, te in particolare” (Lett., VI, 585).

- Alla medesima: “Coraggio e tante benedizioni a tutte, e particolarmente a te. P.S. Ti auguro Buona Festa; ed in quel giorno da S. Ignazio ti manderò una speciale benedizione: Coll’occasione intendo augurare a ciascuna a proprio tempo la Festa” (Lett., VI, 588).

- A Sr.Maria degli Angeli Vassallo di Castiglione: “De resto avanti nel Signore, il quale ascolta le vostre buone volontà e le farà efficaci. La mia benedizione su tutte e specialmente su di te…” (Lett., VI, 592-593).

- Alla medesima: “Preparatevi alla gran Solennità dell’Assunta, non moltiplicando le preghiere, ma aumentando il fervore. Vi benedico di tutto cuore e pregate per me"”(Lett., VI, 611).

- Al P. Lorenzo Sales: “Del resto coraggio; là sono miseriette…” (Lett., VI, 625).

A Sr. Margherita Demaria: “Benedico tutte, anche quelle di Tetu, dalle quali ricevetti belle lettere. Coraggio a te in particolare che prego la Ss. Consolata di sostenerti e consolarti” (Lett., VI, 648).

- Alla medesima: “Tu poi coraggio nel Signore, Egli ti sosterrà corporalmente e spiritualmente, com’io ne Lo prego: Scrivi sempre tutto come vedi, e sta tranquilla…” (Lett., VI, 685).

- Al chierico Domenico Spinello: “Fa l’ubbidienza, ed il Signore ti benedirà. Puoi tuttavia esprimere le cose ai Superiori, specialmente per la scuola degli Studenti. Coraggio ed abbandono in Dio; ti benedico” (Lett., VI, 696).

 

 

1915 (mancano)

 

1916

- A Sr. Lucia Monti: “Tu fa coraggio, ed alza gli occhi al Paradiso” (Lett., VII. 296).

- Alla Sig.na Lucia Boverio: “Stia in pace e lasci che lavori il S. Angelo Custode” (Lett., VII, 298).

- Al P. Giovanni Mauro: “Per la festa di S. Giuseppe sarai spiritualmente con noi, ed io ti benedirò paternamente” (Lett., VII, 316).

- Al P. Lorenzo Sales: “Gesù ti ama e tu amalo senza paura. Coraggio…Scrivi tante patatine [titolo di un bozzetto pubblicato sul periodico]. Ti benedico” (Lett., VII, 319).

- Al chierico Giuseppe Nepote Fus [militare]: “Si Deus mecum quis contra me? Coraggio e la mia benedizione” (Lett., VII, 320).

- Al chierico Eugenio Valentino Baldi [militare]: “Il Signore non manca le sue grazie e chi umilmente e con fervore le domanda […]. Ti benedico e prego la Ss. Consolata per te” (Lett., VII, 322).

- Al P. Giovanni Mauro [militare]: “Sta allegro in Domino, e colle preghiere accelera il giorno del ritorno al caro Istituto” (Lett., VII, 325).

- Al chierico Eugenio Valentino Baldi [militare]: “Coraggio nel S. Cuore di Gesù: Tuta requies in viscribus Salvatoris (S. Agostino)” (Lett., VII, 338).

- Al P. Giovanni Mauro [militare]: “Da lontano festeggia la cara Consolata […]. Noi qui ti teniamo presente con tutti i cari confratelli lontani” (Lett., VII, 344).

- Al chierico Eugenio Valentino Baldi [militare]: Felice se ti mantieni in fervore contro le occasioni pericolose…Ti benedico” (Lett., 348).

- Al medesimo: “Facendo ogni cosa coram Domino, nulla ti accadrà di male. Esto fortis in propositis. Ti benedico” (Lett., VII, 359).

- Alle suore della casamadre: “Vi raccomando spesso a’ piedi di S. Ignazio perché vi ottenga di tendere con ardore a perfezionarvi, e specialmente a fare ogni cosa Ad majorem Dei Gloriam. Vi benedico” (Lett., VII, 365).

- Al P. Giovanni Mauro [militare]: “Ricordo sovente prego coraggio” (Lett., VII, 366).

- A P. Giovanni Mauro [militare]: “L’avvenire è nelle mani di Dio; tu però accellera [!] il comune desiderio colle visite a Gesù Sacramentato. La preghiera è onnipotente” (Lett., VII, 379).

- Al P. Umberto Costa: “Vi benedico a’ piedi della cara Consolata” (Lett., VII, 386).

- Al P. Maurizio Domenico Ferrero e al chierico Ottavio Occelli [militari]: “Coraggio adunque, sostenuti dalle nostre preghiere; avanti in Domino giorno per giorno, ora per ora. Tante preghiere e sacrifizii che facciamo otterranno finalmente al più presto la fine delle prove, e verrà il giorno benedetto del ritorno al caro Istituto: Fiat, Fiat…Vi benedico con tutto il cuore” (Lett., VII, 388).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: “In tutto vedi la S. Volontà di Dio, che ti consolerà e trarrà dal male il bene. Ti benedico” (Lett., VII, 395).

- Al chierico Eugenio Valentino Baldi [militare]: Coraggio e in alto la mente. Gesù non manca; noi possiamo mancare col lasciare il fervore. Coraggio. Ti benedico di gran cuore” (Lett., VII, 396).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: “La cartolina è indecifrabile; procura di scrivere più chiaro, anche con meno cose. Avanti nella S. Volontà di Dio, che tutto volgerà a nostro bene e a Sua gloria” (Lrtt., VII, 404).

