IL PECCATO VENIALE (2°)

10 settembre 1915

 

 

QUATTRO SORELLE

Ieri il predicatore degli Esercizi di là (missionari) ha fatto una bella predica sul peccato originale ed attuale. Diceva: voi forse penserete che il primo ci sia stato tolto tutto nel Battesimo e quindi non ci sia più da pensarci. Deo gratias! ma se ci è stata tolta la macchia, ci ha lasciato le conseguenze: la concupiscenza, l'inclinazione al male, e direi persino l'avversione al bene. Guardate se non è vero: una cosa che non ci sia comandata si fa più volentieri. S. Paolo diceva: Sento in me medesimo una legge contraria a quello che voglio. - Il Signore ha permesso così perché ci facciamo dei meriti. Per andare in Paradiso bisogna combattere; se c'è una ripugnanza, vincerla; una difficoltà, sorpassarla.

 

Tutti abbiamo inclinazione al male, chi una dose più grossa chi più piccola, e in questo non è peccato, ma ci vuole il consenso. Alcuni hanno la testa come una piazza d'armi!... Come in piazza Milano dove tutti vogliono avere il loro banchetto; ma se non si vuole, non è peccato; e se vengono, lasciateli passare, lasciateli andare e venire, basta non volerli. Bisogna stare attenti che alle volte ci confessiamo di cose che non abbiamo fatte. Nel dubbio i teologi dicono che chi ha la coscienza retta può credere che non ha commesso peccato. La presunzione, nel dubbio, sta nella vita che si fa. Se uno non è certo, ma conduce buona vita, ha buona volontà, allora non ha acconsentito. Se uno invece ha l'abitudine per esempio di bestemmiare, allora anche quando dice che è nel dubbio, si può dire che è certo. Non bisogna inquietarci perché ciò fa anche perdere la confidenza in Dio.

 

Il Ven. Cafasso diceva: Signore, voi lo sapete che vi voglio bene, che non vi voglio offendere; quindi se mi scappa qualche cosa, non vi voglio neppure domandar perdono. Lui sa che gli voglio bene; tra amici ed amici non si guarda a tante bagattelle. - Egli gli era amico e non voleva offenderlo. Certe persone, invece di venir sante, si lasciano imbrogliare da queste miserie e si accostano alla Comunione sempre timorose. Ma se non si è sicuri di essere in disgrazia, si è in grazia di Dio. Tra il peccato veniale ed il mortale vi è solo lo spazio di un foglio di carta, ma tanto c'è, e basta. Una religiosa missionaria bisogna che abbia il cuore grande e generoso, se no sta lì... e non fa niente. Non bisogna badare a tante píccinerie... Una missionaria scrupolosa non può far del bene, anzi è il tormento di sé e delle altre. Lo scrupolo non è una virtù, ma un difetto, una mancanza di testa. Gli scrupolosi hanno sempre paura; bisogna far l'esame chiaro e netto e, se hai fatto una mancanza di carità, guardare e dire: L'ho fatto apposta?... se no, siamo a posto.

 

Nella preghiera poi non è necessario non aver distrazioni perché sia buona. S. Teresa diceva: Foste sempre distratte durante l'orazione, ma non apposta, allora la meditazione è buona. Son solo pochi Santi, come per esempio S. Luigi, che avevano la grazia particolarissima di non patir distrazioni. Ma questa grazia io non la domando, a me basta che le preghiere siano buone, perché c'è anche meno pericolo d'insuperbirci. La nostra testa è un vulcano, un mulino a vento. Se uno è sempre fuori di casa col pensiero durante il giorno, non può pretendere di concentrarsi subito, di raccogliersi. Ma bisogna che stia durante il giorno raccolto nel Signore, ricordare che Gesù è nel nostro cuore. Con un po' d'esercizio si prende l'abitudine di stare raccolte. Si ha un lavoro? Si può avere tutta la testa lì ed anche un po' per nostro Signore. Se le distrazioni vengono nei tempi più belli, buon segno, buon segno! Per esempio, quando vengono dopo la Comuníone, dire alla Madonna ed al Signore: Portate voi che ce ne manca... Bisogna essere sciolte perché se uno si lascia prendere da queste storielle, c'è pericolo che perda la testa. C'è del buono e del male da vedere senza dubitare. Sento che manco di carità, e non mi piace una compagna, ebbene, devo andarle incontro coraggiosamente, e se non vado, ed acconsento al mio sentimento, son sicura di far male. Sui peccati dubbi, non si dà neppur l'assoluzione.

 

Siate sciolte e libere, qui è la casa dell'allegria e non della malinconia. Quando sarete in Africa in quattro, e una faccia il muso da una parte, l'altra tace dall'altra... no no, così non va. In ricreazione vi voglio allegre; parlar tutte, una dopo l'altra; interessarsi... Dunque: mutismo no, scrupoli e dubbi no... tutta roba chiara e netta, sciolte e allegre in Domino... Quando si deve fare una cosa, bisogna pensare solo a quello che si fa, allora tutto aiuta. Così ricordatevi che quando sarete negli Esercizi, dovrete vivere così, senza pensare che giorno sia. Se si sa che è domenica, sembra si debba far festa, come sarebbe naturale; ma ora' se gli Esercizi si trovano alla via purgativa, non si addice molto rallegrarsi; allora è meglio non occuparsi se sia lunedì, sabato, ecc.

giuseppeallamano.consolata.org