LA BEATA MARIA DEGLI ANGELI

19 dicembre 1915

 

XI. 17

(Alle Suore) Ricorre in quest'anno il cinquantenario della Beatificazione della torinese Maria d. Angeli, monaca Carmelitana. Passò la sua vita religiosa nel monastero (ora Questura) di S. Cristina, e di lì fu fondatrice del Monastero delle Carmelítane, che tuttora esiste fio-rente in Moncalieri Ricordo le feste solennissime celebrate or sono cinquant'anni nella Chiesa di S. Teresa, dove ora è il Corpo. Questa santa è lodata nelle lezioni che leggiamo oggi, come paupertatis custos severissima; - obedientiam ad miraculum exercuit; et accuratissima legum omnium observantia; - castitate praestitit adeo, ut extimo etiani ex odore eam quibuscumque conversabatur mirabiliter assereret. Ecco in che le suore devono imitare la Santa ecc.

 

 

QUATTRO SORELLE

(Onomastico della superiora sr. Maria degli Angeli. Verso sera con un « Fate un po' di festa per la superiora, nevvero? » entrò in laboratorio il nostro Ven.mo Padre).

Un po' di festa con un po' di melanconia però, per i tempi che siamo. Un filo di melanconia anche quest'oggi, benché ci sia un prete nuovo. E’ qualcosa che fa male vedere nella Consolata una madre piangere di qui, un'altra di là; vedere quanta afilizione vi sia nelle famiglie. Conoscevo un bravo giovane studente d'ingegneria, ora soldato, che è stato colpito da una palla in una gamba... Era un bravo giovane, devoto della Consolata, senza rispetto umano; ebbene, l'altro giorno mandano a dire alla famiglia ch'era stato un po' ferito; l'altro fratello avvocato accorre per vederlo, e viene a sapere come facilmente la gamba dovrà venire amputata. Pregate affinché il Signore salvi quella povera gamba; mi pareva che a quel giovane lì la Madonna dovesse fare un'eccezione. Adesso lo trasporteranno qui, e voi pregate perché in qualche modo la gamba sia risparmiata.

 

Sapete che cosa accadde a S. Giovanni Damasceno? Leone Isaurico, iconoclasta, era contrario al nostro Santo che nell'Africa perorava la causa delle immagini. Per punirlo mandò un giovane a dire al re che Giovanni tramava contro di lui. Il re allora che cosa fece? Gli fece tagliare il braccio destro. S. Giovanni prese il braccio amputato e lo portò davanti alla Madonna dicendole: E’ per voi che ho i! braccio tagliato; restituitemelo; e la Madonna glielo attaccò. Il re visto ciò si ricredette e gli volle ancor più bene, desiderò di ritenerlo presso di sé, ma S. Giovanni non accettò e andò a farsi frate.

Domandate quindi alla Madonna questa grazia; solo l'altro giorno dicevo: Mi par degno quel giovane di essere risparmiato; dunque pregate affinché se gli hanno già tagliata la gamba la Madonna gliela attacchi, e se non la trova più ne prenda una in Paradiso. Vediamo se sarete buone a qualche cosa...

 

Abbiamo un sacerdote nuovo. E’- un segno di predilezione l'aver di tanto in tanto un sacerdote nuovo; il Signore concede tale grazia solo alle comunità e ai paesi che predilige. Ci sarà sempre uno di più che interpellat pro nobis [intercede per noi]; ringraziamone il Signore. Però quante tristezze in mezzo a qualche consolazione!

 

E riguardo alla nostra Santa (la Beata María degli Angeli)? Il breviario dice di lei tante cose. Dice che aveva il dono delle profezie, dei miracoli ecc. ma ciò che in essa predominava era lo spirito religioso. Che cosa sono i miracoli, le profezie, se non c'è lo spirito religioso? Anche l'asina di Balaara profetizzò. Non è questo che faccia santi; farà del bene agli altri, ma non a chi li fa.

