LA NOSTRA SANTIFICAZIONE

21 dicembre 1913

 

 

SR. IRENE STEFANI

Se non siamo da tanto da desiderare il patire e di essere disprezzati, almeno accettiamo in pace, anzi con gioia, quando si ha di noi poca stima.

 

N. Signore domandò un giorno a S. Tommaso che cosa voleva che gli facesse o che gli donasse. Il Santo rispose: Voglio te, Gesù, nient'altro che te.

S. Giovanni della Croce, Carmelitano, a questa stessa domanda rispose: Oh, Gesù, dammi la tua croce! e fu esaudito.

Attente al falso zelo. E’, ora di silenzio? ebbene val meglio parlare a Dio che parlare di Dio. Ma a che pro, quando Dio ci fa sapere che vuol trattenersi con noi e vuole che in quel tempo non diamo udienza ad altri che a lui? dunque non è valevole la scusa: ma io parlo di Dio. Sappiate però distinguere prudentemente come insegna S. Francesco di Sales alla sua figlia Sempliciana: Se io fossi una religíosa farei silenzio nel tempo fissato, ma parlerei qualche volta malgrado fosse silenzio, quando lo richiedesse la carità. - Ecco come vi voglio sciolte, libere della vera libertà di spirito.

Bisogna farsi sante; pazienza non riuscire ad altro; una non a cucire, un'altra non buona cuoca... ma sante tutte, tutte dovete riuscire. Ricordate perciò che chi si ferma non sta, ma cade, e tanto più siete in alto per altezza della vostra vocazione, tanto più scenderete, cadrete, precipiterete in basso. Mirate in alto, in su, su, se volete riuscire almeno quanto conviene alla vostra vocazione. Ricordatevi che Dio si comunica alle anime che lo cercano nella solitudine, nel silenzio del proprio cuore. Nel multiloquio vi è quasi sempre peccato.

giuseppeallamano.consolata.org