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Scritto da Redazione GA
UN TRATTO DELLA SUA PERSONALITÀ:
CONSOLIAMO LA
MADONNA
Conosciamo la devozione dell’Allamano alla Vergine Consolata, di cui si riteneva a buon
diritto segretario e tesoriere, in qualità di rettore del santuario. Sul termine, che è un aggettivo
passivo, “Consolata”, in rapporto a quello attivo di “Consolatrice”, il nostro Fondatore si
è soffermato alcune volte, trovando in esso una ragione di crescita spirituale. Un tratto della sua
spiritualità e pedagogia mariana lo possiamo esprimere in questi termini: se chiamiamo la Madonna “Con-
solata” è perché prima era “Addolorata” a motivo del-la partecipazione ai dolori del suo
Figlio. Dopo Gesù, per l’Allamano, la Madonna è quella che ha sofferto di più, a partire dalle
parole del vecchio Simeone che le predisse: «E anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc
2,35). Ne consegue che noi, figli della Consolata, abbiamo il dovere di “consolare” la nostra Madre. Ma
ascoltiamo l’Allamano.
Seguendo la spiritualità del Cafasso, l’Allamano raccomanda la
devozione all’Addolorata: «Ricordate sempre che la devozione all'Addolorata è soda e serve tanto per
crescere nello spirito. Quando si pensa a quello che ha sofferto la Madonna, allora viene un po' di vergogna,
perché non si è capaci di soffrir niente, non si è capaci di vincere noi stessi e le passioni. La
Madonna ha sofferto tanto, è la Regina dei martiri». «La Madonna nei suoi dolori è modello di
fortezza cristiana e ci insegna a sopportare le miserie fisiche e morali».
L’Allamano non si limita a raccomandare la
devozione all’Addolorata, ma passa al pratico, indicando quanto ne consegue per noi. Ecco il suo consiglio per il
Venerdì Santo: «Noi poi che siamo figli della Consolata abbiamo speciale dovere di consolare la nostra Madre
perché sia veramente da noi consolata. Non è per nulla che portiamo sì bel nome».
Come consolare la Ma-donna? Da uomo sperimentato, l’Allamano insegna che la via maestra è quella di
onorarla con la preghiera, ma soprattutto con l’impegno nella propria vita.
La sintesi del suo pensiero
la troviamo nel suggerimento dato all’inizio di settembre del 1916: «E in questo mese che festa facciamo?...
La festa dell’Addo-lorata; questo mese è stato dalla pietà dei fedeli consacrato all’Addo-
lorata; facciamo tutto bene anche per consolare la nostra cara Madre dei suoi dolori; onoriamola con questo impegno di
fare tutto bene, come il Vangelo dice di Gesù che “fece bene tutte le cose”».
Ed ecco
il proposito conclusivo che l’Allamano ci suggerisce: «Proponiamo dunque di essere molto devoti
dell’Ad-dolorata. Quando abbiamo qualche dolore sappiamo ricorrere a Gesù, ma anche alla Madonna e
soprattutto consoliamola».
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Creato: Martedì, 01 Aprile 2008 16:16
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Pubblicato: Martedì, 01 Aprile 2008 16:16