 

1° - Era custode severissima della povertà. Custode severissima, cioè paupertatis custos severissima. Sono parole presto dette, ma che dimostrano come stava attenta, custodiva la povertà. Custode severissima, non si sarebbe concessa un filo senza necessità. Dove ci andava grosso così, non ne metteva di più. La vera povertà consiste nel mancare di qualche cosa di necessario. Chi ha tutto è benestante. Una che sia custode severissima della povertà, è segno che va fino agli eccessi, agli estremi.

 

- Il breviario di lei dice ancora: Obedientiam ad míraculum exercuit [praticò l'obbedienza fino a far miracoli]. Vi pare, c'è tutto qui. Sì che era cieca la sua obbedienza! Se le avessero per esempio comandato d'innaffiare un bastone arido e secco come a quel religioso dell'eremo, l'avrebbe subito fatto. Se a te facessero quello lì (additando una di noi), dopo otto giorni diresti: Almeno adesso dovrebbe nascere. Così pure le avessero detto come S. Benedetto a S. Mauro: vallo a prendere... non avrebbe esitato un momento a gettarsi nell'acqua. Questa è l'obbedienza fino al miracolo. Bisogna che si siano avuti i fatti per far dire al breviario, che mette solo l'essenza delle cose: obedientíam ecc. Il Signore è costretto a fare un miracolo quando l'obbedienza è così cieca.

3° - Castitate praestitit ex odore ecc. dice il breviario. Era angelica di nome e di costumi. Nell'orazione dicesí, riferendoci a questa Santa: 0 tu, Signore, che hai dato alla Beata di vivere la vita degli Angeli... tanto era amante della bella virtù. S. Giuseppe da Copertino che andava sempre in estasi, aveva il dono di conoscere se chi l'avvi- cinava possedeva tale virtù; così pure era della nostra Santa.

Aveva le tre virtù che deve avere la religiosa. I voti sì che li osservava; non era solo una religiosa di nome. Accuratissima legum omnium observantia [Esattissima nell'osservanza di tutte le leggi]. Notate: accùratissima; ciò vuol dire che osservava al superlativo tutte le regole. Io, vedessi tutto questo in voi e nessun miracolo, direi che siete sante. Il giudizio del Signore sarà sopra i voti. S. Vincenzo de' Paoli è morto senza far profezie, senza far miracoli; l'unico miracolo che ha fatto è quello d'essere sempre stato uguale a se stesso quasi sol [come il sole]. Uno può perdersi anche facendo miracoli. Giuda, credete che non ne abbia mai fatti? Quando gli Apostoli cacciavano i demoni, anche lui ne avrà cacciati; quando mancavano dei denari, lui che teneva la borsa certamente avrà provvisto.

 

La B. Maria degli Angeli rimase sei anni in mezzo a tante tribolazioni e grandi tentazioni, anche riguardo alla purità. S. Paolo aveva pure molte tentazioni ma il Signore, al quale si raccomandava, gli disse: Non fa niente che tu sia tentato, ti basti la mia grazia. Le tentazioni ci fanno meritare. La virtù si perfeziona in mezzo ai travagli. Chi è virtuoso in comunità? chi sa vincere se stesso. In comunità talvolta si dimenticano le croci della famiglia, si desidererebbe essere tranquille, non pensando che quel fratello fa disperare, gli affari vanno male ecc... Bisognerebbe dare croci a destra e a sinistra, dire a S. Giuseppe che ne facesse tante. (S. Giuseppe fa le croci in paradiso).

 

Una signora molto robusta è morta pochi giorni fa, in fretta, colpita da una polmonite. Vedete il Signore come fa; lascia quelli che son più deboli, ed uno che sia robusto con un mal di costa lo manda a spasso. Una che pare tenga l'anima coi denti non si può farla morire e vien vecchia, ed un'altra robusta tante volte muore giovane. Fatevi sante senza strepiti; che il mondo non vi veda andar per aria non importa. S. Filippo diceva ai suoi religiosi: Tutti santi, ma pochi sugli altari. Però lui s'è lasciato beatíficare.

