IL SANTO SACRIFICIO DELLA MESSA

7 novembre 1915

 

XI. 10-11

Il Signore si degnò oggi consolarci della perdita di un nostro Sacerdote, D. Meineri; ce ne diede non solo un altro, ma tre altri; ci compensò largamente il nostro sacrifizio.

Ringraziamo il buon Dio, cujus bonitatis infinitus est thaesaurus. Egli che affanna e consola. E’ l'esempío del S. Giobbe. Il Signore per via difficile ed in modo straordinario ci fece questo regalo... Tre Messe di più ogni giorno procureranno molte grazie all'istituto ed al mondo tutto, onde placare la collera divina, ed avere la tanto desiderata pace.

 

Dice il Conc. di Trento: Nullum aliud opus adeo sanctum, quam hoc mysterium; nessuna opera è cosi santa, come questo mistero. Il B. Curato d'Ars scrive che tutte le opere buone unite insieme non equivalgono al Sacrifizio della S. Messa, perché sono opere di uomini, e la S. Messa è opera di Dio. Il martirio stesso è un nulla posto a confronto della Messa, perché il martirio è il sacrifizio che l'uomo fa a Dio della sua vita; nella S. Messa c'è il sacrifizio che Dio fa del Suo Corpo e Sangue per l'uomo. (Anima Santa).

S. Tommaso: In qualibet Missa invenitur omnis fructus, quem Christus operatus est in Cruce; e S. Giov. Gris.: tantum valet celebratio Missae, quantum valet mors Christi in Cruce. Imit.: Quando sacerdos celebrat Deum honorat, Angelos laetificat, Ecclesiam aedificat, vivos adjuvat, defunctis requiem praestat, et sese omnium bonorum participem efficit.

 

La S. Messa è Sacrificium: latreuticum (olocaustum), propitiatorium (hostia pro peccato), eucharisticum et ímpetratorium (hostia pacifica) (V. Schouppe: de Sacr. Missae).

Abbiamo noi questa stima per la S. Messa; quando celebriamo o vi assistiamo lo facciamo colla fede e coll'amore che si conviene? San Francesco di Sales nel Chiablese... e scatola regalata ad un Sacerdote (V. S. Franc. Modello). Il Ven. Calasso dopo celebrato assisteva e possibilmente ne serviva altra; così S. Tommaso. Il Can. Re della Metropolitana; P. Bruno a S. Ignazio. L'uso dei nostri buoni vecchi di ascoltare la festa oltre la Parrocchiale un'altra Messa. Mons. Gastaldi andando a visita pastorale nei paesi faceva sempre una predica sulla S. Messa; sua eccellenza ed utilità di assistervi. - Si disse che sarà mai buon confessore chi non fu buon penitente; la stessa cosa dico io della S. Messa, che sarà mai buon celebrante chi non è stato buon assistente.

 

 

QUATTRO SORELLE

(Ritiro mensile). Tutte la lingua secca, eh!... a chi sa bene usarla può essere che dopo morte le rimanga intatta... Tutti i momenti siamo al ritiro mensile: si fa l'addizíone, la sottrazione, e si vede il passivo e l'attivo. Bisogna che vi sia più attivo che passivo, bisogna trovare un aumento. Qui non progredit regredit: chi non cammina va indietro.

 

Oh! ma di che cosa dobbiamo parlare oggi? Avete sentito, neh! che di là (i missionari) ci sono tre Sacerdoti nuovi, e uno mezzo nuovo... ed ancora in un'epoca straordinaria... Anche l'altro (diacono) potrebbe essere Sacerdote, ma lui, non che non ne abbia desiderio, ma dacché ha tempo preferisce prepararsi; la dirà poi a Natale. San Francesco d'Assisi è stato diacono per tutta la vita. I frati volevano che si facesse prete, ma presentossi a lui un Angelo con una boccetta d'acqua limpidissima e gli disse: « Se sei limpido come quest'acqua, va avanti ». Lui si è spaventato ed è rimasto Diacono sempre. Ma, ad ogni modo, noi ne abbiamo tre di più. Il Signore ce n'ha preso uno e ne ha dati tre, ma quell'uno rincresce sempre. E’ tanto buono il Signore che quando ci rassegniamo alla sua volontà... Adesso che muoiono tante persone, aveva bisogno il Signore di un mezzo economo e ce l'ha preso... Poi ha visto che ci siamo rassegnati sì, ma che eravamo di malumore un poco, là... e Lui: Non uno ma tre ve ne do, e ancora tra i soldati. Se ne son fatte delle brighe, sapete? I superiori di lassù credevano in dieci giorni tutto finito. Loro credevano che bastasse fare una passeggiata, ma poi hanno concesso quattordici giorni... Appena dato Messa bisogna esercitarla un poco... Ringraziamo quindi. Il Signore in mezzo a tutti gli imbrogli li ha tirati qui. La prima Messa la dicono col Vescovo... Avete mai visto a dare l'Ordinazione? Quando verrà Mons. Perlo vedrete.

 

Vedete, aver tre nuovi Sacerdoti vuol dire aver tre Messe di più ogni giorno. Non sono obbligati a dire tutti i giorni la Messa. Siete voi obbligate a far tutti i giorni la Comunione? No; ebbene, per noi è lo stesso'. Ma colui che non è legittimamente impedito, dice il Ven. Beda, non celebrando la S. Messa priva il Signore di un onore, gli Angeli -di una letizia grande, i giusti di consolazione, le anime purganti di refrigerio; priva di benedizioni tutto il mondo e di grazie se stesso... La Messa è una gran cosa! Il B. Curato d'Ars diceva: Tutte le opere buone riunite insieme non valgono una Messa. Anche il martirio è una gran cosa, ma è sempre sacrificio d'uomo, mentre la S. Messa è il sacríficío di un Dio fatto uomo...

