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Scritto da Redazione GA
DOVE L’ALLAMANO È VISSUTO:
VECCHIA E BREVE STORIA DEL SANTUARIO
Il 20
giugno prossimo, a Torino, come pure ovunque ci sono i Missionari e le Missionarie della Consolata, si celebrerà la
solenne festa della SS. Vergine Consolata. Per contribuire a creare un clima ideale a questa celebrazione, oltre alla
lettera del P. M. Bianchi pubblicata nelle pagine precedenti, ci piace segnalare un vecchio opuscoletto che parla appunto
del celebre santuario.
Negli anni ’40
usciva l’undicesima edizione di una breve storia del santuario della Consolata, a firma del rettore di allora, can.
Giuseppe Cappella, valido collaboratore e primo successore dell’Allamano come rettore. Si tratta di un opuscoletto
tascabile di 80 pagine (cm 9x14), dal carattere popolare e edificante. Sotto il titolo è posta questa dedica:
«in omaggio a S.S. Papa Pio XII, che nel 1942 costituiva la Consolata Patrona principale di
Torino».
Parlare del santuario senza
sottolineare l’impronta lasciata in esso dall’Allamano è impossibile. Ed è per questa ragione
che il Cappella nomina l’Allamano in ben sei diversi punti del suo opuscolo. Si nota chiaramente che lo fa con
spontaneità, si direbbe con ammirazione e gioia, proprio perché lui stesso è testimone di quanto
descrive, essendo stato per lungo tempo suo giovane e affezionato collaboratore.
Così descrive la
nomina a rettore: «Il 3 ottobre 1880, chiamatovi dall’Arcivescovo Lorenzo Gastaldi, assumeva la direzione del
Santuario il Can. Giuseppe Allamano, che giovane di età, ma di senno maturo, di grande pietà e scienza
profonda, con mano ferma e prudente, dava tosto assetto all’amministrazione ed andamento del Santuario e lo portava
in pochi anni a quell’ammirabile fioritura di devozione e di decoro che tutti ammiriamo» (p.
43).
Poi passa a parlare dell’opera dell’Allama-no in favore del Convitto Ecclesiastico:
«Toc-cava al Can. Allamano, già fin d’allora maestro illuminato del giovane Clero, raccogliere le
disperse pietre sacre del Santuario. […] Constatata la necessità di avere a di-sposizione del Santuario un
certo numero di Sacerdoti per funzionarlo, come richiedeva il progressivo aumento di fedeli che lo frequentavano, e
conscio del bene grande operato sul Clero dal Convitto, e quanto ancora potesse in seguito operare; nell’anno 1882,
colla benedizione dell’Arcivescovo gli diede nuova vita, e sulle orme del venerato suo zio, il Beato Cafasso, ne
assunse la cattedra dell’insegnamento e la direzione spirituale, ed in pochi anni lo elevò ad altezza
ammirabile, formando una eletta schiera di Sacerdoti pii e zelanti che nel governo delle anime operarono del gran
bene».
Parla dei primi lavori apportati al santuario per opera dell’Allamano: «In
preparazione alla festa del 1885, pel cinquantenario della liberazione dal colera-morbus, negli anni 1884-1885, sotto la
direzione dell’ingegnere G. B. Ferrante, pel desiderio dell’Arciv. Mons. Gastaldi, il Rettore del Santuario,
Can. Allamano, dava mano alle opere di finimento esterno e pel totale cambiamento della copertura in piombo della cupola,
la quale, dopo studi profondi, fu pure ritornata nell’esterno alle bellissime linee architettoniche del Juvarra, che
erano state deturpate da antiestetiche soprastrutture».
Più avanti descrive la
necessità di ampliare il santuario a motivo della crescente affluenza di popolo: «Il continuo accrescersi
della popolazione e dell’affluenza al Santuario dimostrò l’insufficienza di esso, costrutto due secoli
prima, allorquando Torino contava meno di un sesto degli attuali abitanti, e costrinse a pensare ad un ampliamento di cui,
il Can. Giuseppe Allamano, il 10 di-cembre 1898, ne decideva l’attuazione dopo maturo e serio esame e gli augusti
incoraggiamenti del veneratissimo Arcive-scovo Agostino Richelmy, che di gran cuore benediceva il geniale disegno,
tracciato dall’allora principe degli architetti torinesi, il conte Carlo Ceppi, e quanti avrebbero cooperato
all’opera desideratissima, da tutti e da tanto tempo reclamata. […]. Il desiderio vivissimo di preparare i
cuori per la imminente ricorrenza dell’ottavo centenario dello scoprimento della venerata effigie della Consolata
fatto dal cieco di Brianzone nel 1104; il bisogno di far conoscere i progettati lavori per raccogliere i fondi necessari
per la loro esecuzione, necessitarono la fondazione di un periodico mensile, che sotto la dotta e pratica direzione del
Can. Camisassa, Vice Rettore del Santuario, vide la luce nel gennaio 1899 col titolo “La Consolata”. Il
periodico fu accolto come l’amico di famiglia, come la benedizione della Vergine di cui portava il titolo
glorioso».
Dopo avere parlato delle grandi feste centenarie del 1904, con la presenza del Legato
Pontificio a rappresentare il Papa Pio X, l’autore fa questa simpatica digressione: «Un altro importantissimo
ampliamento spirituale del Santuario, secondo la geniale espressione di S. E. il Card. Arcivescovo, si è la
istituzione dei Missionari della Consolata. Tale Istituto, fondato per le missioni estere nel 1900 dal Can. Giuseppe
Allamano, col plauso dell’Episcopato Subalpino, spediva già nel 1902 i primi suoi membri nell’Africa
Equatoriale, che, vinte le grandi difficoltà di clima, di linguaggio, di pregiudizi e d’insidie, in breve
tempo si affermarono in quei luoghi, si affezionarono quegli indigeni e vi operarono tanto bene».
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Creato: Martedì, 01 Aprile 2008 16:14
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Pubblicato: Martedì, 01 Aprile 2008 16:14