- Al P. Giuseppe Maletto: “Sta tranquillo sugli studi; siamo in regola coi Superiori.. Fatti coraggio, ti benedico e prega pel tuo aff.mo” (Lett., VII, 419).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: Coraggio tanto…Ti benedico. Se abbisogni di denaro ecc. scrivi” (Lett., VII, 424).

- Al P. Giuseppe Maletto: “Sei un po’ ostinato in queste cose; cammina più sciolto; questa è la volontà di Dio…Ti benedico” (Lett., VII, 426).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: “Ti ricordiamo sempre; preghiamo per te…” (Lett., VII, 428).

- Al medesimo: “Tu intanto fa coraggio in Domino, e pensa che noi siamo con te e preghiamo per te” (Lett., VII, 435).

- Al P. Giovanni Mauro [militare]: Tienti su, e ti serva questa prova [di essere militare] a farti forte. Il caro D. Dolza fu fatto abile: pazienza. Ti benedico” (Lett., VII, 437).

- Al P. Domenico Spinello [militare]: Ricorda le mia passate correzioni e praticale. Nelle tue lettere parla tutto francamente. Sii umile e conservati casto. Ti benedico e unisco i saluti del M.R.Zio [Don Giovanni Battista Spinello]” (Lett., VII, 440).

- Al P. Giuseppe Maletto [militare]: “Del resto getta tutte le pene e dubbi nel lago [Maggiore]: mergam vos, ne mergar a vobis. Ti aspettiamo. La mia benedizione” (Lett., VII, 442).

- A Sr. Edvige Grosso: “Approvo. Bene. Voglio farmi santa” (Lett., VII, 487).

- A Sr. Margherita Demaria: “Coraggio a tutte nel Signore; colla mente ed il cuore intenti all’unico scopo di farvi sante e salvare il maggior numero di anime. Vi benedico tutte e te in particolare” (Lett., VII, 493).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: “Coraggio: si Deus mecum, quis contra me? La nostra Ss. Consolata ti protegga e consoli. Ti benedico” (Lett., VII, 496).

 

1917

- A P. Giuseppe Maletto [militare]: “Già sai le mie intenzioni su tutto. Ritornando riporta assoluta pace e serenità: già sarebbe una bella grazia […]. Prega…Ti benedico” (Lett., VII, 503).

- A Sr. Maria degli Angeli Candellero: “Tu poi abbandonati in Dio secondo lo spirito del S. Padre” (Lett., VII, 515).

- Al P. Domenico Spinello [militare]: “Ovunque c’è Gesù e la di Lui grazia, che io ti auguro e prego…Ti benedico” (Lett., VII, 519).

- Ai chierici Mario e Giovanni Borello [militari]: Avanti…la Ss. Consolata vi proteggerà, e S. Giuseppe farà il resto. Vi benedico di gran cuore” (Lett., VII, 521).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: “Avanti sinché a Dio piacerà di consolarci. Ti raccomando a S. Giuseppe. Ti benedico” (Lett., VII, 523).

- Al P. Giuseppe Maletto [militare]: “Continua così l’opera della tua santificazione pel maggior bene tuo e delle anime…Ti benedico” (Lett., VII, 526).

- A P. Domenico Spinello [militare]: Fa coraggio e poni tutto ai piedi della Croce per cavarne un merito. Se abbisogni di denari scrivimi. Noi preghiamo per te la nostra cara Consolata […]. Ti benedico di gran cuore” (Lett., VII, 527).

- A fratel Carlo Gilardi: “Il Signore ti faccia comprendere il bello della vita religiosa passata nel fervore e la consolazione che ne proverai in punto di morte. Ti benedico” (Lett., VII, 529).

- Al P. Giovanni Chiomio [militare]: “Le spine non mi mancano, ma in tutto c’è Gesù…Coraggio anche a te, preparandoti a riuscire un apostolo. Ti benedico” (Lett., VII, 542).

- Al P. Vittorio Sandrone: “Fa coraggio a tutti e si confortino nelle sante memorie della medesima [la madre morta]. Dal Paradiso vi sarà ancor più madre…Anche nell’Istituto si prega. Fermati secondo il bisogno e la convenienza. Ti benedico” (Lett., VII, 543).

- Al chierico Eugenio Valentino Baldi [militare]: “Al presente come appare poca cosa questa vita! Solo l’abbandono in Dio ed un’intiera consacrazione a Lui e non carni et sanguini ti renderà forte e pronto a quanto Dio disporrà pel tuo meglio eterno. Coraggio, ti benedico…Scrivimi se abbisogni di qualche cosa” (Lett., VII, 544).

- Al P. Giuseppe Aimo-Boot: “Il sacrifizio [mamma morta] di V.S. avrà risparmiato il Purgatorio alla bell’anima. Coraggio. La nostra Ss. Consolata la conforti e benedica” (Lett., VII, 545).

- Al P. Giuseppe Maletto [militare]: “Ricevuta tua lettera: Tota nocte nil coepimus…faciam vos fieri piscatores hominum. Il fioretto verrà, o meglio sia: 12 piccoli sacrifizii al giorno. Avanti in Domino. Ti benedico. Sursum corda…Novena S.S.” (Lett., VII, 551).

- Al P. Giovanni Mauro [militare]: “Animo! Speriamo ancora che stii costì, altrimenti: Fiat. Domini est terra […]. Ti benedico sovente” (Lett., VII, 559).

- Al chierico Mario Botta: “Coraggio; la Ss. Consolata ti conserverà nella S. Vocazione. Ti benedico” (Lett., VII, 560).

- A P. Giovanni Mauro: “Coraggio giorno per giorno. Ti benedico sovente” (Lett., VII, 561).

