IL MAGNIFICAT

24 dicembre 1916

 

XII. 31

Il cantico del Magnificat, scrive il P. Didon (Vita di N.S.G.C.), sorpassa ogni capacità umana ... ; è il più splendido grido di letizia che sia uscito da petto umano... Maria SS. non pensa che alla propria bassezza, e non si esalta che in Dio. Predice la sua gloria, ma in ciò non vede che il trionfo di Dio. - Adollo Cellini (Scuote Catt. di Milano, 1 Nov. 1916): Il Concetto principale dell'Inno consiste nella sovranità'assoluta di Dio, e nella nullità ed essenziale dipendenza di ogni essere creato da Lui. Ciò è il fondamento di tutta la morale evangelica: Dio è tutto, l'uomo è niente; ma questo niente può diventare qualche cosa, inabíssandosi nella sua nichílità, bramoso solamente e sommamente di glorificare Dio in tutto e sempre.

Cornelio a Lapide distingue l'Inno in tre parti. La 1’' dal v. 46 al 49; la 2' dal 50 al 53; la 3` dal 54 al 55.

 

Maria SS. prende i concetti e le espressioni di donne ebree, e li allarga e trasforma.,

Nella prima parte loda i benefici conferiti da Dio a Lei sola, specialmente la Divina Maternità. Nella seconda loda i benefici elargiti agli uomini lungo i secoli: a progenie in progenies, prima Ebrei poi Gentili. Nella terza torna al benefizio sovrano della Redenzione. (V. lettura e spiegazione letterale presso il Martini e l'A Lapide).

La S. Chiesa lo fa recitare sovente e cantare ogni giorno; facciamolo collo spirito ed entusiasmo della SS. Vergine.

 

 

QUATTRO SORELLE

Domani sarà Natale, la festa del cuore. Sì, godetela questa festa, che specialmente c'ispira due cose: la confidenza e la semplicità... Dopo il Natale tosto s'incomincerà l'anno, e qui nuovi esami, nuovi propositi... eh! se avremo a deplorare delle cadute, non fastidiamoci...

 

Quando si esamina il passato il demonio è svelto a mettere dei subbugli nella coscienza ed a far sorgere dei chissà qui, chissà là. Guardate come siamo mai! Sapete perché ci rincresce di veder delle macchie nella vita passata? Forse perché si è offeso il Signore? No, ci rincresce perché non possiamo confessare a noi stessi di esserci mantenuti ilbati; invece no, se non fosse per l'offesa di Dio, dovremmo essere contenti delle cadute; e perché? Perché le cadute ci rendono umili.

 

(Tira fuori un foglietto e spiega il Magnificat). Il P. Didon dice che il cantico del Magnificat sorpassa ogni capacità umana ed è il più splendido cantico di letizia che sia uscito da petto umano. Ivi la Madonna proclama la sovranità di Dio, si esalta in Dio, ed è assolutamente a Lui dipendente. Dio è tutto e l'uomo è un niente, però questo niente può diventare qualche cosa ínabissandosi nella sua inanità. Dispersit, dedit pauperibus et exaltavit humiles [disperse, diede ai poveri ed esaltò gli umili]. Esurientes ecc. (gli affamati ...). Ecco: quelli che credono di aver qualche cosa sono lasciati con niente. La Madonna nel Magnificat si servì di alcune parole dette da Anna e da Giuditta, ma il suo cantico riuscì il più splendido dei cantici.

 

(Il nostro Ven.mo Padre accenna ancora alla velocità del tempo parlando dell'anno che sta per finire e poi, non sappiamo più come, narra questo:) L'altro giorno ero col Sig. Vice Rettore; mi recavo al Duomo, per la strada incontrammo due suore che andavano in un modo... sì da sembrare le padrone del mondo. Erano lì, ben vestite e camminavano piene di se. Non nella medesima giornata, ma mi capitò poco dopo di incontrarne un'altra sul medesimo stampo. Sapete che mi disse una persona a proposito di una Comunità ove le suore erano di quel genere? Ka guarda cule soeur, un sustansa sun poi mak serve... ( Guardi quelle suore, in sostanza non son poi che delle serve ... ). Che volete, il mondo ama la tranquillità, la semplicità... State dunque attente a non essere ricercate nel vestire, a non badar troppo alle pieghe ecc.; in sostanza è poi tutta perdita di tempo.

 

(Trae di tasca delle lettere venute dall'Africa e mentre ne spiega una, soggiunge:) Certamente, vedete, quando mi arrivano lettere dal- l'Africa non ho mai fretta di leggerle, perché se trovo qualche pena... son lontano, non posso rispondere subito e soffro. (Legge quindi una lettera del Coad. Luigi).

 

SR. EMILIA TEMPO

La festa del Natale è la festa del cuore; bisogna stare di buon umore, dimenticare quelle cosette, quelle minuzie... Su, le riprenderete poi un altr'anno; ma prima di allora le dimenticate e le lasciate poi per sempre. Sì, le missionarie scrupolose non vanno, e neanche sempre andare lì attorno a pensare ai peccati della vita passata... Ma su! se facciamo così siamo sempre sul letamaio; è per quello che non facciamo mai niente. E anche quel voler andare tanto per il sottile a far l'esame... tanta paura di far peccati... Sapete, è superbia! Mica tanto che ci rincresca di aver offeso il Signore, ma perché abbiamo avuto la coscienza un po' macchiata... Quando ci capita così, dobbiamo dire: Mi rincresce di aver offeso il Signore, (domandare perdono) ma se non fosse di quello lì, sarei contenta per l'umiliazione che ne viene. Poi su: confidenza. Meditate queste virtù: semplicità ecc., ma ci vuole confidenza; abbiamo bisogno di questo, di scaldarci; non sempre lì, col cuore per terra. Questa è la festa della confidenza.

 

Guardate un po' la confidenza della Madonna nel Magnificat. Questo è l'inno più bello, più sublime che ci sia. Il suo fondamento è la sovranità assoluta di Dio e la nullità della creatura... ma si vede tosto che questa nullità può tutto in Dio.

Studiamo a fondo queste preghiere; io non so che bisogno ci sia di recitare tante preghiere lunghe; se sono di santi come S. Alfonso, sì; ma altrimenti mi piace di più pregare da me; aiutano anche le preghiere, ma...

 

I bambini non han forza nelle loro mani e per poco che tiriamo ci lasciano venire quel che tengono in esse. Ebbene, noi andiamo dal Bambino Gesù e facciamogli vedere tutte le nostre miserie; Egli rimarrà stupefatto e noi nel medesimo tempo prendiamogli di mano tutte le grazie di cui abbiamo bisogno per noi e per gli altri.

giuseppeallamano.consolata.org