A NAIROBI UNA FESTA TRA GIOVANI

A NAIROBI UNA FESTA TRA GIOVANI

Da una relazione di p. Giano Bendetti: «Quest’anno ho avuto la possibilità di vivere la festa del Fondatore al nostro seminario di Nairobi, nel Kenya. Ottima è stata l’idea di prevedere nei giorni 14–16 febbraio il cosiddetto “interseminary meeting” (incontro di seminari), cioè una tre-giorni di convivenza e di condivisione per tutti i giovani che hanno intrapreso e continuano la loro formazione, secondo la vocazione e il nostro carisma di Missionari della Consolata. Per noi, in Kenya, dire “interseminary meeting” significa vedere riuniti e interagire più di trenta giovani del “Propedeutico” (quelli di Nairobi e di Kiwanga, Uganda), una novantina di studenti di filosofia (tutti residenti al “Consolata Seminary”) e una quarantina tra novizi (Sagana) e studenti professi dell’”Allamano House”. Provate a fare la somma.

Per me è stata una grazia unica e una novità l’aver potuto celebrare la festa del beato Allamano con tanti giovani, tutti in cammino per fare proprio il suo progetto di santità di vita nella missione, portando il nome della Consolata. Il viverla insieme a loro ti spinge a guardare avanti, ti obbliga ad aprirti ad altre dimensioni e ad altre speranze.

Commemorare, ricordare, celebrare la festa del nostro Fondatore è anche uscire dalle nostre limitate prospettive, aprire la nostra mente e il nostro cuore a tutti coloro che imparandone il nome, ne apprezzano l’insegnamento e il dono dello Spirito trasmessogli da Dio per l’evangelizzazione del mondo. Significa riconoscere nel presente e più in là degli ambiti ristretti delle nostre preoccupazioni o dei nostri calcoli, il futuro possibile e le potenzialità imprevedibili della missione ad gentes tra altre generazioni, culture ed esperienze di Chiesa. Significa rendersi conto che ci sono altre persone disponibili al dono di sé e ad essere strumenti del Padrone della missione per oltrepassare nuove frontiere, per realizzare nuovi prodigi, opere “ancora più grandi”.

È a questa assemblea di giovani che p. Luigi Brambilla, superiore regionale del Kenya, si è rivolto nella sua omelia, durante la celebrazione eucaristica del 16 febbraio che ha concluso l’incontro: «Come tutti i santi, il Fondatore ha imitato il Cristo. È stato un intimo di Dio, e lo è stato nella vita di preghiera, nella saggezza ispirata della sua sapienza, nel riferire costantemente a Dio Padre ogni bene, nella sua unione con il Signore, specie nell’eucaristia. E così, Dio accettò di vivere in lui col suo Spirito.

Il beato Fondatore facendo bene ogni cosa, non ha fatto rumore… e noi conosciamo i rumori di oggi, quello del traffico caotico della capitale, come quello dei mass media, della pubblicità, del culto dell’immagine, degli pseudo-evangelisti dei nostri giorni, orgogliosi e sicuri perché pensano che la forza della Parola dipenda da quella dei loro polmoni... Quanto ci diceva il Beato rimane per noi un saggio proverbio: il bene non fa rumore…

Il nostro Fondatore si è rivelato come un autentico servo della giustizia… E l’Istituto é stato fondato per i poveri, per dare loro consolazione e speranza… Il Servo di Yahvé, Cristo, è luce per le nazioni: chi meglio di noi, in Kenya, dove milioni di cristiani conoscono la vera luce e la seguono, può testimoniare che anche il Fondatore è stato strumento scelto da Dio per illuminare le genti?... L’Allamano merita tutta la nostra ammirazione: è grande, è santo, soprattutto è nostro padre e ne siamo orgogliosi.

Ma che cosa chiede oggi quando ci ripete con forza “vi voglio cosi”? Tra i mille aspetti e insegnamenti che attingiamo dal suo esempio e dalla sua parola, viviamone uno in particolare, con intensità e convinzione: il primato della vita spirituale e della preghiera, senza compromessi… Voi giovani vivetelo nel vostro cammino e impegno formativo in vista della missione. Ci si trova un po’ a disagio a parlare di queste cose, quando si é lontani dal modello, però voi siete qui per ammirare e imitare il modello, e non colui che vi parla... E se il modello dice: “Vi voglio così”, rispondiamo tutti, come lui ci insegnava: “ nunc coepi” (adesso incomincio) ».

giuseppeallamano.consolata.org