Al P. Giuseppe Maletto [militare]: “Avanti con coraggio e le solite norme, così a ritornato poi rinato di mente. Ti benedico di gran cuore” (Lett., VII, 562).

- Ai Missionari della Consolata [per la morte del chierico Eugenio Baldi]: “Ecco quanto ci dice il caro Baldi: defunctus adhuc loquitur. Ascoltatelo” (Lett., VII, 567).

- Al chierico Eugenio Baldi [un foglio che teneva nel portafoglio quando è morto]: “Carissimo Baldi, se le mie parole sono incaute e folli, stracci questo pezzo di carta, le tenga per non dette, mi mandi a dire che sono un ga<ssa>to e sia tutto finito su questa questione” (Lett., VII, 572, nota 3).

- Al P. Umberto Costa: “Tu fa coraggio nel portare la tua croce finché il Signore vorrà così: sufficit tibi gratia D.N.J.Ch.” (Lett., VII, 573).

- A Attilio Bongiovanni: “Del resto tutto in Domino, abbandonandosi alla Sua Bontà già tanto sperimentata” (Lett., VII, 583).

- A fratel Giacomo Ronco: “Coraggio…continua in tutte le pratiche di pietà mentre hai tanto tempo; ringraziamo il Signore. Ti benedico” (Lett., VII, 588).

- Al chierico Giuseppe Nepote Fus [militare]: “Godo di averti saputo sempre in meno pericolo; penso che ciò abbia fatto la nostra e tua Ss. Consolata. La buona Madre continuerà a proteggerti nello spirito e nel corpo come io ne la prego. Coraggio…Ti benedico” (Lett., VII, 589).

- A fratel Giacomo Gaidano: “Vi benedico come foste a me presenti, desideroso d’infondervi colla benedizione della nostra Consolata quanto un padre vi desidera in Domino” (Lett., VII, 598).

- A Sr. Margherita Demaria: “Avanti nel signore e nella Benedizione che imparto di gran cuore prima su di te e poi su tutte…” (Lett., VII, 613).

- A P. Gaudenzio Panelatti: “Tu continua a consolarmi colle tue frequenti lettere, mentre io ti benedico di gran cuore ai piedi della nostra Ss. Consolata” (Lett., VII, 619).

- A P. Maurizio Domenico Ferrero [militare]: “Tu già comprendi il mio cuore; ed io il tuo. Nulla meno tue frequenti notizie mi consolano. Prego una fine non lontana. Ti benedico” (Lett., VII, 628).

- Al medesimo: “Ibant gaudentes…quoniam digni habiti sunt pro Nomine Jesu…Coraggio, e prego tanto la Ss. Consolata” (Lett., VII, 629).

- Al chierico Giuseppe Nepote Fus [militare]: “ Coraggio in spe…Io ti benedico sempre e prego. Se abbisogni di denari o d’altro scrivimi liberamente” (Lett., VII, 630).

A Sr. Maria degli Angeli Candellero: “Tanto coraggio nel pensiero del Paradiso, dove un giorno andremo certamente tu ed io, et sic semper cum Domino erimus. Ascoltami e continua senza paura…Ti benedico” (Lett., VII, 631).

- Al chierico Giuseppe Goletto [militare]: “Pensa nel mese di Novembre a fare il tuo Purgatorio, ed a liberare molte anime. Così avrai un po’ di conforto e ti farai meriti. Coraggio, ti benedico” (Lett., VII, 633).

- A P. Lorenzo Sales: “Coraggio e avanti colla mia più che quotidiana Benedizione. La Ss. Consolata ti vuol bene e ti benedice” (Lett., VII, 663).

- A fratel Luigi Falda [uscito]: “Prega per me, che quale figlio ti benedico” (Lett., VII, 671).

- A P. Ulderico Francesco Tiboni: “[l’Allamano] Si consola nel proseguimento della causa del nostro venerabile, ma non dimentica che meglio sarebbe santificare i vivi che i morti” (Lett., VII, 762).

- Al chierico Giuseppe Nepote Fus [militare]: “Avanti da missionario…Capillus de capite vestro non peribit” (Lett., VII, 676).

- A P. Giuseppe Maletto [militare]: “Ti dirò solo di procedere sciolto in Domino, sì da farne l’abito. Ti benedico” (Lett., VII, 680).

- Al medesimo: “Sospirale [le missioni] e verranno. E’ sempre tempo coram Deo…Ti benedico” (Lett., VII, 683).

 

1918

- A fratel Luigi Falda: “Coraggio dunque e dì ogni mattina: Nunc coepi: Incomincio. Ti benedico di tutto cuore” /Lett., VIII, 12).

- A Sr. Maria degli Angeli Candellero: “Hoc fac et vives; osservali [i proponimenti degli esercizi] e sta tranquilla. Prega per me il Divin Cuore perché faccia me e quanti mi appartengono simili a Lui” (Lett., VIII, 13).

- Alla medesima: “Cuore più generoso, disprezzo delle pene spirituali. Pensare a confidare ed amare Dio, non temerlo…Nulla ti turbi…” (Lett., VIII, 14).

- A P. Maurizio Domenico Ferrero [militare]: “La Ss. Consolata vive e protegge i suoi cari missionarii, e trarrà il maggior bene da tante miserie. Coraggio in Domino” (Lett., VIII, 53).

- Al chierico Giuseppe Nepote Fus [militare]: “Coraggio e spera…” (Lett., VIII, 56).

- A P. Giovanni Chiomio [militare]: “Volontà di Dio in tutto…Prega…Ti benedico” (Lett., VIII, 57).