 

S. Filippo e S. Vincenzo de' Paoli a tavola facevano fare silenzio; dicevano che il parlare mentre si mangia non è carattere religioso. Così i religiosi di questi due ordini fanno sempre silenzio, tranne il giorno di S. Filippo l'uno e di S. Vincenzo l'altro. Questi due Santi, non prevedendo che ci sarebbe stata la loro festa, lasciarono che si osservasse il silenzio in tutte le feste dell'anno, ma non poterono includere la loro. Una volta venne Mons. Perlo ed io dispensai dal silenzio, ma non sapevano neppur parlare; allora mi confermai nel proposito di far fare sempre il silenzio a tavola. E poi non si dicono pa role inutili; si purifica l'intenzione nel mangiare.

Io non vado a vedere se avrete dato 10.000 battesimi, ma se sarete state buone religiose; accuratissime, come si dice della nostra Beata... Sì, tutto in -issima; non cose straordinarie, ma straordinarie nell'ordinario. Il Ven. Cafasso era una persona straordinaria nell'ordinario. Se si esamina ogni azione della sua vita, non si vedono cose strepitose. Era rettore, sì, ma tutti i collegi hanno un rettore, possiamo rispondere. Solo quello!!! Andava a visitare i carcerati, ad assisterli in punto di morte. Lì c'è qualche cosa di più... ma là, non vuol poi ancora dir molto. Dava dei consigli. Tutto il mondo vuole dare consigli; anzi vi son di quelli che preferiscono darli anziché riceverli. Unite però tutte queste ed altre cose assieme e poi vedrete ch'egli era veramente un uomo straordinario nell'ordinario.

 

SR. EMILIA TEMPO

Ebbe grandi cose nella sua vita, vedeva i cuori, ecc.; tutte queste cose vanno, ma ciò che in essa predominava era lo spirito religioso. Profezie anche l'asina di Balaam ne ha fatte. Queste cose fanno del bene agli altri e non a noi.

1. Era custode severissima della povertà; non solo custode, ma severissima. Chi ha tutto il necessario è benestante e non povera.

2. Esercitò l'ubbidienza sino al miracolo. Sì che era ubbidienza cieca... e più che cieca: niun ma, niun se [nessun ma, nessun se].

3. Era così amante della castità che sapeva dire se quelli coi quali conversava possedevano questa virtù. Era angelica di nome e di costumi. Nell'orazione si dice: Tu, o Signore, che hai dato a questa Beata di vivere la vita degli Angeli...

Aveva l'osservanza accuratissima (sempre superlativo) di tutte le leggi. Se io vedessi tutto questo in voi e nessun miracolo, direi che siete sante. Non sono mica i miracoli che fanno i santi. Il giudizio del Signore sarà sopra i voti. S. Vincenzo è morto senza far miracoli,ma sapete il miracolo che ha fatto? Quello di essere sempre uguale a sé, come il sole che non si muove mai. Uno può perdersi anche facendo dei,miracoli. Credete che Giuda non ne abbia mai fatti? La vera virtù è li: è nell'esercizio dei nostri doveri; costante: non quella gente che un giorno... e l'altro...

 

La Beata Maria degli Angeli durò sei anni tra tribolazioni e tentazioni. Tentazione non è peccato. Il Signore disse a S. Paolo quando si lamentava di essere tentato: Ti basti la mia grazia. La virtù si perfeziona in mezzo ai travagli; quando tutto va a gonfie vele... Chi è virtuoso in comunità? Chi sa vincere se stesso; quelle piccole cose... Fatevi sante senza strepiti; che il mondo non vi veda andar per aria non fa niente.

S. Filippo diceva ai suoi: vi voglio tutti santi, ma non sugli altari. Però lui è stato il primo a dar scandalo. Se volete essere messe sugli altari, fate pure; ma sante in Paradiso, tutte!

 

Ecco come si fa a farsi sante. Io non vado poi a contare i battesimi, se avrete corso qua e là, ma se sarete state buone religiose, accuratissime; tutte quelle cose in --issime, al superlativo. Fare lo straordinario nell'ordinarío (Ven. Cafasso). Cercare solo il Signore, non il proprio interesse.

giuseppeallamano.consolata.org