OBBEDIENZA

30 agosto 1914

 

30 agosto 1914

IX. 28

Spieg. del Vangelo -della Dom. XIII (Suore e Coad.) Sull'obbedienza T. Ven. Da Ponte).

 

 

SR. FERDINANDA GATTI

Noi siamo le figlie beniamine del Papa, perché dell'ultima ora. Pio X, morendo ha lasciato di sé preziose ed ammirabili memorie; un bel tratto tra i tanti è quello di non aver mai cercato di sollevare i parenti; ma ancor più ammirabile è quello di non essersi mai vergognato di loro.

Quando non si ha il coraggio di dar contro l'iniquità, non si facciano giudici.

 

Quando il Signore comanda non c'è niente d'irragionevole, piuttosto d'incomprensibile alla nostra povera testa. « Dominus est » [ = è il Signore] in ogni comando dei nostri Superiori; quindi obbedienza cieca, ma illuminata dalla fede. Guai a chi si mette a ragionare dell'obbedienza: non si attira delle grazie. Se c'è l'obbedienza c'è tutto.

I dieci lebbrosi ci danno un bell'esempio di vera obbedienza, pronta e semplice perché potevano dire al Signore: Perché ci mandi dai Dottori della legge, mentre non siamo guariti ed in Gerusalemme non possiamo entrare? Perché ci fai andare da loro mentre tu sei quello che può mondarci? - e altre obiezioni. Ma no, essi vanno ed in premio della loro fede, cammin facendo sono sanati. Il fatto poi che il solo Samaritano ritornò indietro a ringraziare Gesù e quest'ultimo domandò conto degli altri nove, ci dimostra come il Signore ami la riconoscenza. Il Signore è un po' geloso e vuole la gratitudine, ed è mancando di questa che Egli non dà abbastanza grazia per essere corrispondenti alla vocazione religiosa.

 

Una caratteristica della missionaria deve essere la piena sottomissione ai comandi non solo, ma fin ai più piccoli desideri del Papa. Quando noi ubbidiamo ai nostri Superiori, ubbidiamo al Papa; quando ubbidiamo alla capa dell'impiego, ubbidiamo al Papa, e si capisce. Per esempio: noi abbiamo il sangue venoso ed arterioso; il sangue venoso viene a purificarsi al cuore e l'arterioso porta il nutrimento ai nostri singoli tessuti. Colle nostre piccole obbedienze, che sono come la rete dei vasi capillari, obbedienze fatte alla capa d'impíego, le riferiamo, come il sangue ad un vaso più grosso, ai nostri Superiori; quindi ad un altro più grosso che rappresenta coloro che hanno messo i nostri Superiori, quindi ad un altro più grande ancora, finché arriviamo al cuore che figura il Papa. Da questi, come parte dal cuore il sangue arterioso, vengono i comandi che trasferendosi di capo, in capo per via gerarchica pervengono fino a noi. Quindi, non è vero che in tutto obbediamo al Papa, sia lavorando come scopando, come studiando,,ecc.? Se capissimo come l'obbedienza animata dallo spirito di fede è più meritoria, con quale slancio adempiremmo fino i minimi comandi!

giuseppeallamano.consolata.org