- A P. Giuseppe Maletto [militare]: “Avanti in Domino e la mia benedizione” (Lett., VIII, 58).

- A P. Giovanni Chiomio: “Il Signore ti conforti ogni giorno; e tu fa coraggio; verrà il bel giorno. Ti benedico” (Lett., VIII, 99).

- Ai missionari militari: “Preghiamo la nostra cara Consolata perché acceleri il bel giorno che ridonerà tutti i fratelli all’Istituto ed al cuore del Rettore” (Lett., VIII, 139).

- Ai medesimi: “Ave spes, consolatio, refugium nostra, o Maria: Beata tu fidei nostrae: Beata tu animae nostrae: Beata dilectioni nostrae: Beata praeconiis et benedictionibus nostris” (Lett., VIII, 147).

- A P. Lorenzo Sales: “Tu poi comprendi già i miei desiderii e volontà: Tieni fermo allo scritto…” (Lett., VIII, 149).

Al medesimo: “Scrivo poco; ma ne hai già un volume. Ricordati che ci parliamo in Gesù; e sono sempre le stesse parole confermate” (Lett., VIII, 150).

- Al chierico Giuseppe Nepote Fus [militare]: “Avanti nel buono Spirito, ed i S. Angeli tuo e dell’Istituto ti ajutino a santificarti…” (Lett., VIII, 151).

- Al medesimo: “Deo gratias dello spirituale: Oculi mei semper ad Dominum! Coraggio e la mia benedizione” (Lett., VIII, 153).

- A P. Maurizio Domenico Ferrero: “Continua nullamente a scrivermi sempre la verità, e tutta…Coraggio…; pensa a quanto vorrei dirti. Ti benedico di gran cuore” (Lett., VIII, 154).

- Ai missionari soldati: “Siate divoti, recitando sovente la seguente giaculatoria: <Eterno Padre, io vi offro il Sangue preziosissimo di Gesù Cristo in isconto dei miei peccati e pei bisogni di S. Xhiesa> (Indulgenza di 100 giorni)” (Lett., VIII, 159).

- Ai medesimi: “[…] pei meriti delle vostre sofferenze si salvino in Africa molte anime infedeli. – Vi benedico” (Lett., VIII, 168).

A Sr. Maria degli Angeli Vassallo di Castiglione: “Raccomando te e le tue intenzioni a S. Ignazio, e prego per le care suore vero spirito di purità d’intenzione e di zelo per la maggior gloria di Dio. Vi benedico” (Lett., VIII, 172).

- Ai missionari soldati: “[le 12 stelle] Significano le 12 virtù che principalmente rifulsero in Maria Ss., e nelle quali come degni figli dobbiamo imitarla” (Lett., VIII, 173).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “In lunga lettera potrai dirmi le cose più chiare…Coraggio…Le tue sorelle ti ricordano sempre e pregano per te” (Lett., VIII, 187).

- Ai missionari soldati: “Ricorrete sovente al proprio Angelo; Egli vi sosterrà nelle tentazioni e nelle tribolazioni; e vi ricondurrà sani di anima e di coro al caro Istituto” (Lett., VIII, 193).

- Ai missionari professi perpetui nel 1918: “Io pongo le vostre promesse ai piedi della nostra cara Consolata e La prego di benedirle. Abbiatevi ancora col mio abbraccio spirituale la benedizione paterna del Vostro aff.mo” (Lett., VIII, 197).

- A Sr. Margherita Demaria: “Procura di stare bene e tranquilla. Ti benedico e con te tutte…” (Lett., VIII, 201).

- A Sr. Maria degli Angeli Vassallo di Castiglione: “Nulla ti turbi, tutto passa. Patire o morire [S. Teresa d’Avila]” (Lett., VIII, 210).

- Ai missionari soldati: “<Il Signore mi purifica della mia scoria coi patimenti di questo mondo, affinché subito dopo la morte possa salire all’eterna beatitudine> [S. Caterina da Genova]” (Lett., VIII, 211).

- Ai medesimi: “In quel bel giorno che mi sarà dato di riabbracciarvi definitivamente possa vedervi veramente desiderosi della santa disciplina e ben disposti alla piena formazione all’apostolato. Vi benedico” (Lett., VIII, 233).

- A Sr. Margherita Demaria: “Il Signore benedica tutte e in particolare te, perché abbia forza e grazia di ben dirigere le care missionarie nella santa vocazione” (Lett., VIII, 251).

- A Sr. Edvige Grosso: “Sempre coraggio e riuscirai […]. Ti benedico” (Lett., VIII, 255).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “[…] perché si acceleri il bel giorno del ritorno al caro Istituto, dove tutte t’aspettano. Tanti auguri alla Famiglia” (Lett., VIII, 258).

 

1919

- Ai chierici Attilio Beltramino e Bartolomeo Durando [sem. Chieri]: “Nel desiderio di presto abbracciarvi, vi raccomando alla nostra Ss. Consolata, perché vi dia grazia e spirito di fortezza per compiere i sacrifizii inerenti alla S. Vocazione. Vi benedico” (Lett., VIII, 283).

- A P. Maurizio Domenico Ferrero: “Scrivimi anche le tue pene; ti servirà almeno di sfogo col padre. Ti benedico di tutto cuore” (Lett., VIII, 292).

- Al P. Giovanni Chiomio [partito per il Kenya]: “Sempre coraggio in Domino. Ti benedico coi compagni” (Lett., VIII, 299).

- Al P. Giuseppe Gallea [da Roma]: “[…] tante benedizioni dai S. Ap. Pietro e Paolo, dal S. Padre – col vivo desiderio di presto rivedervi…” (Lett., VIII, 330).

