EDITORIALE

IL QUADRILATERO DELLA SANTITÀ
Il Beato Allamano e i Santi di Torino

A chi desiderasse compiere un pellegrinaggio di fede nella città di Torino, breve ma significativo, non esiterei a suggerire di percorrere le seguenti tappe in un vero quadrilatero di santità:
Si parte dal Santuario della Consolata, situato nella città storica, e che da secoli costituisce un polmone di spiritualità e il “cuore” della Torino cristiana. Non c’è Santo torinese che non gli sia stato familiare. Ordini e Congregazioni Religiose l’hanno avuto in cura: Benedettini, Cistercensi, Francescani Minori, Oblati di Maria Vergine ed ora Sacerdoti diocesani. Attorno a questo tempio fiorirono e si moltiplicarono significative opere di bene, associazioni religiose, confraternite. Una menzione particolare merita il Convitto Ecclesiastico per la formazione del Clero, sorto proprio nei locali adiacenti il Santuario.

A poche centinaia di metri dal Santuario della Consolata si eleva la “piccola casa della Divina Provvidenza”, miracolo perenne della Provvidenza a favore dei malati di mente e quelli cronici che la società emargina o rifiuta. S. Giuseppe Benedetto Cottolengo è stato il fondatore e l’anima di questo capolavoro della carità cristiana. Sebbene sia vissuto nella prima metà del 19° secolo, con la sua opera improntata alla più pura carità e alla più completa fiducia in Dio, insegna ancora oggi che cosa significa scegliere i più poveri e gli ultimi in nome del Vangelo e prendersi cura di loro.

Aggiungiamo poche altre centinaia di metri al nostro cammino e ci imbattiamo nel “rondò della forca”. Esso è oggi un crocicchio di strade, mentre nei primi anni del 19° secolo era così denominato perché era il luogo dove venivano impiccati i peggiori criminali di Torino.

Una statua di bronzo, dedicata a S. Giuseppe Cafasso, ricorda non solo un luogo nefasto di esecuzioni a morte, ma anche la carità apostolica a favore dei condannati a morte da parte di questo santo sacerdote che venne denominato dal Papa, nel giorno della sua canonizzazione, “perla del Clero Italiano”.

Il pellegrinaggio termina poco lontano, a Valdocco. Qui S. Giovanni Bosco diede origine alla sua mirabile opera a favore della gioventù, presente oggi in tutto il mondo, grazie soprattutto alle due Congregazioni da lui fondate: i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice.

In questo quadrilatero di santità è vissuto il Beato Giuseppe Allamano, Rettore del Santuario della Consolata per 46 anni, ex allievo di Don Bosco, sostenitore della Piccola Casa della Divina Provvidenza e da essa sostenuto nei primi anni dell’Istituto Missioni Consolata, nipote di S. Giuseppe Cafasso ed erede della sua spiritualità. Egli seppe fare tesoro delle intuizioni apostoliche di questi grandi santi torinesi e del dinamismo missionario presente nelle loro opere. Se si volesse fare un’analisi accurata dello spirito missionario del Beato Allamano non sarebbe difficile trovare in esso tracce rilevanti dell’entusiasmo e del coraggio apostolico di don Bosco, o della carità del Cottolengo, oppure dello stile semplice ed umile di santità di S. Giuseppe Cafasso.

Lo spirito missionario della Chiesa nasce infatti e si sviluppa dove c’è convergenza di grandi spiriti e quando essa può affondare le sue radici in terreni ricchi e fertili, coltivati da persone sante. Esso è forza che esalta e sviluppa tutte le iniziative apostoliche e, a sua volta, viene da queste favorita e rafforzata.

Il Beato Allamano insegni anche a noi oggi a non trascurare mai nessuna iniziativa di bene che nasce e si sviluppa nella Chiesa e nella società. Con spirito ecclesiale offriamo la nostra cooperazione, infondendo in ogni progetto apostolico o di solidarietà lo spirito missionario che permette di essere autentici costruttori del Regno.
 
P. Piero Trabucco

giuseppeallamano.consolata.org