CONOSCERE SE STESSI

11 ottobre 1913

 

 

SR. FERIDINANDA GATTI

Portando via un difetto, se ne attaccano (combattono) molti altri.

Non si devono lasciare mai i tre esami di coscienza; a tal proposito S. Ignazio dice che si sono operate molte conversioni e raggiunte grandi perfezioni.

Bisogna dire a noi stesse, riguardo ai nostri difetti: voglio vederli fino in fondo, per poterli sradicare del tutto.

Le regole non obbligano sotto pena di peccato, però la noncuranza di esse ci porta alla trasgressione di un importante dovere, il quale è di tendere alla perfezione. Le regole sono i segni, le tracce che conducono alla perfezione.

 

E’, all'atto pratico che si conoscono le persone. Per esempio diciamo di noi che siamo superbi, ma poi se qualcuno ci accusa di tale difetto, siamo pronti a sollevarci come facessero un ingiusto giudizio. Questo deriva dalla poca convinzione delle nostre debolezze, e quindi ne avviene una scarsa emendazione.

Non persuadiamoci mai di aver conosciuti del tutto i nostri difetti. Dice S. Paolo: Se noi ci giudichiamo bene, cioè con verità, noi non saremo più giudicati.

Le acacie quando si tolgono, sembrano sradicate, ma dopo un po' di tempo rinascono nuovamente. Così avviene dei nostri difetti, quando non si cerca di distruggerli pienamente.

giuseppeallamano.consolata.org