- A Mons. Gaudenzio Barlassina e confratelli del Kaffa: “E voi conservatevi nel vero spirito apostolico e del nostro istituto; mentre acquistate la pratica delle lingue e delle costumanze locali. Di gran cuore vi benedico ai piedi della Ss. Consolata” (Lett., VIII, 365).

- A Sr. Amalia Granero: “Li approvo e benedico. Fiat…” (Lett., VIII, 369).

- A P. Pietro Albertone: “Ti permetto il voto, senza peccato, neppur leggero (per ora) […]. Tutto con pace ed allegria. Ti benedico” (Lett., VIII, 377).

- A fratel Angelo Marchina: “Ti benedico di gran cuore e ti prego allegria in Domino e tante grazie per te e per tutti i compagni. Abbimi tuo aff.mo” (Lett., VIII, 381).

- A Sr. Margherita Demaria: “Avanti con coraggio in Domino, dì a tutte che non si perdano in miseriucce; il solo scopo della nostra vita è di farci santi, anche tra le miserie” (Lett., VIII, 383).

- Al P. Giuseppe Gallea: “Dirai a tutti che stiano allegri in Domino, e che amino tanto N.S.Gesù Cristo e la cara Madre Maria Ss. Vi benedico” (Lett., VIII, 409).

- A Sr. Maria degli Angeli Vassallo di Castiglione: “Bisogna vivere di spirito, e staccarci da tutti, da tutto, e più da noi stessi. Vi benedico…” (Lertt., VIII, 411).

- Al chierico Gabriele Quaglia: “Tu poi fa coraggio, non badare a quanto possono dire coloro che non pensano col lume della fede. L’Istituto ti accoglierà di tutto cuore.” (Lett., VIII, 416).

- A P. Lorenzo Sales: “Sii tu la mia consolazione ad onta delle tue miserie. Basta, ti rinnovo l’antico scritto…, ti benedico proprio a’ piedi della Ss. Consolata” (Lett., VIII, 451).

- A Sr. Maria degli Angeli Candellero: “Contentiamoci di quanto ci offre l’ubbidienza. Adunque generosità e Dio solo” (Lett., VIII, 467).

- A P. Giovanni Chiomio: “Avanti in Domino, con coraggio; passeranno le prime difficoltà. Ti benedico di gran cuore” (Lett., VIII, 475).

- A fratel Angelo Marchina: “Dirai tante cose a ciascun Coadiutore, assicurandoli che sono sempre i miei cari, che tutti benedico” (Lett., VIII, 476).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Approvo i tre proponimenti che si possono unire in uno: Attende tibi. Li posi ai piedi della cara Patrona: li benedico” (Lett., VIII, 481).

 

1920

- A P. Giovanni Balbo: “Accetto il tuo ravvicinamento formale, che toglierà fra noi ogni equivoco in avvenire[…]. Ai piedi della Ss. Consolata ti benedico…” (Lett., VIII, 545.

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Sta tranquilla sulla mia parola” (Lett., VIII, 570).

Alle missionarie del Kenya: “Il Signore vi benedica, come io a Suo Nome imparto la santa Benedizione

A tutte ed a ciascuna in particolare come mi foste presenti” (Lett., VIII, 580).

- A Sr. Orsola Martino: “Del resto tutto per amor di Dio” (Lett., VIII, 597).

- Alla cognata Benedettina Turco Allamano: “Ascolta l’invito della Clotilde, come te lo facessi io in persona, e senz’altro va alla S. Comunione, e sta tranquilla per tutto. Ti benedico” (Lett., VIII, 607).

- A Sr. Margherita Demaria: “Il Signore benedica le buone figlie, che di mente e di cuore osserveranno le dette norme” (Lett., VIII, 611).

- A Sr. Maria degli Angeli Vassallo di Castiglieno: “Aspetto da te frequenti lettere, confidenziali. Ad ogni modo pratica quanto ti pare che di presenza ti direi volta per volta. E’ il mio Angelo custode che ti porta i miei pensieri” (Lett., VIII, 613).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Per adesso ti basti il proponimento senza voto sino alla Ss. Concezione. Gesù abiti sempre nel tuo cuore” (Lett., VIII, 618).

- A P. Tommaso Gays: “Tante cose a tutti, pregando per loro e per molto buon spirito: Ad Majorem Dei Gloriam” (Lett., VIII, 629).

- A Sr. Chiara Strapazzon: “Avanti nel Signore coll’ajuto dei Santi Angeli. Vi benedico di gran cuore” (Lett., VIII, 630).

- A fratel Luigi Falda: “Coraggio dunque sempre anche nelle tue miserie; Dio non è come l’uomo che pensi ai castighi, ma vuole misericordia. Ti benedico, e tu prega per me” (Lett., VIII, 637).

- A P. Giuseppe Gallea: “Avanti di anima e di corpo…Vi benedico” (Lett., VIII, 653).

- A fratel Angelo Marchina: “Coraggio ed avanti a fare molto bene; il tuo è vero apostolato. Ti benedico…” (Lett., VIII, 669).

- A P. Francesco Gamberutti: “La Ss. Consolata ti benedice e tiene come suo tutto ciò che fai a Sua Gloria. Ti benedico anch’io paternamente con tutto il cuore…” (Lett., VIII, 707).

- A P. Giacomo Cavallo: “Qui tutti ti ricordano e pregano per voi. Vi benedico…” (Lett., VIII, 708).

- A Sr. Margherita Demaria: “Il Signore ti sostenga e ti conceda molta pazienza. Vi benedico tutte e prego per voi” (Lett., VIII, 710).

