LA PREGHIERA

9 maggio 1915

 

 

SR. FERDINANDA GATTI

È nostro interesse e nostro dovere fare molti sacrifici per ottenere da Dio la grazia di non aver la guerra in Italia. Quando gli Israeliti /combattevano, Mosè stava sul monte pregando; dobbiamo fare quanto possiamo per ottenere la pace.

Il Vangelo di quest'oggi ci ricorda quando il Signore ci invita a pregare, a domandare al Padre in suo nome tante grazie. Le grazie che domandiamo devono passare per il ruscello che è Maria SS., poi per il fiume che è N. Signore Gesù Cristo, poi si va al Padre Eterno. Chi non prega si danna.

 

Qualità della preghiera sono: l° l'umiltà, 2° la confidenza, 3° la perseveranza. Se noi andiamo al Signore come il Fariseo dicendo: Guarda o Signore, io ho lasciato il mondo, guarda i sacrifizi miei, ecc., ritorneremo come il Fariseo condannati e non otterremo nulla. Gesù nell'Orto si è prostrato a pregare l'Eterno Padre, benché fosse Egli stesso pure Dio. In ricordo di ciò la posizione che noi teniamo pregando è in ginocchio, positura umile che deve rappresentarci l'umiltà del cuore. Guardate Signore - dobbiamo dire - noi nulla meritiamo, ma appoggiati sui meriti del vostro Figlio, vi preghiamo di concederci la grazia che desideriamo.

 

Certe persone però pregano con paura di non ottenere quanto domandano. No, ci vuole fiducia e dire: lo voglio. Però perché questo voglio sia appagato conforme alle promesse fatteci da N. Signore, la grazia che bramiamo deve essere spirituale e per noi; quando è per gli altri si ottiene pure assai probabilmente. Riguardo alle cose temporali, quando non sono contrarie al bene, il Signore molte volte ce le concede nella sua inflnita bontà. Quindi con sicurezza di ottenere diciamo: Signore sono tanto superba, maligna, ho bisogno d'un po' di umiltà e di dolcezza, d'un po' di buona volontà che abbatta la mia fiacchezza, e'un po' di energia, di capacità per rendermi un'abile missionaria, ecc. Però il Signore ci risponderà: Io te lo concedo, tutto ciò; ma tu dal canto tuo fa' quanto puoi.

Bisogna strappare le grazie al Signore come S. Scolastica che ha fatto piovere a dispetto di S. Benedetto. Ci vuol confidenza da pretendere i miracoli, una confidenza tale da essere un po' audace, prepotente: il Signore non s'offende di ciò.

 

Inoltre la preghiera deve essere perseverante. Bussiamo alla porta, bussiamo ancor più forte se non ci viene aperto, rompiamo la porta se non basta picchiare più forte; è il Signore che ci dice di far cosí. Come l'amico che va ad importunare l'amico fin quando non gli dia ascolto. Generalmente quando per ottenere una grazia si fa una novena ai Santi, non si ottiene subito dopo di questa la grazia; (non sembra che sentano la prima volta); se ne fa una seconda (e il Santo comincia a sentir di più); se ne fa una terza (ed il Santo apre e ci ottiene la grazia). Quando non riceviamo quello che abbiamo chiesto, pensiamo che neppure un filo, una parola della nostra preghiera è caduta nel vuoto-

 

Bisogna aver lo spirito di preghiera che consiste: in ogni luogo tenerci unite a Dio con un'ascensione del cuore a Lui fatta di tanto in tanto, mentre lavoriamo; una giaculatoria, un sospiro mentre camminiamo o andiamo in qualche luogo, ecc. Così si può far tutto e pregare assieme.

giuseppeallamano.consolata.org