 

La S. Messa ha quattro fini:

1° - E’ sacrificio latreutico, (olocausto); rappresenta

l'olocaustodell'AnticoTestamento nel quale si bruciava tutta la vittima. Tante volte vi dico d'essere olocausti perché vi diate tutte al Signore... Siate olocausti (con forza)!

2° - E’, sacrificio propiziatorio per le nostre miserie. Nell'Antico Testamento: hostia pro peccatis [vittima per i peccati].

3° - Eucaristico per ringraziamento dei benefici che ci ha fattoil Signore.

4° - Impetratorio per impetrare le grazie di cui abbiamo bisogno.

La S. Messa è certo la più gran cosa e per essere degna bisognerebbe che Dio stesso la celebrasse. E’ lo stesso sacrificio della Croce; il sacerdote è solo ministro secondario; Gesù è la stessa vittima e il primo ministro: è Lui che si offre, che domanda perdono, che ringrazia, che impetra le grazie!

Dobbiamo figurarci di assistere al Calvario con la Madonna e S. Giovanni. Se avessimo questa fede, quante Messe procureremmo di assistere. Voi avete due Messe... pare che disturbi in tempo della meditazione, ma no no, non è vero. A S. Ignazio in tempo degli Esercizi si celebrano diciotto Messe per volta. P. Bruno andava sul coretto e diceva: io assisto a diciotto Messe in una volta. Sì, perché intendeva di assistere a tutte. Questa è la divozione delle divozioni.

Avete letto sul Bollettino quel che scrive P. Sales degli indigeni? Varda, varda [guarda, guarda], quanta semplicità! Mi piace.

 

S. Francesco di Sales tutte le mattine per poter celebrare attraversava un fiume su una trave ghiacciata; pur d'arrivare non badava a sacrifici. E a chi gli diceva che si metteva in pericolo, rispondeva: sarò vittima della S. Messa.

 

Così. quello che si dice del sacerdote celebrante si può dire dei fedeli che assistono, poiché andando all'altare il sacerdote dice: Intendo celebrare per tutti i presenti.

Quindi grande amore e stima. Il Can. Re era smanioso di assistere alla S. Messa. La prima la diceva lui al S. Giovanni, la seconda l'assisteva alla chiesa dello Spirito Santo, la terza a S. Francesco, e la quarta, quella di mezzogiorno, alla Consolata. Ad una giovane, andata a farsi suora, dovendo uscire per motivo di salute dal convento, per consolarla le disse: Ebbene, vuol dire che sentirai più Messe! - ma per consolarla...

Certo che in questo mondo abbiamo tante cose da fare, ma possiamo sentire tutte le Messe spiritualmente poiché ad ogni istante se ne celebrano. Mons. Ghilardi Vescovo di Mondovì aveva fatto uno specchietto nel quale aveva notato le Messe che si celebrano nelle diverse ore in tutte le parti del mondo, onde si vedeva verificata la profezia di Malachia che in tutti i momenti del giorno, in tutti i tempi si sarebbe celebrato il sacrifizio.

 

Quante Messe si possono assistere partecipando spiritualmente! Non vi è proprio il merito come ad essere presenti, ma... Quanto è grande la dignità del sacerdote! Un Santo diceva alla Madonna: Abbi pazienza, mi rincresce dirtelo, io sono più di te... Tu hai fatto nascere una volta sola Gesù, io tutti i giorni... Io da un peccatoraccio tolgo i peccati, ma tu devi mandarlo da me!

Il sacerdote ha dignità, più che angelica, divina; è re, proprio re: regale sacerdotium; e più ancora, poiché il re comanda al corpo ma il sacerdote all'anima. S. Francesco di Sales quando aveva da andare dal Duca, prima di entrare diceva a se stesso, non per superbia, ma con verità: lo sono più del Duca. - Egli non perdeva la sua dignità come certuni che, quando vanno da autorità civili, stanno là come tanti aniot [anatroccolil. E’ più di re il sacerdote, come l'anima è più del corpo; ed è anche più dell'angelo. Quest'ultimo non può dir Messa; lui è commissioniere, noi siamo ambasciatori; egli è come semplice portalettere.

 

Noi nel consacrare diciamo: « Questo è il mio corpo » ecc. Alcuno direbbe: Dica: di nostro Signore... Siamo tutti Cristiferi. Bisognerebbe che fossimo molto buoni, ma: de stercore erigens pauperem (dall'immondizia rialza il povero]... Il Signore si è compiaciuto di noi nell'elevarci a tale dignità. Dei sacerdoti ce ne sono dei santi, ma purtroppo anche dei tiepidi... Anche se uno perdesse per disgrazia la testa, la celebrazione della Messa vale lo stesso: è celebrata; come pure può assolvere. E’, vero che fa più piacere sentire una Messa detta da un buon prete, ma sia chi si vuole, l'essenza della Messa c'è.

 

Ebben, facciamo così oggi; ringraziamo il Signore che ha aumentato il numero e speriamo ne vengano altri... Domani avrete la Messa; si dice che ci siano delle indulgenze, ma io non so preciso... Ma siccome il Signore fa una grazia grossa all'individuo, ne farà anche a voi.

giuseppeallamano.consolata.org