- A P. Pietro Albertone: “Tante cose a tutti, e sursum corda…” (Lett., VIII., 728).

- A P. Giovanni Chiomio: “Prima santi voi, poi bene ai neri: in tutto N.S.Gesù Cristo…Ti benedico di - gran cuore” (Lett., VIII, 731).

 

1921

- A Sr. Gertrude Vajra: “Procedi con buona intenzione e poi non inquietarti dalle lodi e dai biasimi: Dio solo. Coraggio ti benedico” (Lett., IX/1, 33).

- Al chierico Lorenzo Bessone: “Fa coraggio; Gesù e Maria Ss. Possono e vogliono renderti santo missionario. Ricorri colle preghiere, scuotiti quando ti senti debole: Riuscirai…: Docebo iniquos…” (Lett., IX/1, 50).

- A Sr. Emilia Tempo: “Pensa a Dio, non a te” (Lett., IX/1, 55).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Coraggio adunque senza pensare al passato e all’avvenire. Dio ti ama. Ti benedico” (Lett., IX/1, 57).

- A P. Maurizio Domenico Ferrero: “Sta dunque tranquillo nel S. Cuore, ed il Lui solo riponi tutta l’amarezza del tuo cuore. Ti aspetto presto alla Consolata…” (Lett., IX/1, 72).

- A Sr. Edvige Grosso: “Non inquietarti delle impazienze, ma rimettiti subito in calma. In tutto abbi confidenza, ed ubbidisci al Sig. V. Rettore. Ti benedico” (Lett., IX/1, 78).

- A P. Enrico Manfredi e ai chierici Luigi Massa, Bernardo Perino e Mario Nebbia: “Ed ora affidandovi alla maternità della nostra cara Patrona, la Ss. Consolata, vi benedico nel nome del Padre, e del Figliolo e della Spirito Santo…” (Lett., IX/1, 102).

- Alle suore Costantina Mattalia, Reffaella Gerbore, Secondina Granero e Rosalia Carrera: “Partite dunque con coraggio, benedette dalla nostra Padrone, la Ss. Consolata e dal vostro affezionatissimo Superiore e Padre” (Lett., IX/1, 104).

- A P. Maurizio Domenico Ferrero: “Avanti; il Signore dopo i dolori ci darà molte consolazioni. E poi il paradiso pagherà tutto ad usura” (Lett., IX/1, 107).

- A P. Tommaso Gays: “Insomma si faccia coraggio, e se sono malinconie o pene le metta nel S. Cuore, e proceda […]. Su, scriva tutto e chiaramente…” (Lett., IX/1, 117).

- A don Luigi Santa [prima di entrare]: “La grazia verrà, ed io ne prego la Ss. Consolata. Stii di buon umore e preghi pel” (Lett., IX/1, 121).

- A Sr. Chiara Strapazzon: “Prego S. Chiara di ottenerti tutte le grazie necessarie al tuo stato” (Lett., IX/1, 123).

- A Sr. Margherita Demaria: “Continua a visitare spesso le Stazioni, aggiustando le piccole miserie, ed animando tutte alla perfezione del proprio stato. Io vi benedico tutte” (Lett., IX/1, 134).

- A Sr. Maria degli Angeli Vassallo di Castiglione: “Coraggio dunque, e sempre cogli occhi al Signore” (Lett., IX/1, 140).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Non scoraggiarti mai […]Pensa a farti santa in Casa-Madre…Domanda a Gesù carità-umiltà ed abbandono in Lui solo…” (Lett., IX/1, 147).

- Ai missionari della Consolata: “Coraggio dunque, sostenuti dalle nostre preghiere; coraggio in Domino, giorno per giorno, ora per ora” (Lett., IX/1, 150).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Pensa a vivere bene al presente; Dio provvederà all’avvenire. Ne sarai contenta. Ti benedico” (Lett., IX/1, 156).

- A Sr. Emilia Tempo: “Hai bisogno di maggior semplicità e di abbandono in Dio, senza esaminare troppo i pensieri. Va alla buona e Dio benedirà l’umiltà. Ti benedico: sta tranquilla” (Lett., IX/1, 161).

- A Sr. Serafina Zappata [per la morte del papà]: “Per noi che viviamo di fede e di eternità quasi dobbiamo rallegrarci perché andò ad unirsi alla buona Madre e Sorella […].Consolamini in verbis istis. Coraggio, preghiamo” (Lett., IX/1, 168).

- A Mons. Filippo Perlo: “V.E. non abbia a male la mia schiettezza. In Domino” (Lett., IX/1, 182).

- Al fratello Davide Balbiano: “Al mio caro Coad. Davide affinché studii su questo libro [Imitazione di Cristo] il modo di farsi santo” (Lett., IX/1, 184).

- A Mons. Gaudenzio Barlassina: “Pregate che in ciò come in tutto si faccia la S. Volontà di Dio. […] La Ss. Consolata ti sostenga ed illumini” (Lett., IX/1, 205).

- Al chierico Pietro Borello: “Nelle tentazioni poniti nel S. Cuore, e sta tranquillo. Etsi consistant castra adversum me non timebit cor meum. Coraggio” (Lett., IX/1, 221).

- Al chierico Giuseppe Moncallero: “Coraggio; il Signore che ti ha chiamato, ti darà tutte le grazie necessarie […].Gesù benedice ogni atto di ubbidienza ben fatto” (Lett., IX/1, 222).

- A Sr. Giuseppina Battaglia: “Ad ogni modo ci pensi la Ss. Consolata; e tu sta tranquilla, disposta all’0ccasione a ripetere in bel modo il Non possumus: non posso rinunziare…Ti benedico e tu pensa ad altro” (Lett., IX/1, 223).

