SETTUAGESIMA - IMPEGNO DI PERFEZIONE

8 febbraio 1914

 

 

SR. MARIA DEGLI ANGELI VASSALLO

S. Apollonia è protettrice dei denti. In Africa ne avrete bisogno perché non ci sarà sempre carne molle ma roba dura avrete da strappare. Alla Consolata abbiamo la reliquia di questa santa; voi non potete venire alla Consolata domani; ma io che sono là glielo dirò per voi che vi preservi i denti... Il giorno del Giudizio li avremo tutti i denti, se no faremmo troppo brutta figura.

... Eh! incominciamo già un po' di Quaresima! S. Francesco di Sales in questo tempo incominciava già ad essere più raccolto. E per noi se non è ancora Quaresima è già antiquaresima; e perciò incominciamo già a fare un po' di silenzio. Se ci ricordiamo che una sola parola detta inutilmente ad una sorella in tempo di silenzio si toglie a Dio, allora la voglia di parlare scappa. Non voglio però che diveniate tante mummie, ma non parlate inutilmente; piuttosto facciamo così: chi ha la lingua troppo lunga stia zitta; chi poi non ne ha niente, parli per imparare a parlare.

La nostra vita è come lo stadium, con la differenza che in quello tutti guardano e appena qualcuno corre e il più lesto prende il premio. Noi invece possiamo correre tutti sulla via della perfezione e prendere tutte il primo premio.

 

Aiutiamoci a vicenda, ma poi gara a chi può andare più in alto. Il limite della nostra perfezione è quella dell'Eterno Padre, ed io, credo che per quanto facciamo non arriveremo mai, o almeno così presto da dover dire basta. Il nostro occhio sia rivolto a quella compagna tanto umile, e cerchiamo d'imitarla; a quell'altra tanto discíplinata, e cerchiamo d'imitarla. Facciamo come S. Antonio che guardava i suoi fratelli e da uno cercava di copiare quella virtù, da un altro un'altra, e così si fece santo.

... Dobbiamo essere contenti che i Superiori stimino qualche sorella più di noi, la tengano per più buona; purché io sia proprio buona.

 

In ricreazione bisogna saper dire qualche cosa di Dio: sarà sulla lettura, sulla meditazione - dire il punto che ci ha più colpite. Così potremo dire che ogni nostra azione è tutta di Dio.

Bisogna lavorare con energia, e pensare che avete da prepararvi per andare in Africa; non per una piccola stanchezza subito dormire di più; mie care, sapete? il nostro Ven. D. Cafasso diceva: Coraggio mie povere stanche membra, coraggio, ci riposeremo in Paradiso.

Così dobbiamo pure avvezzarci a mangiare tutti i cibi, che ci piacciano o no; anzi vorrei che quella pietanza che vi piace meno la domandaste se fosse possibile alla Superíora... Non oggi volere la minestra asciutta e domani umida, ma come viene, viene...

Non ci vuole poltronite per farci sante, ma energia spirituale; voi dovete essere la consolazione della chiesa, dei vostri superiori che non vogliono che il vostro bene; se no quale regret [rammarico] non avrei il giorno del Giudizio se avessi da dire: mi sono stancato tanto e poi loro non corrisposero.

 

SR. IRENE STEFANI

Pazienza se il corpo è ancora pesante, ma l'aníma, lo spirito voli, voli su in alto. Il corpo vada pur sotto terra, ma l'anima sempre in cielo. La nostra vita è posta in uno stadium nel quale vi è chi sta e chi corre, ed il premio si dà solo ai primi, ma noi possiamo prenderlo tutti il primo premio.

Bisogna correre sempre senza mai posare - emulare le compagne - aiutarci vicendevolmente - correre con un po' di invidia, ma no che non è invidia questa, è santa emulazione, ed io voglio che voi l'abbiate tutte. Correre, ma non « quasi in aerem. verberans » = battendo l'aria, poiché il giro è lungo e bisogna correre, perché chi non fa così sarà sbattuto dal vento. Emulazione adunque...

Si racconta di S. Antonio che nella Tebaide guardava i monaci, specialmente gli anziani e poi da tutti raccoglieva qualcosa. Uno, per esempio, parlava garbatamente, un altro parlava poco, e lui diceva: Ebbene anch'io parlerò bene, osserverò bene il silenzio, ecc.; insomma con questo semplice metodo si fece santo... Non abbiate paura di mostrarvi singolare quando si tratta della santa osservanza... Pensate: se

ora con coraggio e generosità seguiamo il Divino Maestro per la via intrecciata di spine e di croci, nel dì finale riprenderemo il nostro corpo più lucido e risplendente dello stesso sole; e inondati da immenso giubilo verremo introdotti nella superna magione degli eletti di Dio.

La vostra vocazione è certa se voi lo volete. « Si vis » - se vuoi; a parte i dubbi: abbiate solo il dubbio di mai corrispondere abbastanza alla grazia grandissima che avete ricevuto.

 

SR. FERDINANDA GATTI

S. Paolo in una epistola dice che gli uomini sono come in uno stadio, ove si corre per guadagnare il premio. Noi dobbiamo quindi conseguire un premio il quale a differenza dell'altro ha di più che tutti possono ottenerlo, il premio cioè della vita eterna. Tutti possiamo prenderlo, è vero, ma è necessario correre, correre senza fermarci mai. Il viaggio della perfezione è lungo, quindi non c'è da perdere tempo, anzi dobbiamo servirci di tutti i mezzi per abbreviare il cammino, non correre come dice il S. Apostolo, per battere l'aria. L'emulazione giova a raggiungere più presto la meta.

S. Antonio quando scorgeva qualche virtù negli altri s'impegnava d'imitarli; così dobbiamo fare anche noi. Inoltre fa d'uopo non lasciarci intorpidire, ma scuoterci ed essere energici. In montagna le strade fanno dei lunghi giri che allungano il cammino di molto, ma se si taglia retto si fa più fatica a salire, è vero, ma la cima viene raggiunta in breve tempo; così è per la perfezione.

Non tutto ciò che è bene è bene; lo è in quanto lo vuole l'ubbidienza e quindi N. Signore.

Perché sapessimo elevare lo spirito dalle cose terrene, il Signore l'ha fatto leggero, anzi incorporeo.

Non bisogna pensare a patimenti, a dolori che umanamente fanno orrore, se non sia ciò volontà del Signore, perché sentiamo tutta l'orridezza del sacrificio senza la grazia di portarlo.

Certe volte la pazienza è tanto limitata, siamo come il vetro che il più leggero colpo lo rompe; però dobbiamo renderci superiori a queste debolezze e vincerci con altrettanta energia.

 

Nelle opere ci vuole stabilità, val più fare un piccolo bene e continuarlo che incominciare opere grandiose e lasciarle a mezzo.

Quanto è consolante il riflettere che il Signore premia la fatica, la volontà, la retta intenzione, e non proporziona il merito all'esito dell'opera.

giuseppeallamano.consolata.org