- Alla medesima: “Devi mai disarmarti; lo Spirito Santo opererà in te poco per volta […]. Proponimento sulla fortezza. Ti benedico” (Lett., IX/1, 224).

- Alla medesima: “Bene: hoc fac, e sarai santa” (Lett., IX/1, 225).

- A Sr. Chiara Strapazzon: “Il buon Gesù ci ha provati, e si faccia la sua S. Volontà.[.…]. Coraggio: ti benedico” (Lett., IX/1, 227).

- Alla medesima: “R[isposta]. Prenderai la carne e le uova e simili a pranzo; a cena la sola verdura e frutta. Questa è l’ubbidienza” (Lett., IX/1, 228).

- Alla medesima: “Stai tranquilla in Dio. Continua nell’ubbidienza e non pensare ad altro. Io ti parlo sempre chiaro” (Lett., IX/1, 229).

- A Sr. Ferdinanda Gatti: “Godo teco del bene del fratello; preghiano, facciamoci santi. Il Signore ci penserà Lui. Buone Feste” (Lett., IX/1, 230).

- Alla medesima: “Ti comprendo…Sii forte sulla via del totale distacco da te stessa e da tutto e tutti. Gesù è geloso di tutto il cuore. Ti benedico” (Lett., IX/1, 231).

- Alla medesima: “Coraggio e costanza e ti farai santa. Ti benedico” (Lett., IX/1, 232).

- A Sr. Clementina Cristino: “[…] ma sta certa che Dio ti sosterrà, e potrai essere vera e santa missionaria. Confidenza ed abbandono ed amore di Gesù” (Lett., IX/1, 233).

- Alla medesima: “Il Signore ajuta le anime generose: Nulla ti turbi: tutto passa: Dio solo” (Lett., IX/1, 234).

- Alla medesima: “Dì sovente: Dio solo – Deus meus et omnia. Coraggio” (Lett., IX/1, 235).

- Alla medesima: “Coraggio, avanti – anche in mezzo alle nostre miserie” (Lett., IX/1, 236).

- Alla medesima: “Sta tranquilla: non è male manifestare le proprie idee, purché si sia disposti alla volontà di Dio. Coraggio” (Lett., IX/1, 237).

- Alla medesima: Il tuo carattere è la generosità: procura che sia stabile colla grazia di Dio […]. Ti benedico” (Lett., IX/1, 238).

- Alla medesima: “Gesù è con te e ti ajuterà ora ed in avvenire” (Lett., IX/1, 239).

 

1922

Alla sig.na Teresa Franchetti: “Preghiamo e conosceremo la S. Volontà di Dio” (Lett., IX, 258).

A Sr. Emilia Tempo: “Se osservi la perfezione bene; se no c’è nulla. Va così alla buona” (Lett., IX/1, 278).

A P. Giovanni Mauro: “Miserie ce ne sono ovunque, anche in Missione; bisogna farsi coraggio e pensare a farsi santi. Avanti dunque in Domino; ti benedico” (Lett., IX/, 281).

A Sr. Clementina Cristino: “Dà una scrollata di spalle; e via in Domino. Ascoltami. Ti benedico” (Lett., IX/1, 303).

A Sr. Emilia Tempo: “[…] colla Divina Benedizione riuscirai tu pure a farti santa” (Lett., IX/1, 304).

Al chierico Lorenzo Bessone: “Il Signore ti sosterrà in tutte le occasioni se confiderai in Lui e pregherai molto. Avanti con coraggio” (Lett., IX/1, 305).

Ai Padri della Missione di Iringa: “La nostra Ss. Consolata vi conforti nel lavoro che fare a bene di coteste anime, ed io di gran cuore vi benedico” (Lett., IX/1, 312). Stessa frase Ai missionari sacerdoti del Kenya, 322; e Ai missionari sacerdoti del Kaffa, 323.

A Sr. Gertrude Vajra: “Benedico i tuoi proponimenti, e prego la nostra Ss. Consolata che te li ricordi ogni giorno della tua vita, per la perfetta osservanza a tua santificazione” (Lett., IX/1, 335).

A Sr. Emilia Tempo: “Sì, ma senza peccato” (Lett., IX/1, 346).

Al fratello Giuseppe Antonio Benedetto: “Sii generoso con Dio, prega molto ed abbi carità e pazienza. Ti benedico” (Lett., IX/1, 352).

A Sr. Emilia Tempo: “Gesù è con te, e sarà con te; che temere?” (Lett., IX/1, 357).

A Mons. Filippo Perlo: “Penso bene dell’andamento del Vicariato e sono desideroso di notizie di tutto e di tutti” (Lett., IX/1, 365).

A P. Giuseppe Gallea: “Tante cose a tutti; io prego per loro, affinché siano buoni e raccolti nei loro doveri. Li benedico” (Lett., IX/1, 392).

A Sr. Chiara Strapazzon: “Pregate e fatevi buone. Tu coraggio, ed usati tutte le cure. Vi benedico” (Lett., IX/1, 427).

Ai chierici missionari in vacanza a Sant’Ignazio: “Fate bene la Solennità dell’Assunta; io sarò con voi in ispirito. Vi benedico” (Lett., IX/1, 434).

Al Padre Maurizio Domenico Ferrero, ai missionari e alle missionarie in vacanza a Sant’Ignazio: “Diciamo il Fiat nel dolore anche a di Lui suffragio. Pregate…avremo un Protettore speciale in Paradiso: Lett., IX/1, 435.

Al medesimo: “Ti benedico di gran cuore; viviamo di fede e di eternità! Io sto bene ad onta…In Domino” (Lett., IX/1, 446).

A P. Tommaso Gays: “Io sto bene e vivo rassegnato ed abbandonato in Dio e Maria Ss. Consolata. Avanti tutti nella propria santificazione” (Lett., IX/1, 447).

Ai missionari e alle missionarie: “Pregate per Lui ed anche per me desolatissimo, che nel nome della Ss. Consolata vi benedico” (Lett., IX/1, 449).

Al fratello Angelo Marchina: “Come fossi presente ti abbraccio e benedico, con tutti i miei cari Coadiutori” (Lett., IX/1, 508).

A P. Maurizio Domenico Ferrero: “Esto fortis in Domino” (Lett., IX/1, 543).

A Sr. Emilia Tempo: “Gesù solo e la Santa Sua Volontà” (Lett., IX/1, 544).

A P. Luigi Rosso: “Non scriveremo parole di umiltà o simili, ma solamente sentimenti di volontà di Dio. Il Signore ti benedirà, e ti benedico” (Lett., IX/1, 565).

Al chierico Pietro Borello: “Cammina con semplicità, e pensa che Gesù ti vuol bene ad onta delle tue miserie e difetti. Sii costante nel desiderare e lavorare per la tua santificazione. Ti benedico” (Lett., IX/1, 576).

Al fratel Giuseppe Antonio Benedetto: “Sii di esempio ai compagni. Coraggio: Gesù e la Ss. Consolata ti ajuteranno a farti santo. Io ti benedico…”(Lett., IX/1, 577).

Al medesimo: “Approvo e benedico i tuoi proponimenti. Aiuta nel bene i coadiutori minori” (Lett., IX/1, 578).

Al chierico Gabriele Quaglia: “Questa miseria non ti impedisce la vocazione. Procura da te di vincere con l’esercizio di parlare adagio e quasi sillabare [balbuzie]. Poi se sarà necessario parlerai ad uno specialista. Sta tranquillo…Ti benedico” (Lett., IX/1, 580).

Al medesimo: “Raccomando sovente te e la famiglia alla buona Consolata” (ibid., 582).

A Sr. Melania: “Sta tranquilla; colla grazia di Dio ti vincerai in tutto. Ti benedico” (Lett., IX/1, 584).

 

1923

A Sr. Edvige: “Il Paradiso lo voglio, costi pure sacrifizii e pene” (Lettere, IX/2, 42); al P. G. Cavallo: “In Corde Jesu la mia pace” (ibid., 528), al P. V. Sandrone: “Vedi Dio in tutto e tutti” (ibid.); al P. D. Spinello: “Tutto per Dio solo” (ibid., 529); a Sr. Chiara: “Vive in me Gesù Cristo” (ibid., 531); a Sr. Carmela: “Vivi di vita interiore” (ibid., 532); a Sr. Giuditta: “Sii obbediente in tutto” (ibid.); a Sr. Teresa: “Gesù è la mia speranza” (ibid., 533); a Sr. Irene: “La sola gloria di Dio e la Sua S. Volontà” (ibid.); a Sr. Fernanda: “Sempre avanti in Domino” (ibid., 534); a Sr. Metilde: “Dio solo nei pensieri e nelle opere” (ibid.); a Sr. Vincenza: “Maggior coraggio nel Signore” (ibid., 535); a Sr. Orsola: “Coraggio in Gesù” (ibid.)1.

 

Ancora verso la fine del 1925, poco tempo prima della morte, usava lo stesso metodo: a Sr. Chiara Strapazzon destinata da Mons. Perlo in Sicilia: “Sii forte nella prova; la Consolata ti accompagnerà e ti aiuterà. Padre ti ricorda ogni giorno” (Lettere, X, 471); a Sr. Teodora: “Vivi di fede” (ibid., 473); ancora a Sr. Chiara: “Ti benedico. Padre” (ibid., 474).

 

 

Ci sono molti altri esempi di questi brevi messaggi: a Sr. Ottavia: “Confidenza sempre in ogni cosa a Gesù” (ibid., 536); a Sr. Michelina: “Ogni cosa per Dio solo” (ibid.); a Sr. Giacinta: “Nulla che non sia solo per Gesù” (ibid., 537); a Sr. Clementina: “Per le anime voglio santificarmi” (ibid.); a Sr. Adelaide: “Bisogna che ti rompa in tutto, e ciò per amor di Dio e per acquistare l’umiltà: Vinci la ripugnanza se vuoi avere virtù e merito” (Lettere, X, 34); alla medesima: “Dici bene, se ti emendi sarai poi contenta; altrimenti… Ti benedico” (ibid., 35); alla medesima: “Gesù mio conforto” (ibid.); a Sr. Vittoria: “Approvo e benedico” (ibid., 36); alla medesima: “Bene, Dio ti benedica” (ibid., 37); alla medesima: “Sì, ti benedico, e prega il Signore di vincerti nei detti difetti” (ibid., 38); a Sr. Emma: “Benedico la tua buona volontà; coraggio sempre” (ibid., 57; cf. anche biglietti a diversi: ibid., 65, 66, 67); a Sr. Anastasia: “Omnia possum in eo qui me confortata” (ibid., 145); al chierico L. Bessone: “L’obbedienza supplisce a tutto, anche al raccoglimento materiale. Tutto in Domino” (Lettere, X, 202); a Sr. Teodora: “Benedico la tua buona volontà, mettili subito in pratica. Padre” (ibid., 204); alla comunità di Pianezza: “benedice i cari Novizi e Novizie e prega sul loro capo molte stelle divine cioè le sante ispirazioni” (ibid., 208; cf. Conf. IMC, I, 139).

 

 

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